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Era un Lunedì mattina diverso in casa Tomlinson.

Normalmente il sole giallo oro del mattino filtrava attraverso le tende azzurre della portafinestra della camera di Louis, svegliandolo lentamente e riscaldando il piumone del letto dandogli una sensazione di tepore che amava. In sottofondo il cinguettio degli uccellini.

Ma quello...

"PORCA PUTTANA SONO IN RITARDO!!" urló Louis correndo da tutte le parti con indosso solo la salvietta legata in vita, cercando i vestiti che la costumista gli aveva preparato il giorno precedente.

Aveva deciso di partecipare al programma televisivo "Undercover Boss" anche sotto consiglio della madre che la riteneva, come diceva lei, un'opportunità per capire come funzionava il lavoro del padre, ora che l'azienda era passata al figlio con la morte dell'uomo.

Aveva consultato le truccatrici e i costumisti che lo avevano aiutato ad assumere un'altra identità, potrva sembrare un'altra persona senza troppa fatica.
E adesso Louis si stava preparando per andare al suo nuovo lavoro sotto le sembianze di William Sykes.

"Calmati Louis! Sono vicino al lavandino in bagno, ora entri e ti vesti, ti metti le lenti a contatto, poi ti disegno le lentiggini e puoi andare" lo tranquillizzò Lou Teasdale, un'amica della madre che appunto lavorava come truccatrice in quel programma, era anche un'ottima parrucchiera e gli avrebbe acconciato anche i capelli.

"Va bene, okay, vado" borbottò il ragazzo entrando nel bagno e chiudendosi la porta alle spalle.
Ma che diavolo gli era passato per la testa..? Sicuramente lo avrebbero riconosciuto.
Le sue foto erano girate ovunque dopo la morte del capo dell'azienda, ne aveva parlato anche il telegiornale e lo avevano intervistato, o almeno ci avevano provato.. appena si avvicinarono e fecero la prima domanda, il liscio, li aveva mandati poco gentilmente a quel paese portando via la madre proteggendola da quegli avvoltoi di giornalisti.

Ormai tra un pensiero e l'altro si era vestito e con molta fatica, doveva ammetterlo, stava mettendo le lenti a contatto colorate, in modo da nascondere il suo vero colore.
Erano di un marrone tendente al nocciola chiaro, li aveva scelti lui sostenendo che fossero perfetti per coprire i suoi che al contrario erano azzurri.

Finalmente finì e chiamò Lou in modo che potesse fare la sua magia ed in poco tempo finirono.
I capelli, al posto del solito ciuffo alto, ora erano una specie di frangia che copriva la fronte, gli sembrava di essere tornato improvvisamente al primo anno di superiori, quando invece aveva ventidue anni compiuti e andava per i ventitrè.
Le sue guancie erano ora decorate da deliziose lentiggini chiare che gli donavano un'aspetto molto dolce; sul naso poggiavano un paio di occhiali dalla montatura sottile, non gli servivano davvero, ma facevano parte del camuffamento.

Finalmente avevano finito.

Era quasi irriconoscibile, non per sua madre ovviamente che, appena lo vide, gli corse in contro entusiasta con un sorriso che raggiungeva gli occhi.

"Il mio piccolo Boo Bear.... come sei bello, sembri tornato piccolo all'improvviso... potrei piangere" disse la donna pizzicandogli una guancia dolcemente facendo così sbavare alcune lentiggini che ancora non si erano asciugate.

"Mamma ti prego..." si lamentò il ragazzo sbuffando e stringendosi nella maglia a righe che indossava. Poteva benissimo sembrare un nerd conciato così! Con quei pantaloni leggermente larghi colore della terra e dalle due t-shirt che indossava, una a maniche lunghe bianca e sopra una rossa con le righe gialle.

Si trovava semplicemente orribile.

"Muoviamoci dai! La troupe ci sta aspettando fuori casa tua" lo avvertì Lou spingendolo verso l'uscita.

Undercover Boss || L.S.Where stories live. Discover now