Capitolo 1

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Sempre i soliti clienti che mi chiedono lo stesso ordine. Avrei potuto disegnare ad occhi chiusi la caffetteria ogni giorno. Il gruppetto delle vecchie amiche d'infanzia seduto nell'angolino della stanza, il camionista Jack che si sporca i suoi lunghi baffi con la panna della bevanda che stava sorseggiando, il mio caro vicino che legge il giornale seduto nello sgabello del bancone. Tutto accadeva in un preciso istante. Il gruppetto delle signore venivano intorno alle nove di mattina e restavano qui fino alle undici,Jack passava dalla caffetteria verso le dieci di mattina per la sua pausa, e infine il mio vicino che passava la maggior parte della giornata qui. Ditemi voi se questa non è chiamata monotonia.
Raccolsi i miei lunghi capelli castani in un tuppo leggermente scombinato. Strinsi il nodo del grambiule e iniziai a pulire il bancone. Non guadagnavo molto, ma quello che prendevo lo conservavo per comprarmi una casa. Già, vivevo con la mia famiglia in una discreta casa a pochi isolati dalla caffetteria. Non avevo né fratelli né sorelle, solamente una madre e un padre che lavorava nell'esercito. Non ho un buon rapporto con mio padre a causa del suo lavoro che lo teneva lontano dalla nostra famiglia.
Il campanello della porta suonò e una figura avanzò nella pasticceria. Alzai lo sguardo ed era Lauren, una mia cara amica, che avanzava verso di me.
-Signorina, ha intenzione di venire da me stasera?
Chiese abbracciandomi
-Lauren, sto lavorando, staccati
Dissi quasi ridendo. Era una persona molto libera e strafottente. Non le importava niente delle regole o di quello che dicevano i suoi genitori. La sua regola era vivere ogni giorno come se fosse l'ultimo e fare tutto quello che uno si sente.
-Oh, ma porca troia, fottitene. Allora, vieni?
-Non so, devo vedere.
-Come non sai? Ti devo raccontare molte cose, specialmente una che è grandiosissima
La guardai e sorrisi
-Va bene, vengo sta sera da te. Non farmi trovare delle tue amichette mezze nude sul tuo letto.
Rise e scosse la testa
- Ho incontrato una ragazza che mi piace veramente troppo. Ormai le altre non mi interessano più.
Dopo avermi salutato uscì sistemandosi i suoi lunghi capelli neri. A lei non importava molto il giudizio degli altri nei suoi confronti, sia per il suo orientamento sessuale sia per il suo comportamento.
Lei era felice perché era sé stessa e dava sempre il meglio di sé, il contrario mio.
Ho provato numerose volte ad essere qualcun altro che potesse dare il meglio di me. Cercavo di crearmi una maschera per farmi accettare da tutti: genitori, parenti, amici, e altri. Ma poi capì che era tutto inutile. Era meglio restare me stessa con i miei difetti e con il meglio di me nascosto nell'abisso della mia anima. Forse è colpa del mio carattere ,un pò timido, che non riesco a dare il cento per cento di me.
Stavo per iniziare a spegnere tutto quando un gruppetto di ragazzi entrarono in caffetteria. Erano più o meno quattro, tutti molto belli e simpatici, tranne uno. Sembrava molto freddo e cupo. Andai verso di loro e sforzai un sorriso.
-Che ordinate?
Dissi guardando un ragazzo biondino con gli occhi azzurri
-Tre cappuccini bella
Mi sfoggia un sorriso e non faccio altro che abbassare la testa. Alzai lo sguardo e i miei occhi si scontrarono con due occhi  verdi.  Sembravano freddi ma caldi nello stesso tempo. Scossi la testa e distolsi lo sguardo.
-Va bene così?
-Sì, grazie.
Andai a preparare i cappuccini. Sentivo il mio corpo essere squadrato da quei quattro ragazzi. Mi girai un attimo e vidi solamente il ragazzo dai capelli lunghi osservarmi senza emanare nessuna emozione. Non riuscivo a capire se mi stesse disprezzando o no.
Odiavo essere guardata dalle persone, soprattutto dai ragazzi.
Presi le tazze e gliele portai
-Ecco a voi
Sorrisi dolcemente
-Harry, sei sicuro di non voler prendere niente?
Harry. Quel ragazzo si chiamava così.
-Louis, se dico no è no. Non insistere cazzo
Vedo i suoi occhi verdi alzarsi verso il cielo e gli altri ridere nel frattempo
-Hai il ciclo?
Disse scherzando il biondino.
-No.
Sbottò per poi guardarmi. Ero così tanto presa da quel ragazzo che non mi accorsi di essere rimasta lì, imbambolata,  al loro tavolo. Scossi la testa e camminai velocemente verso un tavolo da pulire. Sentivo le guance scoppiare dalla vergogna.
Il gruppetto dei ragazzi rimase in caffetteria per un quarto d'ora.
Appena andarono via i miei occhi non smettevano di cercare quelli del ragazzo.
Cara Rose, questa è stata la prima e l'ultima volta che hai visto questo ragazzo.
Pensai per poi sospirare e iniziare a chiudere il negozio.

-Rose, mi stai ascoltando?
Mi chiese Lauren.
No, non la stavo ascoltando affatto. Quei due occhi verdi mi avevano stregato. In mente avevo la sua faccia stampata. Le sue labbra sottili quasi rosse, i suoi capelli che gli arrivano sulle spalle, e io suoi occhi che sono la fine del mondo. Non mi era mai successa una cosa del genere a primo impatto. Per farmi incantare, o bloccare male, con un ragazzo, ci voleva veramente molto tempo. Non dico di essermi innamorata o frequentata numerose volte, ma in quelle poche volte ci è voluto veramente tanto
-Cristo!Rose, ci sei?
Scossi la testa e la guardai
-Sì, mi stavi parlando di questa ragazza di nome Camila. Continua
-No, tutto non mi stavi ascoltando. Infatti non hai detto che ci siamo baciate e l'altro giorno è venuta qui. Che ti prende?
I suoi occhi verdi cercavano di studiarmi. A differenza di Lauren gli occhi di Harry sono molto più curiosi, molto più affascinanti, forse perché lui è un maschio quindi mi attrae di più?
-Oh, beh, niente
Sorrisi
-Continua a parlare, Lauren.
Aggiunsi per poi sentirla parlare di questa ragazza.

Ero distesa accanto a Lauren. Lei dormiva mentre io osservavo il suo tetto scorparso di stelline luminose. Non riuscivo a capire il perché mi fossi fissata con questo Harry. Non conoscevo niente di lui, oltre il suo nome. Mi girai nel letto e socchiusi gli occhi.
Speravo solamente di vederlo ancora una volta. 

Best Of Me-Harry StylesOnde histórias criam vida. Descubra agora