capitolo 2

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Aspettative.
Quandò suona la sveglia, la tua mente si riempe di pensieri, pensieri che abbiamo tutti, ad esempio immagini che la verifica si andata bene, per poi scoprire che hai preso il solito cinque in matematica.
La mia era semplicemente che la mia vita fosse meno di merda. Ma non ha mia funzionato né sperare, né pregare.
Apro gli occhi, guardo la sveglia, le 10, strano di solito bisogna svegliarsi alle 6, ma sinceramente se per un giorno saltavo la merda, detta scuola, non mi dispiaceva, tanto se mancavo di certo nessuno piangeva per me. Mi alzai, lasciando le speranze e le aspettative al mio letto. Apri l'armadio e un odore al cocco mi si presento, l'avevo messo quando la scorsa volta che mio padre mi aveva urlato adosso perchè l'armadio era tutto in disordine, aveva detto che puzzava anche, allora io ho messo il profumo, per non sfaticare troppo. Comumque iniziai a frugare nell'armadio alla ricerca di qualcosa di pulito, scelsi una felpa nera con stampato sopra un mio disegno, un paio di shorts strappati, presi le calze per coprirmi le gambe un pò, comunque anche le calze erano bucate, lo so è una presa per il culo.
Indossai tutta quella roba, misi al collo il mio pendente con la croce, che mi aveva regalato la mia migliore amica, e si anche io c'è l'ho.
Camila. Be un giorno parlerò di lei.
Mi guardai allo specchio, e iniziai a sfregarmi dalla faccia tutto quel trucco sbavato della sera prima. Inizia a riempirmi di fondotinta senza nascondere le lentiggini, poi mi misi l'eyeliner, riuscendo a creare una virgola perfetta in dieci minuti un nuovo record ciò. Dopo riempi la mie corte ciglia bionde di molti strati pesanti di mascara, infine passai la matita bianca nella palbebra inferiore, valorizzando così i miei occhi piccoli. Spazzolai i miei capelli abbastanza, rendondoli quasi decenti, non ci insistevo molto, sapevo tanto che dopo neanche 15 minuti si sarebbero spettinati.
Infalai ai piedi le mie etnies nere, presi le chiavi della mia moto, una Hm derapage rr 50 nera. Attacai le cuffie nel telefono, le misi facendo partire riproduzione casuale, usci di casa, mi misi il casco, preferisco andarci senza lo so è pericoloso ma amo sentire il vento tra i capelli, ma oggi non volevo rischiare la polizia, ero già in ritardo. Sali in moto, e parti verso il mio caro nuovo amico psicologo. Finalmente la musica parti, e mentre sentivo lo scroscio della pioggia nelle mie orecchie con la voce di Gue pegueno con scappati. di casa, intanto aveva iniziato a piovere anche nella realtà, concidenze non credo.
~non eri bella normale, ma di quella bellezza che abbaglia~ mentre ragionavo sul significato di quella frase che avevo dedicato a Camila. La canzone era già finita, sostituita da quadrifogli, che avrei voluta godermela per bene, invece no. Finalmente ero arrivata davanti allo studio dello strizza cervello.
Parcheggiai la moto, staccai la musica, mi tolsi le cuffie che buttai in tasca e suonai il campanello. Un tizio sulla ventina mi venne ad aprire, era vestito bene, camicia di jeans, jeans strappati, pelle ambrata, occhi nocciola e labbra finita, aveva un anti-eyebrow. Mi rivolse la mano in segno di salutò, gliela strinsi. Mi fece entrare e si accomodò su una poltrona. Lo stavo scrutando.
P: "Accomodati purè" mi disse in tono gentile indicandomi una poltrana di fronte alla sua.
P: " Allora, mi presento mi chiamo Michael, ho venticinque anni, dammi del tu e puoi benissimo comportarti come faresti a casa tua." Bhe a quelle parole appoggiai i piedi al tavolino.
E: "Mi chiamo Emma, ho 16 anni e vivo una vita di merda.
P: "Bene, Emma perché avresti una vita di merda?"
E: " Sai essere picchiata dal padre, per poi denunciarlo, e non essere creduta. Mi considerano matta e per questo che sono qui."
P: "Bene, ma apparte questo."
Mi veniva voglia di picchiarlo, lui è la sua voce calma e tranquilla come se nulla fosse.
E:"Scommeto che non mi crede neanche lei."
P:" Io non deve crederle, ma neanche crederle, Io devo solo ascoltarla e riportare qui tutto quello che dice."
Era arrivato il momento di scoprire se riuscivo a cambiare il suo stato di calma.
Quindi con voce sexy e calda dissi:
"Sa, non riesco a smetterla di guardarla, mi sta eccitando, scrivera anche questo nel suo rapporto"
Bhe il mio piano stava funzionando, vidi subito il suo colorito arrosare, e cercava di dire qualcosa, ma balbettava. Cazzo, stavo letterarmente crepando dalle risate dentro.
Quindi mi alzai andai verso di lui, e gli sussurai all'orecchio:
"Era solo uno scherzo"
Gli diedi una pacca sulla spalla e mi allontanai e vidi il suo volto diventare serio, stava per rimproverarmi quando lo bloccai.
"Lo aveva detto lei, che dovevo comportarmi come a casa."
Mi avvicinai alla porta e aggiunsi controllando il telefono:
"Mi scusi ma ora devo proprio andare, ho un appuntamento."
P: "No, aspetti la seduta non è ancora finita."
Intanto io sali in moto, mi infalai il casco.
E: "Sa, inizia a starmi simpatico, ma il tempo è poco e non posso perderlo passando a chiaccherare con lei. Be la prossima volta voglio il tè con i biscotti, arrivederci."
Non fece in tempo a parlare che io ero già sfrecciata via con la mia moto.

Ciauu a tutti.😏
Spero che vi piaccia😏😏
Continuo a 4 mi piace. Mlmlml
Il disegno sopra è quello della maglietta

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