ancora lui

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Ero nella mia stanza a studiare quando sentii il campanello suonare.
Non aspettavamo visite quel giorno perciò mi affacciai alla finestra nel tentativo di intravedere l'uomo che stava attraversando il nostro giardino; sfortunatamente l'albero centenario situato davanti alla mia finestra me ne impediva la vista.
Scesi di corsa le scale e arrivai all'ingresso, dove mia madre stava accogliendo un ragazzo indiano sui 21 anni.
Era lui.
Non di nuovo.
Mi avvicinai lentamente al ragazzo, Mohamed questo era il suo nome, e iniziai a squadrarlo con sguardo truce.
Mia madre accortasi di lui mi portò in parte per parlare
:<<solo un secondo caro. Aspettarci qui>>
Così disse al ragazzo prima di tracinarmi nella cucina.
Si sedette su una sedia, io la guardai in silenzio aspettando iniziasse il discorso.
Restammo alcuni minuti a guardarci così andai verso il cesto della frutta per prendermi una mela.
<<tesoro...>>
<<ti avevo chiesto di non farlo più entrare...>>
<<ma... È così disperato>>
<<mamma smettila! Lo sai anche tu cosa ha fatto!>>
<<si ma a tutti bisogna dare una seconda chance>>
<<STAVAMO PER FINIRE IN GALERA PER COLPA SUA!>>
<<tesoro... Ti prego di capire le mie pene>>
Mi volta i di scatto e in un gesto d'ira lancia la mela contro il mobile che le stava alle spalle
<<potevi colpirmi!>>
<<lo sai che non lo avrei fatto>>
<<ma avresti potuto colpirmi!>>
<<lo sai cheho una buona mira...>>
A questo punto lei si alzò e andò a raccogliere la mela.
Ne taglio la parte ammaccata dall'urto e la lavò.
<<mamma...>>
Fece un verso per indicarmi che mi stava ascoltando
<<non devi più farlo entrare>>
A quel punto mia madre appoggiò la mela e tornò in ingresso con me al seguito.
<<devi scusarla caro... Vi lascio soli a chiarire>>
A queste parole si allontanò e ci lasciò soli.
Inaspettatamente parlò prima lui
<<volevo sapere se eri ancora disposta a...>>
Bloccati quel flusso di parole con un gesto della mano.
Quel suo accento indiano mi dava la nausea
<<senti Moahmed... Ti darò i tuoi soldi...a tu devi smettere di venire...>>
<<ma...>>
Sussurrai un "smettila tra i denti".
Lui continuò:<<ma sono solo scinque euro...>>
<<SMETTILA MOHAMED! NON VOGLIAMO I TUOI TAPPETI!>>

spazio autrice
Okay avevo ripromesso a me stessa che non avrei scritto altri capitoli in questa storia... Ma ovviamente non potevo non mettere questo capitolo inventato alle 2:30 di notte. Certo questo capitolo non è pieno di suspence come quello precedente in quanto immagino fosse prevedibile come sarebbe andato a finire, e di sicuro non è altrettanto divertente perché ormai avete capito come funziona questa storia.
Perciò ecco a voi un nuovo capitolo.
Spero sia l'ultimo; non vorrei far degenerare questa storia come ho fatto con le altre.
Per adesso è tutto
Alessia

In una notte d'invernoWhere stories live. Discover now