Conoscenza e insicurezze

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Finito quello, ognuno era tornato nella propria abitazione tranne me e Niall, che eravamo andati a casa di Loulou per passare il pomeriggio insieme e fummo raggiunti in serata da Harry.
Liam però, non aveva l'asciato la casa dell'irlandese fino a quando non ci fossimo scambiati i numeri di telefono e non gli avessi promesso che lo avrei chiamato per quell'appuntamento.
La sera, passai ore sotto le coperte, indeciso se chiamarlo o no; alla fine mi limitai a un SMS

Zayn: Allora per quell'appuntamento?



 Il nostro primo appuntamento non fu così straordinario come raccontano le dodicenni; Harry dovette chiamare addirittura Liam per farlo alzare dal letto in tempo per potervici partecipare.
C'incontrammo al WESTFIELD e da subito il castano si era comportato come più di un amico intimo, prendendomi sotto braccio e baciandomi sulla guancia, anche più volte consecutive.
Girammo per i negozi senza vero interesso per quello che vedevamo, solo felici di poterci annoiare insieme, fermandoci poi a prendere una cioccolata calda in quello stesso bar dove mi fermai con il riccio e Loulou ad aspettare Niall.
Una volta fermi, cominciammo a parlare delle nostre vite, senza quell'imbarazzo che ci si aspetta al primo appuntamento, forse perché avevamo già dormito insieme o forse perché lui conosceva quel segreto che non avevo ancora rivelato ai miei migliori amici.
Quando arrivò il momento di andare ognuno a casa propria, mi ritrovai a sperare che quell'appuntamento non finisse, perché con lui ero stato veramente bene, finalmente mi ero sentito me stesso.
Dallo sguardo di Liam, compresi che neanche lui era molto dell'idea di tornarsene a casa, ma dopo un profondo respiro, aveva deciso di salutarmi con un caldo abbraccio più lungo del dovuto e un dolce bacio sulla guancia, conditi dalla promessa che mi avrebbe chiamato presto per uscire nuovamente.


Da allora, cominciammo a uscire quasi ogni due giorni e senza che me ne accorgessi, passò un mese; uscivamo, passeggiavamo, prendevamo una cioccolata calda, chiacchieravamo e ogni volta che arrivava il momento di salutarci, Liam mi abbracciava e mi baciava la guancia.
Non è che quello che facevamo non mi piacesse, ma stavo cominciando a desiderare qualcosa di molto di più di un semplice abbraccio o un bacio sulla guancia.
Il giorno che Loulou venne a conoscenza del sesso dei bambini, fu anche il primo giorno che reclinai un invito di Liam e quando Harry tornò dall'uscita strategica con Minnie, aspettando che la sorpresa fosse pronta, mi prese da parte e mi fece il terzo grado.
« Perché non sei uscito con Lima oggi? » mi chiese con tono inquisitorio.
« Dovevo aiutare Louis per una cosa » gli risposi vago.
« È un mese che ci dai buca per uscire con mio cugino - aveva affermato ironico - Ti sarai mica stancato di lui? » aveva chiesto poi, preoccupato.
« No, oddio no! Certo che non mi sono stancato di lui - avevo ribattuto indignato, imbarazzandomi subito - Loulou aveva veramente bisogno per una cosa davvero importantissima e non potevo dirgli di no » avevo continuato serio, rimanendo sul vago.
« Quindi con Liam tutto ok? - volle assicurarsi, ma il mio tentennare lo fece impensierire - Non sarò Loulou o quel leprechaun tinto, ma sappi che ti considero uno dei miei migliori amici e che ti voglio bene come te ne vogliono loro? » mi rivelò imbarazzato, per farmi capire che con lui potevo parlare se ne avessi avuto bisogno.
« Penso di non andare bene per Liam - avevo confessato triste, dopo aver preso dei profondi respiri - Penso di non interessargli veramente e che presto si stancherà di me » confidarmi con il riccio, mi aveva aiutato a liberarmi da un macigno sul petto.
Harry, in compenso, mi fissò allibito, prima di scoppiare a ridere fino alle lacrime.
« Bell'amico che sei » commentai incazzato per essermi fidato delle sue parole, cominciando ad allontanarmi, ma lui mi bloccò afferrandomi per un braccio.
« Scusa scusa - provò a dire, ancora ansimante per le risate - non volevo offenderti, è solo che ieri Liam mi ha tenuto al telefono un ora a lamentarsi, rivelandomi il tuo stesso pensiero e che se tu dovessi stancati di lui, non saprebbe come andare avanti perché è follemente innamorato di te, che si sta facendo violenza per non farti cose che non ripeterò e poi ha parlato di una dozzina di marmocchi scorrazzanti per casa, ma quell'ultima cosa non l'ho capita molto » mi rivelò, senza riprendere fiato.
Io mi ritrovai immobile, con la bocca aperta e in stato di shock, perché veramente, non mi sarei mai aspettato che il più grande provasse certe cose per me.
« Ora dov'è Liam? » domandai, deciso a mettere la parola fine a tutte quelle insicurezze.
« Credo sia a casa a poltrire davanti alla TV, visto che i suoi genitori non tornano fino a dopodomani » mi rispose tranquillo, ignaro del piano che mi frullava per la mente.
« Dammi il suo indirizzo » gli ordinai, sicuro di me stesso come non lo ero mai stato.
Inizialmente il riccio mi rivolse uno sguardo confuso, poi sempre più consapevole e infine malizioso, per poi afferrare il suo cel dalla tasca dei jeans stretti e digitare velocemente qualcosa.
A quella scena, fui io ad essere confuso, fino a quando il mio di cel non mi segnalò l'arrivo di un SMS e allora capii che il mio amico, mi aveva mandato l'indirizzo di suo cugino.
Lo ringraziai con un forte abbraccio, prima di recuperare il cappotto e salutare sbrigativamente Niall e Minnie, intenti a limonare contro il balcone della cucina.


