56. Gioele

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Ormai non posso più tirarmi indietro:questa sera dirò tutto ad Arianna. È giunto il momento, non posso più aspettare oltre. Sono così agitato all'idea. Vorrei che venisse presto a cercarmi: prima arriva e prima mi tolgo il pensiero. L'attesa è terribile.

-Gio? Tutto bene? Sei troppo silenzioso- mi chiede Paolo ad un certo punto. È venuto in camera mia per giocare un po' alla play.

-Sono solo un po' in ansia- sono quasi le undici e ancora non è arrivata. Inizio a pensare che mi stia dando buca.

-E per cosa?

Oltre ad essere mio cugino è anche uno dei miei migliori amici, tanto vale che lo sappia -Ho deciso che stasera dirò tutto ad Arianna.

-Era ora, iniziavo a temere che non ti saresti mai deciso!

-Le ho chiesto di venire a cercarmi il prima possibile, ma non è ancora arrivata.

-Vai su in mansarda a chiamarla. È inutile stare qui da aspettare.

-Hai ragione - devo smetterla di farmi tutti questi problemi.

-Lo so- ride lui.

Esco dalla mia stanza prima che possa avere il tempo di pentirmene e salgo in mansarda. Se non le parlo al più presto impazzisco. Quando arrivo all'ultimo piano Ginny è la prima a notarmi, si alza in piedi e mi viene in contro in pigiama -Che ci fai qui?

-Sono qui per Ari, te la rubo un attimo. Io e lei dobbiamo parlare di una cosa importante- spiego.

-Arrivo subito Gio- dice Arianna venendomi incontro. Anche lei è in pigiama, è carina anche così.

-Andiamo- le prendo una mano e scendo le scale impaziente di raggiungere la mia stanza. Percorriamo il corridoio, ma, appena mettiamo piede in camera mia, scopriamo che Paolo è ancora lì che gioca con la play.

-Ti va di andare in giardino? - è l'unico posto dove possiamo stare in pace a quest'ora. Non mi va di cacciare Paolo dalla mia stanza.

-Ok - acconsente.

Scendiamo un altra rampa di scale e raggiungiamo la porta di casa. Appena usciamo fuori mi rendo conto di quanto faccia freddo.

-Mi dispiace di non essere venuta prima, ma non riuscivo a trovare una scusa decente con le altre.

-Non importa. Sei carina in pigiama, lo sai?

-Non me l'aveva mai detto nessuno- ride lei- Fa freddino qui. Possiamo andare nella casetta sull'albero? Almeno lì ci sono le coperte.

-Ok- non è una brutta idea. Avrei dovuto pensarci io.

Ci incamminiamo verso il lato opposto del giardino. È parecchio buio, dobbiamo stare attenti a dove mettiamo i piedi.

-Allora, ti stavi divertendo con Ginny?- le chiedo per rompere il silenzio.

-Si, le sue amiche non sono male.

-E la torta? Era buona?

-L'ha fatta Clara, la risposta mi sembra ovvia: era buonissima

-Mia zia è un genio ai fornelli- devo parlarle di qualsiasi cosa, se restassimo in silenzio per troppo mi sentirei in imbarazzo.

-Non c'è il minimo dubbio. Dovresti imparare da lei, sai?

-È difficile- rispondo.

-Lo so. Certo che è parecchio buio, non si vede quasi niente. È un miracolo che io non sia ancora inciampata. Non so come farò a salire dalla scaletta senza morire.

Ti amo così come sei {in revisione}Where stories live. Discover now