Capitolo 1

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Pov Stefano
Non pensavo che potesse finire così in fretta, nessuno lo pensava.
Quando tutti ti credono la coppia perfetta, quella che durerà per sempre, non ci fai nemmeno troppo caso alle piccole cose.
Poi cominciano a perdere importanza le cose che per una coppia sono fondamentali ed è li che scopri che la fortezza in cui pensavo di trovarti non è altro che un misero castello di carte.
Tutto può crollare da un momento all'altro e con noi è successo.
Fra me e sascha è durata esattamente 7 mesi e 13 giorni, poi più niente.
Sono già passati due anni, ma lui resa l'unica certezza nella mia vita perchè io so che non smetterò mai di amarlo.
Suono al campanello e ci vogliono massimo due secondi perchè qualcuno apra la porta.
"Benvenuto a casa!" esclama Sal non appena mi vede.
Abbiamo preso un appartamento insieme per essere più vicini all'università e lui ci è venuto un paio di giorni prima di me.
Io ho aspettato fino all'ultimo momento, domani cominciano i corsi.
Ho deciso di studiare lettere, mentre Sal è iscritto a economia.
Sinceramente la mia scelta sembra quasi strana anche a me, ma mi piacerebbe poter fare l'insegnante.
"Come va? Hai paura?" mi chiede Sal distogliendomi dai miei pensieri.
Parla di sascha, sa che potrei rivederlo da solo oppure con quello e potrebbe farmi davvero male.
Scuoto la testa "è tutto a posto, ormai l'ho superata" gran cazzata.
"Sai che nemmeno il più stupido degli stupidi ti crederebbe vero?" chiede con tono scherzoso.
Abbasso lo sguardo giusto per non fargli notare che mi ha fatto fare un piccolo sorriso.
Amo il tuo sorriso Ste, quanto mi piacerebbe poter essere la persona che ti farà sorridere per sempre
Lo sarai
Ogni tanto succede, mi rivedo scene di noi e subito il sorriso scompare.
Non perchè mi ha messo tristezza, anzi, io so che Sascha prova ancora qualcosa per me, ma perchè i miei sorriso sono solo per lui.
"Dove dormo?" chiedo atono.
Il suo volto subito si scurisce, lui vorrebbe che me lo dimenticassi.
Fa un cenno con la testa verso il corridoio "per di qua"
Lo seguo lungo il corridoio e poi attraverso una porta.
"Eccoci, io vado a finire di sistemare alcune cose, tu fai pure con calma" dice dandomi poi una pacca sulla spalla e allontanandosi.
La camera non è male, abbastanza grande e con un letto matrimoniale addossato alla parete di fronte alla porta, a destra una porta finestra che porta a un grande terrazzo e un finestra con sotto una scrivania e a sinistra un armadio.
Ci sono scatole e scatoloni praticamente ovunque, ma non ho la minima voglia di cominciare a svuotarle.
Mi butto sul letto e sovrapensiero mi passo le dita sul polso, sul punto in cui ho tatuato quella scritta.
Senza te potrei morire.
Non me ne pento, nonostante fra noi ora sia finita, per me lui resta la pensona più importante.
E è ancora vero, senza lui sto male, la mia vita è vuota e non so quanto potrò reggere ancora.
L'unica cosa di cui mi pento è di averlo fatto troppo tardi.

