3 capitolo

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Mi osservai allo specchio. Dovevo ammettere di stare veramente bene vestita elegante. Per decorare il mio viso mi misi delle perle e sistemai i capelli in un elegante tuppo.

Bussai alla porta e nel mentre sistemai il colletto della mia camicia.
Un ragazzo, vestito quasi come me, aprì la porta e mi squadrò.

-Devi essere Rose.
Era rimasto lì, composto, davanti la porta. Aveva un aspetto molto serio rispetto alla sua giovane età.
-Sì, sono io
Osservai il ragazzo che dopo un poco mi sorrise
-Piacere, mi chiamo Wesley
Sì avvicinò a me e mi tese la mano. Riuscì ad intravedere i suoi occhi verdi che andavano sul castano.
Sì, erano belli. Ma non quanto quelli di Harry.
Strinsi la sua e sorrisi.

Mi fece entrare e iniziò a spiegarmi ciò che dovessi fare.

Gli invitati incominciarono ad arrivare. Il grande salone e il giardino si riempiva sempre di più. Tutti avevano dei vestiti eleganti e accessori molto costosi.

Il violino,e tutti i vari strumenti, risuonavano nelle orecchie provocando una leggera rilassatezza.

Tutto andava alla grande. Io stavo andando molto bene e tutto mi sembrava così strano.

Non ero abituata a quei contesti.
Troppi soldi, troppa eleganza, troppo ceto alto.

Uscii fuori in giardino per portare degli antipasti agli invitati. Fuori la soave musica degli strumenti si contrastava con della musica rock. Corrugai la fronte per poi fare le spallucce.

-Rose
Sentii Wesley chiamarmi e subito mi girai per raggiungere il ragazzo.

-dimmi
Sorrisi e lo guardai
-Vai nella casa qua accanto e riferisci al vicino del propetario di abbassare la musica.

Lo guardai e annuì

-Vado subito

Uscii da quella enorme casa per poi raggiungere quella di fianco. Era pure bella, ma più piccola rispetto a quella del Signore Mark.

Bussai alla porta e nel mentre squadrai il giardino della casa.

La porta si aprì ed alzai lo sguardo.
Un ragazzo biondo con gli occhi azzurri mi guardò.

Lo conoscevo di già. Ma non ricordai dove.

-Scusa se ti disturbo. Il signore Mark chiede se cortesemente potreste abbassare la musica.
Chiesi leggermente a disagio
-Lo so,non è colpa mia.Quei coglioni aumentano
Risi e scossi la testa.
-Hai pure tu invitati?
-si- mi guardò e sorrise- vuoi unirti a noi, bella?
-No, non posso
Sorrisi e scossi la testa.
-per favore, abassa la musica

-Ora vado- disse sorridendo- ma prima una curiosità
-dimmi
-tu sei la ragazza che lavora alla caffetteria qui vicino, vero?
Sorrise e mi guardò intensamente
-si, ecco perché sembravi conoscente- dissi sistemandomi i capelli

Era l'amico di Harry. Stava nel loro gruppetto. Lui era quello che aveva ordinato per tutti.

-Ecco- sorrise- vado ad abbassare la musica

-Che cazzo vuole questa?

Disse una voce in lontananza. Era così calorosa e rauca. Era come quella di Harry.

Spalancai gli occhi. I suoi occhi verdi erano illuminati dal lampione fuori la casa. La maglia nera con le maniche arrotolate faceva vedere tutti i tatuaggi che aveva nelle braccia.

Cristo, era stupendo.

-Dio, Harry, sei sempre così scortese-
Il ragazzo alzò gli occhi al cielo e aggiunse- è la ragazza della caffetteria, ricordi? O sei completamente andato?

Harry mi stava squadrando.Forse mi aveva riconosciuto, forse no.

-tu sei la ragazza della caffetteria- disse- quella che ha buttato il caffè a terra- rise e mi guardò- si, mi ricordo di te.

Iniziai ad arrossire. Era così mortificante quella situazione. Mi stava prendendo in giro, da quanto avevo capito.

-Va bene, è stato un piacere- dissi per poi girarmi e scendere i gradini della casa.

Sentii Harry ridere e poi la porta della casa chiudersi.

Mi faceva piacere che lui si ricordasse di me, ma al contrario il modo per il quale mi riconoscesse.

La cosa veramente strana è come io possa essermi fissata con quel Harry. I suoi occhi mi avevano stregata,ne ero certa. Però l'unica pecca era che solo io mostravo questo interesse.

La serata era finita e io accumulai un bel pò di soldi, ma non bastavano lo stesso.

Non solo mi bastavano per una mia futura casetta d'affitto, ma non mi bastavano nemmeno per potere aiutare mia madre con le spese sanitarie.

Avevo troppi pesi sulle spalle e troppe responsabilità per una ragazza della mia età.

Invidiavo un pò Harry e i suoi amici. Di sicuro loro avevano una vita stupenda. Andavano al college, avevano una macchina, avevano una famiglia benestante e unità. Avevano tutto quello che a me mancava.

Come ogni sera, uscì fuori ed osserva le stelle. Mi riempivano di forza e di coraggio.

La notte vola via facilmente e io mi ritrovai subito dentro la caffetteria, con i soliti clienti.

Solita routine, solite persone, solite speranze buttate al vento.
I soliti sogni vagavano nella mia mente, i soliti occhi perseguitavano i miei pensieri facendomi diventare sempre più pazza di quel ragazzo.

Chiusi la caffetteria e camminai lungo la strada. Il mio sguardo era basso, come sempre, e le mie braccia erano incrociate sotto il petto.

Stavo camminando quando notai due scarpe, leggermente rovinate, davanti a me. Alzai lentamente lo sguardo. Poteva essere chiunque.
Un rapinatore, un delinquente, un ubriaco.
Osservai i pantaloni neri strappati nel ginocchio. Alzai ancora lo sguardo.
Aveva una maglia nera dei Ramones.

I miei occhi osservavano quel corpo fino ad incontrare il suo volto.

Il cuore iniziò a battere e le guance a farsi rosse.

-sono arrivato in ritardo per un buon caffè
Disse sorridendomi
-Ho appena chiuso, mi dispiace..
Mormorai senza togliere lo sguardo da lui
-Mh..mannaggia a me, sarà per domani
Sorrisi e lo guardai
-Posso sapere il tuo nome?
-Certo, sono Rose
Gli porsi la mano e lo guardai
-Harry
Me la strinse
-mi vedrai più spesso in caffetteria
Aggiunse per poi lasciare la mia mano.
Lo guardai andare via e sorrisi.

Quella notte non riuscì a dormire molto. I suoi occhi e il suo sorriso erano impressi nella mia mente. La sua voce così calda e rauca, i suoi tatuaggi, il suo volto, le sue labbra. Dio, credevo di diventare pazza per colpa della sua perfezione.

Best Of Me-Harry StylesWhere stories live. Discover now