Fortunatamente Liam non abitava lontano, così che in mezz'ora di autobus arrivai davanti al condominio dove abitava in un appartamento con i genitori.
Mentre mi avvicinavo, notai la presenza di una vecchietta davanti al portone, che stava evidentemente cercando di recuperare le chiavi per entrare nella palazzina senza posare le due borse della spesa che teneva con lei.
« Ha bisogno di una mano? » le chiesi cortese, cercando vergognosamente di ritardare la mia visita con il ragazzo più grande.
Differentemente da quanto mi aspettassi, voltandosi la vecchietta non mi rivolse uno sguardo di gratitudine, ma inquisitorio, come se si aspettasse secondi fini dalla mia richiesta.
« Hai intenzione di rubarmi la spesa? - mi chiese seria e io scossi la testa in segno di diniego, troppo sorpreso per aprire bocca - Compiere qualche vandalismo a danno del condominio? Dei condomini? Rubare la posta? » continuò a domandarmi a raffica, dandomi solo la possibilità di negare ogni volta.
« Volevo solo fare una sorpresa a...un amico » le rivelai imbarazzato, indugiando sull'ultima parola, perché per me, Liam era molto più di un semplice amico.
Alla vecchietta dovette piacere molto la mia risposta, ritenendola vera, perché cambiò espressione, acquistando uno sguardo più dolce e comprensivo.
« Un amico amico? O amico l'amore della mia vita? » mi chiese nuovamente, con tono vagamente malizioso.
A quella domanda, mi ritrovai a boccheggiare, non sicuro della risposta da dare, ma anche scioccato per il fatto che una persona di quell'età potesse essere di così mente aperta.
Il mio indugiare nel rispondere e l'evidente imbarazzo, fecero intuire alla vecchietta cosa Liam rappresentasse per me.
« Terzo piano, ascensore rotto » sintetizzo lei, porgendomi le borse della spesa e aprendo il pesante portone.
Con una calma che non sapevo di dover avere, l'accompagnai fino al suo pianerottolo, per poi dileguarmi verso l'appartamento del castano al quinto piano, non prima di aver ricevuto un tenero buffetto e un sorriso d'incoraggiamento.
Arrivai praticamente di corsa e cominciai a suonare come un disperato.
Quando finalmente la porta si aprì, il mio cervello decise di spegnersi del tutto: Liam era a petto nudo, con solo un pantalone di una tuta bianca ed era evidente l'assenza di biancheria intima, ma quello che mi colpì di più fu lo sguardo, che da quello di un cucciolo abbandonato, si era trasformato in quello di un cucciolo che aveva appena ritrovato il suo amato padrone.
Senza che me ne rendessi pienamente conto, mi lanciai con le braccia ad appendermi al suo collo, per poi baciarlo subito con irruenza.

Regalo di Natale non RichiestoWhere stories live. Discover now