1- Baby Davis

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La vedete quella morettina che si sta avvicinando all'altare? No, non quella che indossa un abito da sposa, spostate un po' lo sguardo. No, nemmeno quella di fronte a lei, non sono la damigella vestita con quello che sembra l'abito rosa che indossava la bambola di mia sorella. Io sono quella più avanti, quella che tiene in mano una macchina fotografica e che sta catturando ogni emozione sul volto della sposa. Ci speravate quasi nel mio matrimonio eh? Sia mai! Assolutamente non è tra i miei interessi. Ho visto troppe coppie separarsi dopo essersi dichiarati amore eterno, e io non voglio fare parte di quella fetta di donne divorziate d'America. Avete visto che fine hanno fatto Brad Pitt e Jennifer Aniston, Tom Cruise e Katie Holmes? Per non parlare di quelle donne che sono state lasciate quando erano ancora incinte, prendete Mel B. e Eddie Murphy. Lo so, sembro una di quelle pettegole che leggono tutti quei siti e giornali di gossip, ma cosa ve ne fregherebbe a voi se parlassi di mio padre che una sera è uscito da casa sbattendo la porta e non si è più fatto vedere? In fondo questi sono personaggi che voi conoscete e hanno un po' più di rilevanza, no? No eh? La curiosità che avete è troppa e volete sapere di più su di me. Ma io adesso dovrei lavorare... Ok. Vi concedo solo cinque minuti di esclusiva, poi però mi fate ritornare dai miei sposi, ok? La mia è una famiglia formata da sole donne, siamo una squadra e insieme siamo indistruttibili. Nella nostra vita gli uomini non esistono, non abbiamo bisogno di chi ci aggiusta il rubinetto che gocciola perché ci pensiamo noi. Non serve la sua forza per portare casse d'acqua e buste della spesa, perché anche se siamo in quattro, noi valiamo per cento. Certo, fino a vent'anni fa in casa con noi un uomo c'era. Uomo... è una parola grossa e definirlo tale è davvero eccessivo, ma continuiamo, se no poi mi perdo in lunghe chiacchiere e i cinque minuti passano in fretta. Come vi dicevo, un uomo con noi fino a qualche tempo fa c'è stato, anche se era più una figura ingombrante sul divano che altro. Una sera, all'età di sei anni tutto cambia. In una delle tante litigate tra i miei genitori, mio padre è uscito dalla porta sbattendola non ritornando più. Il motivo? Uno dei classici. Mia madre aveva scoperto una serie di tradimenti che ovviamente lui ha prima negato, poi confessato chiedendo perdono e promettendo che non l'avrebbe più rifatto. Lei negli anni l'ha sempre perdonato per amore mio e di mia sorella, con la speranza che prima o poi tutto sarebbe tornato alla normalità. Bisogna sempre capire, che quando qualcosa si rompe non si potrà mai più aggiustare. Per quanta colla e amore uno ci possa mettere, mancherà sempre quel piccolo pezzetto che farà crollare tutto. Ho sentito per anni nei miei incubi sbattere quella porta. Sono cresciuta con il ricordo delle loro liti durante le feste di Natale, di mio padre che arrivava a casa e guardava l'orologio quasi non vedesse l'ora di uscire da lì e andare dalla sua amante del momento. Vai avanti perché la vita è così... perché nonostante tutto trovi una ragione per sorridere e sforzarti di lottare. Vai avanti perché la vita perfetta non esiste, perché nella sua imperfezione devi avere il coraggio di trovare il tuo angolo di paradiso. Mi ricavo il mio spazio, il mio tempo e i miei sogni. Vado avanti anche quando il mondo mi crolla addosso e niente e nessuno si ferma, perché in alcuni casi bisogna avere la forza per tirarsi su da soli. Non sempre trovi una mano pronta ad aiutarti, perché l'unica persona che è in grado di farlo sei tu. Ho scoperto anche che l'amore non supera tutto, che il tempo logora le persone e i rapporti e che è vero, non imparerai mai a conoscere una persona davvero fino in fondo. Per quanto uno si sforzi, rimarrà sempre una parte oscura dentro di noi.Ecco perché io, a differenza di mia sorella che ha cercato l'amore di un padre mancato tra le braccia di compagni più grandi di lei, non concedo mai secondi appuntamenti. Se avete bisogno di un'esperta nel trovare ogni più piccolo difetto, chiamatemi pure, sono a vostra disposizione. No, fermate i pensieri. Non sono certo una zitellona acida né una santa. Ovviamente negli anni ho soddisfatto anch'io i miei appetiti, ma non con chiunque. Vi starete chiedendo, allora perché una che non vuole sposarsi ha deciso di fare la fotografa matrimonialista? E io prima di rispondervi vi chiedo: chi è il primo amore per una figlia? Esatto! Il padre. Il papà è il principe azzurro, è chi ti insegna ad andare in bicicletta senza rotelle, è quello che ti viene a vedere alle recite della scuola e scatta un sacco di foto, per ricordarti che orribili capelli portavi in quegli anni. Un papà rimarrà sempre un supereroe, quella persona che crederai sempre indistruttibile e che penserai rimarrà in eterno accanto a te. Ecco, se tutto questo viene a mancare, se devi crescere da sola prima del tempo, se capisci che le cose non rimangono sempre invariate e se quelle rotelle alla bicicletta te le sei tolte da sola, così come da sola hai imparato ad andare sui pattini a rotelle in casa tirando le culate per terra, capisci che solo una cosa non sarà rovinata dal tempo: la foto. Perché in una fotografia tutto rimane invariato: le emozioni, gli sguardi, i sentimenti, le persone, i ricordi. Tutto rimane fermo come fosse sospeso in un mondo senza tempo, dove le lancette dell'orologio non esistono, dove non esistono guerre d'amore e dove nessuno può soffrire. I miei sposi possono anche separarsi, bisticciare o sposarsi con nuovi compagni, ma dentro le mie foto resteranno sempre quella coppia innamorata che si guardava con lo stesso desiderio e amore di sempre. Ecco perché ho deciso di dedicare la mia vita a fotografare l'emozione più bella, perché nessuno possa mai cancellare quello che è stato. Credo che i miei cinque minuti siano quasi terminati, o forse lo sono già... ma sono così di fretta che ho dimenticato anche l'educazione. Baby Davis, piacere di conoscervi. Ehi, vi sto vedendo, non ridete del mio nome! Fa tanto Barbie lo so, ma è stata l'unica cosa che mia madre ha concesso di scegliere a mio padre e secondo me sarebbe stato meglio se non l'avesse fatto. Come già immaginerete, il nome arriva proprio dal film Dirty Dancing che ovviamente, non solo odio, ma non voglio guardare nemmeno sotto tortura. Lei che balla il mambo insieme a lui... mah, potevano scegliermi un nome diverso no? Io non ballo nemmeno. Che si aspettava mio padre, che diventassi una grande ballerina? Dite che sono una persona un po' cinica? Non mi conoscete ancora. Ho visto inseguirsi intere stagioni, passare compleanni e feste desiderando di riavere la mia famiglia, la mia normalità. Volevo poter dire alle mie amiche "mio papà è il mio uomo" e invece dovevo far finta di non sentire i pianti che mia madre faceva nel silenzio di ogni notte.Un tempo ho avuto anche io relazioni stabili e serie. Sono stata una ragazza "normale", fino a quando un giorno mi sono alzata e ho cambiato il mio mondo, ritornando la Baby che faceva finta di lavare i panni alla fontana, quella che beveva dalla caraffa in un ristorante mentre era in piedi su una sedia e anche la Baby che in costume si era messa in posa come una modella, con le braccia dietro la testa e quel sorriso da bambina che nel tempo ho perso. Il tempo... è sempre lui il mio nemico. Ho costruito barriere per proteggermi dal tempo e dalle persone. Ho disegnato su quel muro cieli azzurri, fiori colorati insieme a facce sorridenti e ho tappezzato le pareti della mia stanza proprio con quelle stesse fotografie dove ogni attimo raccontava ancora un pezzo di me. Ora sono così, non ho più paura di niente, non mi spaventa invecchiare perché io festeggio sempre venticinque anni (anche se in fondo ne ho ventisette), non mi spaventa essere single e non mi spaventa il fatto di essere così forte da riuscire a farcela in tutto da sola. Ho solo tre cose, però, che mi terrorizzano: fallire, i bambini e le rane. Non capisco perché ridete, mi sembra di non fare la comica di professione, eppure a ogni cosa che dico spunta sempre un sorriso... mah... Mi terrorizza il fatto di poter fallire nel mio lavoro. Voglio essere la prima alla quale le coppie di futuri sposi penseranno, voglio che quando riguarderanno le mie foto potranno vedere la bellezza dei loro sorrisi. Voglio