Ci vediamo al bagno del primo piano

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Dopo aver raccontato tutto alla sua migliore amica (tutto a partire da quando era uscito di casa), Alex era quasi senza fiato, si era sdraiato sul letto e stava abbracciato ad un cuscino. Dall'altro capo del telefono Daphne stava in silenzio cercando di elaborare un piano per salvare il culo al suo migliore amico stando a New York.

"Potresti chiedere a questa tua amica di farti da copertura, infondo non sarebbe la prima volta"

Era vero, quando Alex viveva ancora a New York per un periodo aveva finto di avere una relazione con Daphne, ma più per scherzare che altro. Lei era la sua migliore amica e lui sospettava che ciò fosse anche dovuto al fatto che lui fosse gay.

-Non posso, lei mi ucciderebbe-

"Non hai altre amiche a cui chiederlo?"

-Sono qui da una settimana Daph, non ho nessuno a cui chiederlo-

"Perché non dici semplicemente la verità ai tuoi genitori?"

-Perché mi ucciderebbero-

"Come sei tragico"

-Daph, non sono tragico, lo sai come sono i miei genitori-

"Ok, allora no ho altre idee"

- Stai scherzando?! Una volta che uscirò da questa camera i miei mi riempiranno di domande, vorranno conoscerla!-

"Allora tu non uscire più"

Alex non potè nemmeno rispondere a quella grande idea che sentì la porta di casa aprirsi e poi chiudersi. Suo padre era tornato. Sentì la voce concitata di sua madre che gli andava incontro per dargli la notizia del giorno, e dopo pochi minuti la voce di suo padre che lo chiamava per scendere a mangiare.

-Devo andare Daph-

"Buona fortuna"

Alex chiuse la chiamata che durava ormai da ore e si diresse in cucina dove i suoi lo stavano aspettando a tavola.

-Così ti sei fidanzato eh?- esordì suo padre.

-Eehm sì-

-Quando ce la presenterai?-

-Mamma!!-

-Suvvia figliolo, tua madre ha ragione, vogliamo conoscerla, come hai detto che si chiama?-

-Charlotte- rispose sua madre al suo posto.

-Preferisce essere chiamata Lottie-

Continuarono a fargli domande del genere per tutta la durata del pasto, come se si volessero accertare dell'esistenza effettiva della ragazza. Dopo quel estenuante interrogatorio, Alex si alzò da tavola e, con la scusa di dover finire i compiti, si chiuse in camera fino al mattino successivo.

Lunedì mattina la sveglia suonò alle 6:00. Alex si alzò e, dopo essersi fatto una doccia, indossò in fretta dei jeans aderenti e una felpa larga. Preparò lo zaino e vi mise dentro la maglia che Dorian gli aveva prestato il giorno prima. Poi corse fuori di casa prima che qualcuno dei suoi genitori lo fermasse per tormentarlo ancora. Nonostante tutti gli sforzi perse l'autobus che gli passò davanti senza calcolarlo minimamente. Allora si diresse a scuola a piedi, aveva percorso un isolato quando una moto nera gli si accostò di fianco. Dorian alzò la visiera del casco e gli sorrise, facendoli segno di salire con lui. Alex prese l'altro casco e salì abbracciandosi al ragazzo che stava alla guida. Arrivati a scuola scesero dalla moto, Alex aveva deciso che doveva parlare seriamente con Dorian, ma prima doveva capire quanto veramente a lui importasse. Dorian, che sembrò avergli letto nel pensiero come al solito, lo prese per mano e lo tirò a se, lasciandogli un leggero bacio sulle labbra, che fece diventare la faccia di Alex color pomodoro.

-Durante la seconda ora ci vediamo nel bagno del primo piano ok?- gli chiese Dorian sorridendo, anche se la domanda sembrava più un'imposizione che altro.

-Ok...-

Dorian gli sorrise nuovamente e poi si allontanò per raggiungere Lottie che lo aspettava davanti all'entrata.

-Dorian aspetta!!-

-Si?!-

-Devo ridarti la maglia che mi hai prestato-

-Nah, puoi tenertela tanto a me iniziava a stare stretta- rise di nuovo e poi raggiunse la sua amica.

La prima ora fu la noia più totale. E così anche l'inizio della seconda, quando scattò la mezza Alex chiese il permesso di andare in bagno. Una volta uscito dalla classe corse verso il bagno in cui si doveva vedere con Dorian. Aspettò lì per cinque minuti buoni e quando iniziò a pensare che l'altro non sarebbe arrivato lo vide salire le scale per raggiungerlo.

-Oh sei qui davvero- disse Dorian sorpreso, anche se Alex non ne capiva il perché.

-Già-

Dorian gli sorrise, lo prese per mano e lo portò in bagno chiudendo a chiave la porta dietro di sé. Lo fece appoggiare con la schiena al muro e iniziò a baciarlo appassionatamente. Quando Dorian si staccò da lui per riprendere fiato, Alex gli appoggiò le mani sul petto per fermarlo.

-Che c'è?-

-Tu...io, che cosa siamo esattamente?-

Dorian sorrise -Amici con benefici?-

Alex abbassò lo sguardo. 

Perfetto, era il toy boy di un ragazzo che conosceva da meno di una settimana.

Dorian rise e gli alzò il mento con le dita per costringerlo a guardarlo. Alex aveva gli occhi lucidi, e di lì a poco avrebbe sicuramente pianto.

-Guarda che sto scherzando eh- Dorian lo baciò un'altra volta - tu sei il mio ragazzo ora, sempre se sei d'accordo ovvio-

Alex sorrise e Dorian riprese a baciarlo ma il biondo lo interruppe ancora.

-Devo dirti una cosa-



***Anche questa volta finirò il capitolo così, in modo che non debba stare a ripetere tutto in un discorso diretto, spero vi stia piacendo. Come al solito perdonate eventuali errori di ortografia. Al prossimo capitolo.***


Goodbye Agony -COMPLETO-Where stories live. Discover now