14* Capitolo. Hermione

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Prima di tutto devo fare un po' la ramanzina. So che leggete, perche' non vi fermate due secondi a dirmi cosa ne pensate? E' frustante pubblicare cosi'; ho iniziato per me, ma anche per avere un confronto. Se non mi dite nulla come dovrei fare a capire se cio' che scrivo fa schifo o meno?

14* Capitolo

Non partiamo in luna di miele, oltre a non potercelo permettere in questo momento ci sono troppe cose che ci impediscono di andare. Ho promesso a Ginny di essere presente al parto e ora che mancano pochi giorni non posso certo lasciarla sola. Ron ha smesso di studiare, merita una pausa prima dell'inizio dei corsi; i risultati dovrebbero uscire a breve. Ha deciso di fare ancora piu' straordinari del solito per mettere da parte dei soldi quando ancora puo' farlo. Non mi entusiasma, potrei comunque chiedere per quel tirocinio al Ministero della magia, potrei svolgere delle pratiche da casa cosi' da poter lavorare subito dopo il parto. Non voglio che si spinga al limite per me, non moriremo certo di fame e poi fra poco avra' anche l'accademia da frequentare. Tutto e' temporaneo, sono certa che data la sua bravura verra' subito introdotto nelle squadre d'azione e, per quanto questo mi possa terrorizzare, ci offrira' tutto cio' che ci serve.

-A Ginny manca poco, vero?- Chiede lui entrando in cucina a prendendo un gelato dal frigorifero.

-Non dovresti mangiare prima di cena.- Sospiro per poi annuire. –Si, domani o dopodomani.

-Ho fame, dopo ceno.- Si siede a tavola, leccando il ghiacciolo. Mi guarda divertito nel tentativo di sembrare sensuale. Mio malgrado ci riesce e mi tocca dargli la schiena. Non voglio bruciare il cibo. Lo sento sbuffare risentito, e' un po' che gli nego ogni piacere corporale ma proprio non riesco a farmi venire la voglia. Sono sempre cosi' stanca e mi sento tutta gonfia, le caviglie mi stanno per scoppiare.

-Harry non faceva altro che parlare delle voglie di Ginny.

-Io non sono Ginny! Non ne ho voglia e basta.- Sbotto piu' acida di quanto vorrei. –Scusa, sono gli ormoni.- Aggiungo poco dopo.

Sento le sue braccia stringermi e mi sento meglio, almeno cosi' sono piu' tranquilla. Mi accarezza la pancia e mi strappa un sorriso. Tutto questo e' a causa del nostro piccolo bambino. Ormai non potrei immaginare di vivere senza di lui qui dentro, fa parte di me. Mi sento utile, avro' uno scopo: saro' una madre.

In quel momento sento il telefono squillare, io e Harry abbiamo insistito per averne uno in casa per comunicare piu' velocemente. Mi siedo sulla poltrona con un sospiro e rispondo.

-Ginny e' in travaglio!- Urla la voce dall'altra parte.

-Cosa?! Harry? Dove siete?- Sento l'agitazione prendere possesso della mia mente.

-Al San Mungo, venite!- La sua voce e' tesa. –Ti vuole in sala parto e io non credo di poter entrare, non riesco a vederla cosi'.- Confessa con una nota di rammarico.

-Tranquillo, arriviamo subito.- Chiudo e mi alzo ignorando un giramento di testa. –Diventeremo zii!- Quasi urlo a Ron che mi fissa perplesso.

Il suo viso perde colorito mentre inizia a balbettare parole sconnesse. Mi infilo le scarpe e, dopo aver spento i fornelli, lo afferro per mano per correre poi in ospedale. Se questo e' il suo tempo di reazione per sua sorella non oso immaginare quando partorito' io, probabilmente avro' il bambino in casa. Non mi fermo finche' arrivo in sala e mi infilo il camice che mi porge una donna, probabilmente un'infermiera. Lancio' un'occhiata a Ron che resta fuori con Harry e mi catapulto dentro, afferrando la mano della mia migliore amica per incoraggiarla.

-Sono qui.- Le sorrido, sperando di aiutarla.

-Grazie.- Mormora lei prima di urlare, immagino sia il dolore. Mi guardo attorno e vedo diverse persone nella stanza. Mi impongo di non distrarmi e cosi' mi concentro su di lei dato che ora ne ha decisamente bisogno. Le stringo la mano con forza, incoraggiandola a spingere ancora e ancora finche' non sentiamo un pianto acuto rimbombare nella stanza. Ginny di accascia sul lettino con il fiatone e la fronte imperlata di sudore. Non sono poi' certa di voler avere questo bambino in maniera naturale.

Credo di amarti - RomioneWhere stories live. Discover now