Sistemo l'ultimo piatto nella lavastoviglie e poi posso tornare in camera.
Passo davanti ad un altra porta e sento sal parlare.
"No Giuse!" esclama di colpo anche se fino a prima aveva praticamente bisbigliato.
Poi sta zitto qualche secondo, probabilmente sta parlando Giuseppe.
"Diavolo no! Non farei entrare ste in quel appartamento neanche se fosse l'ultimo appartamento libero di Milano!" ma di che diavolo stanno parlando.
Lui è agitato, lo sento.
Me lo vedo, seduto sul letto con lo sguardo corrucciato a gesticolare come un matto anche se Giuseppe non può vederlo.
Già lui gesticola di suo, quando è arrabbiato poi è anche peggio.
"Ma sei matto? Non gli farò conoscere quel tipo!" ma di chi stanno parlando?
Chi non posso conoscere?
Che la mia paura più grande sia divenuta realtà?
Sascha convive e porta avanti una relazione con quel ragazzo da così tanto tempo?
Mi accarezzo il polso sinistro, esattamente sulla scritta e sento come un groppo in gola.
"Senti non puoi capire" è esasperato, vorrebbe chiudere la chiamata e si sente "ciao"
Per colpa mia Sal si è allontanato dagli altri e mi dispiace, però da un certo verso sono contento che abbia rinunciato alla loro amicizia per preservare la nostra.
Aspetto un po' di tempo e dopo circa sei sospiri di Salvatore capisco che è passato abbastanza tempo da non destare sospetti.
"Hey..." comincio e quasi non lo so nemmeno io cosa voglio chiudere.
"Ciao" mi saluta a sua volta lui indossando un falso sorriso di circostanza.
Mi schiarisco la gola "allora, tu in questo tempo sei rimasto in contatto con Giuseppe?" e vorrei chiedere anche di sascha, ma so che è meglio di no.
Lui sospira "vuoi sapere davvero di Giuseppe o ti interessa sascha?" chiede inespressivo.
Abbasso lo sguardo e meccanicamente la mano destra raggiunge il polso sinistro.
Vorrei rispondergli che non lo so nemmeno io, ma non penso sia la frase giusta.
"Sei agitato vero?" chiede con un sorrisetto che non ha poi tanto di allegro "ogni volta che sei in ansia o spaventato accarezzi il tatuaggio" non pensavo che qualcuno l'avesse notato, a stento me ne accorgo io.
Sospira di nuovo "sai, vorrei che tu affidassi le tue ansie e paure a qualcuno di vicino a te, non ad un tatuaggio che rappresenta il ricordo di una persona che non ci sarà più"
Lo odio quando fa così.
"Non parlarne come se fosse morto" è l'unica cosa che mi esce e lo dico in modo quasi aggressivo.
Forse ho esagerato.
"Senti" comincia lui deluso "quello che pensi e provi non sono affari miei, ma poi non venire a piangere da me, ti ho già consolato troppe volte, non meriti di essere ancora triste"
Mi fa sentire in colpa anche se so che il senso del suo discorso è un altro.
Non vuole dirmi che sono un peso, ma dirmi che ho già sofferto abbastanza.
Però nonostante tutto io so di essere un peso per lui.
Gli ho anche fatto cominciare l'università un anno in ritardo.
"Ste smettila" mi sento dire da Sal "so quello che stai pensando e non è vero"
Faccio un piccolo sorriso, il legame fra noi si è rafforzato moltissimo in questo anno e mezzo.
"Come sta sascha?" alla fine non era proprio questo che volevo chiedere, ma è importante sapere almeno se è felice.
Sarebbe stupido da parte mia convincermi di essere l'unica persona che può renderlo felice.
Lui sospira, ma in fondo lo sapeva che era questo che volevo sapere.
"Da quello che so bene, penso che l'abbia superata" e non nemmeno se credergli.
Forse vuole convincermi a rinunciare, oppure l'ha superata davvero grazie a quel ragazzo.
Resta il fatto che sento un enorme peso all'altezza dello stomaco.
"Quel ragazzo..." comincio a chiedere ma lascio in sospeso.
Lui annuisce.
Sento le lacrime agli angoli degli occhi spingere per uscire.
"Ok" bisbiglio "grazie" e esco dalla stanza.
Entro velocemente nella mia e mi butto a letto.
Le lacrime cominciano a scendere e cerco di soffocare un singhiozzo.
Senza di lui io non esisto e questa consapevolezza mi fa quasi male.

Eccomi qui col sequel di you & i (a cui sto pensando di cambiare nome fra l'altro) che spero vi piaccia quanto quella.
Allora!
Chi sarà questo ragazzo misterioso di cui parlano?
Lo scoprirete nel prossimo episodio!
No vabbe scusate per il degrado, ma sono così e vi tocca tenermi.
Per cominciare ce la facciamo ad arrivare a 50 stelle?
Dai io credo di si.
Detto questo...
Commentate se vi va e ci vediamo al prossimo capitolo.
Ciao ciao
Emma

It can be perfect ||saschefano||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora