Cap 5: Fix you Coldplay

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Anna

Il silenzio della biblioteca mi rende irrequieta.
James davanti a me immerso in uno studio in cui io non so perdermi.
Richard fuori dalla porta.
Lo so che è lì ad aspettarmi.
Ancora.
Non posso continuare così.
Finirò per non riprendermi più.
So anche questo.
E Claire entra dalla porta.
La borsa in spalla.
Gli occhi sfuggenti.
Un saluto accennato sedendosi al nostro tavolo.
"Ehi, dove diavolo sei stata?" James a rimproverarle un ritardo inaspettato.
Il mio sguardo sugli appunti che non riesco a memorizzare.
E il silenzio di Claire mi rende irrequieta, proprio come quello che echeggia qui dentro.
"Si può sapere dove sei stata?" continua James lasciando cadere la matita sul libro aperto.
E Claire armeggia con la sua borsa, posa il quaderno sul tavolo, lo sguardo assorto di chi da l'impressione di non voler rispondere.
"C'è Ric fuori" dice guardandomi.
Le mani conserte sul tavolo, il braccio che si muove piano a portare i suoi capelli dietro le spalle.
"Lo so" rispondo fingendomi indifferente.
"Vuoi rispondermi?" James si lascia andare al poggia schiena della sedia.
"Ero all'aeroporto a recuperare un amico" Claire segue il suo gesto.
Nei suoi occhi un evidente stato di confusione.
All'aeroporto.
A prendere un amico.
Alzo gli occhi.
Incontro i suoi.
Il suo viso che mi fissa immobile, poi si muove piano ad annuire.
Sento la gola asciugarsi.
Le mani tremare.
Il cuore battere.
Il passato che non mi sono lasciata dietro tornare.
Sento le mie labbra aprirsi in un movimento incondizionato.
Lo stupore percorrermi.
L'incredulità farsi viva.
Sento quello che mi è mancato farsi vicino.
Lo sento.
È dentro il mio petto a riportare a galla momenti che mi hanno tolto la necessità di sorridere.
Mi alzo dalla sedia senza pensare.
La sento cadere dietro di me mentre getto gli appunti in borsa.
Il suo rumore riempie questo silenzio che mi tende irrequieta da troppo tempo.
"È tornato?" James si prende la mia stessa sorpresa formulando quella domanda.
Claire si volta verso di lui, allarga le braccia in segno di disappunto.
"È tornato. Sì" un lieve sorriso a percorrerla.
Ed io corro verso l'ingresso.
Richard a prendersi il mio arrivo anticipato.
"Anna" si alza dagli scalini inseguendo il mio passo veloce.
"È tornato" dico mentre i miei occhi si riempiono.
Materializzano quell'emozione che sa diventare tangibile.
Quel liquido trasparente e appuntito.
Capace di trasformarsi nella manifestazione di troppe cose.
E il sapore delle lacrime che scendono dai miei occhi, ora, non lo so, di cosa sa.
Non piango per dolore.
Non piango per dispiacere.
Neanche per gioia.
Né felicità.
Piango perché non mi importa cosa mi aspetta.
Piango perché è tornato.
E neanche riesco a pronunciare il suo nome tanto mi sento smarrita.
Richard si ferma un istante.
"Chi?" chiede con la fermezza di chi non sa accettare l'ovvietà delle mie parole.
Continuo a camminare, seguo una strada che ho percorso a lungo, torno indietro.
I miei pensieri a seguirmi, a rendermi irrequieta, come il silenzio a cui non ho saputo abituarmi.
E Ric è di nuovo dietro di me.
Raggiunge il mio voler raggiungere.
"È tornato ma non troverai ciò che hai lasciato" le mani nelle tasche della felpa, il cappuccio adagiato sul capo, i suoi occhi azzurri a guardare il terreno che calpestano i suoi piedi.
"Non mi importa" mi volto rabbiosa, il dito a toccare il suo petto.
"Non mi importa" ripeto piano.
Un respiro che non riesco ad afferrare ad entrarmi dentro.
"Lo conosco. Lo conosco Anna. Non sa cosa sono le vie di mezzo. Proprio come me" la sua voce a mettermi in guardia di fronte a ciò che mi aspetta.
"Non mi importa" dico appena tornando a camminare.
E svolto l'angolo.
E un rumore che non sono stata capace di dimenticare ad investirmi.
E l'amore. Quello vero a percorrere il mio sguardo.
E Nicolas che non rispetta una fermata obbligatoria.
E i suoi capelli un po' più lunghi a sfidare il vento.
E l'aria che diventa irrespirabile.
Guardo Ric e uno strano sorriso arriva dove non pensavo potesse tornare.
E la Ducati che corre sul rettilineo.
E quegli occhi profondi, quegli occhi che ho avuto paura di non poter rivedere più, concentrati sulla strada.
Dio.
Dio.
È tornato.
È tornato davvero.

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