𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝐈𝐕. 𝐔𝐧 𝐤𝐢𝐥𝐥𝐞𝐫 𝐬𝐞𝐧𝐳𝐚 𝐯𝐨𝐥𝐭𝐨

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Cosa consiglio di ascoltare: "Take me to church" di Hozier

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Cosa consiglio di ascoltare: "Take me to church" di Hozier.

Era trascorsa circa una settimana da quando era avvenuto il brutale omicidio delle due ragazzine e le autorità erano costernate

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Era trascorsa circa una settimana da quando era avvenuto il brutale omicidio delle due ragazzine e le autorità erano costernate. Si era scoperto che Jessie e Theresa erano morte per dissanguamento, ma non in seguito a coltellate oppure per via di qualche raffica di pallottole. Gli unici segni che i loro corpi avevano riportato, oltre a tracce evidenti di graffi richiamanti molto quelli di un animale dotato di affilati artigli, erano un paio di fori di poco diametro di spessore, rotondi e poco distanti gli uni dagli altri. Tali ferite erano state rinvenute sia sulla gola che sui polsi delle bambine. Parevano esser state letteralmente prosciugate fino alla morte e i graffi, forse, erano un segno che le due avessero provato a scappare o a liberarsi dalla presa del misterioso e feroce aggressore.

La cosa più agghiacciante, però, era un'altra: lo sceriffo Keegan, esaminando i documenti e le cartelle circa gli omicidi avvenuti sia cinque che cinquant'anni prima e confrontando il modus operandi dell'assassino o degli assassini, aveva scoperto che le modalità di uccisione erano identiche, prive della benché minima differenza. Tutto ciò conduceva a due possibili spiegazioni: o c'era sempre la medesima persona dietro agli efferati crimini oppure avevano a che fare con dei killer che si erano in qualche maniera passati il testimone, scegliendo appositamente di portare avanti una macabra tradizione. Lo sceriffo, per ragioni ovvie, supponeva che la seconda opzione fosse molto più fondata e plausibile. Se avesse scelto di prendere in considerazione la prima ipotesi, si sarebbe a quel punto trattato di un killer decisamente anziano e decrepito, ma nessun uomo di una certa età avrebbe potuto commettere un simile scempio e, addirittura, rincorrere tre ragazzine sprizzanti gioventù e vitalità, vincere addirittura la mortale gara. Era impossibile che si trattasse sempre dello stesso individuo e, pertanto, quella pista era stata scartata quasi immediatamente.

Elucubrazioni, sospetti e teorie a parte, se si faceva un sunto della situazione era chiaro che Keegan e la polizia avessero davvero poco materiale per le mani: segni che apparentemente parevano morsi, anche se tutti, specialmente il coroner, stentavano a credere che un essere umano potesse disporre di una dentatura del genere; graffi profondi sparsi sui corpi delle vittime e il racconto dell'unica superstite, Samantha, che aveva offerto un nuovo, terribile, particolare. L'unica cosa che aveva scorto del killer, infatti, era il colore degli gli occhi: di un azzurro che pareva, secondo il racconto, innaturale. Cerulei, splendenti nella penombra della boscaglia come quelli di un felino e feroci.

𝐓𝐫𝐞𝐝𝐢𝐜𝐢 𝐑𝐨𝐬𝐞Tahanan ng mga kuwento. Tumuklas ngayon