Nineteen.

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Fissai l'anello con sguardo assente. Non riuscivo a mettere un argine ai miei pensieri. Due anelli? Proprio non capivo.

Evidentemente la Mano Nera aveva più di un anello, ma perché uno ce l'aveva Liam? E perché si era dato la pena di nasconderlo in un buco scavato nel muro? E perché, se si vergognava tanto del marchio che aveva sul petto, si teneva stretto l'anello che, con ogni probabilità, gliel'aveva procurato?

In camera mia, tirai fuori il violoncello dall'armadio e misi l'anello di Liam in una delle tasche della custodia, insieme al suo gemello: l'anello che avevo ricevuto la settimana prima. Non riuscivo proprio a trovarci un senso. 

Ero andata da Liam a cercare delle risposte, ed ero tornata più confusa che mai. Potevo continuare a ragionare sugli anelli, magari elaborando anche delle teorie, ma non avevo assolutamente idee.

Quando la pendola batté la mezzanotte, controllai e ricontrollai la serratura della porta d'ingresso e mi infilai a letto. Tirai su il cuscino, mi sedetti ben dritta e mi misi lo smalto blu notte sulle unghie delle mani, quindi passai alle unghie dei piedi. Accesi l'iPod e lessi diversi capitoli del libro di chimica. 

Non potevo andare avanti in eterno senza dormire, ma ero decisa a resistere il più a lungo possibile. Ero terrorizzata all'idea che Zayn mi stesse aspettando dall'altra parte.

Non mi resi conto di essermi addormentata finché non fui svegliata da uno strano cigolio. Restai a letto, immobile, cercando di capire da dove provenisse. Le tende erano tirate, la stanza in ombra. Sgusciai fuori dal letto e diedi un'occhiata attraverso le tende. Il giardino era immobile. Quieto. Ingannevolmente tranquillo.

Di sotto, si sentì un leggero scricchiolio. Afferrai il cellulare sul comodino e aprii la porta quanto bastava per poter sbirciare fuori. Il corridoio era libero, quindi uscii. Il cuore mi batteva talmente forte che ebbi paura che il petto potesse rompersi. 

Ero arrivata alle scale, quando un piccolo scatto mi fece capire che qualcuno stava girando lamaniglia della porta d'ingresso. La porta si aprì e una figura circospetta entrò nell'ingresso buio Liam era dentro, a pochi metri da me, ai piedi della scala. 

Strinsi più forte il cellulare, che rischiava di scivolarmi dalla mano sudata. - Che ci fai qui? - gli gridai.

Lui alzò la testa di scatto, spaventato, poi mi mostrò le mani per farmi vedere che era disarmato. - Dobbiamo parlare. -

- La porta era chiusa a chiave. Come hai fatto a entrare? - La mia voce era acuta, tremante.

Non rispose, non ce n'era bisogno. Liam era un Nephilim e aveva una forza inaudita. Ero quasi certa che, se fossi andata a controllare, avrei trovato la serratura rotta dalla pura e semplice forza delle sue mani.

- L'effrazione è un reato. - dissi.

- Anche il furto. Hai rubato qualcosa che mi appartiene. -

Mi inumidii le labbra. - Possiedi uno degli anelli della Mano Nera. -

-Non è mio. L'ho... rubato. - Mentiva: lo capii dalla leggera esitazione della sua voce. - Ridammelo, Darcey. -

- No. Prima devi dirmi tutto. -

- Possiamo passare alle maniere forti, se credi. - E salì il primo gradino.

- Non muoverti! - gli ordinai, il dito sui tasti del cellulare, pronta a chiamare il 911 . - Se fai un altro passo, chiamo la polizia. -

- Ci metteranno venti minuti ad arrivare. -

- Non è vero. -  Invece sì, e lo sapevamo entrambi.

Let me love you. 》zjm.Where stories live. Discover now