essere l'incubo di ogni concorrente, la loro fastidiosa spina nel fianco. Ma più di tutto voglio essere la migliore, perché per fregare il tempo, bisogna essere più furbi. Non mi sembra invece il caso di raccontarvi del mio terrore per i bambini e le rane. Insomma, li avete visti ai matrimoni quando si avvicinano al povero fotografo con le mani tutte sporche e appiccicose? E quando iniziano a chiedere mille cose? Io non ho pazienza al riguardo, ne ho quanta volete su tutto il resto infatti se prestate attenzione, di sicuro a Times Square troverete la mia statua con scritto sotto "Santa Baby Pazienza". Nei miei incubi ci sono gruppi di bambini che disegnano con i pennarelli colorati i miei scatti in bianco e nero più belli, mille dita appiccicose sulle pagine dei miei album e peggio ancora, facce sporche di gelato o cioccolata, pronte a riempirti di baci. Vi chiedo scusa, ma io non vedo teneri angioletti... non ho l'istinto da mamma, si nota? Anche perché, se fate caso ai bambini presenti in questo matrimonio, noterete come ho perfettamente ragione. Ecco uno dei momenti più emozionanti, il primo ballo degli sposi. Amo questo momento, quando le luci si abbassano, parte la loro canzone e gli sposi si incontrano per iniziare insieme una danza, quella che li porterà a ballare insieme per tutta la vita. Dall'obiettivo della mia macchina posso notare la loro complicità, gli occhi lucidi per l'emozione di lei e il sorriso di lui. Sono questi i momenti che resteranno per sempre, sono quelli che andando a rivedere le foto a distanza di anni, ti ritornano in mente perché ti sono rimasti sotto la pelle, perché sono tuoi e nessuno te li può portare via.
Siete proprio di compagnia, i nostri cinque minuti si sono trasformati in ore e alla fine state venendo anche a casa con me. Apro la porta del mio appartamento open space e accendo i faretti bianchi del soffitto. Mi piacciono gli spazi ampi, quelli che da ogni angolo puoi vedere ovunque. Alla vostra destra dietro quella porta bianca c'è la mia camera, più avanti in fondo al corridoio la cabina armadio e il bagno, mentre la cucina è sulla vostra sinistra, dove vedete l'isola rossa con il marmo bianco. Mentre vado a prendere in cucina una birra, vi lascio ammirare alcuni dei miei scatti proprio sulle colonne e sul muro nero di fronte a voi. Pensavate di avere davanti una signora? Io dentro mi sento un po' camionista. Dopo una giornata di lavoro non mi rilasso con un bicchiere di vino, datemi la mia birra con la fettina di limone e mi renderete la donna più felice al mondo. Sono belli quegli scatti, vero? Ho amato dal primo istante il gioco di luci e ombre, dove il viso è incorniciato da emozioni celate. Nei miei scatti non troverete nessuno di importante, non state lì a sbirciare troppo, perché perdete solo tempo. Mi siedo alla mia scrivania in costante disordine, sistemata proprio di fronte a una delle tante ampie vetrate. Le luci di New York mi danno il ben tornata a casa, e mi fanno compagnia mentre scarico sul mio PC gli scatti di questa giornata. Ho ancora l'adrenalina che scorre nelle vene. Vi svelo una cosa, il matrimonio di oggi è stato uno dei più importanti che io abbia fatto fino a questo momento, ma la soddisfazione più grande è che l'ho rubato a uno dei miei più grossi concorrenti: FineArt Photo. Non ho giocato sporco, semplicemente mi piace essere un passo davanti ai miei concorrenti e se voglio essere la migliore, devo poter offrire i servizi migliori e gli scatti più belli. Per questo sono stata scelta. Quando sono arrivata in questo mondo, in molti hanno cercato di mettermi il bastone tra le ruote. Una donna che arriva dal nulla e vuole diventare grande è ancora oggi vista come una facile preda da schiacciare. Peccato non sappiano, che io all'età di quindici anni ho iniziato a lavorare insieme a uno dei fotografi più bravi e conosciuti degli Stati Uniti. Devo ringraziare lui se conosco alla perfezione tutte le tecniche alle quali aggiungo le mie emozioni. Io sono una fotografa diversa dagli altri. Tutto ciò che a loro non piace perché serve poca tecnica, a me invece piace molto, proprio perché dentro ci trovo emozioni.

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