Parte 7

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Sono le 21:30 e stiamo finendo di prepararci, Dinah ha dei pantaloncini in pelle nera, un top bianco e degli stivali dello stesso materiale e colore degli short. I capelli raccolti in una coda alta, e ricadono ondulati sulla schiena. Ha un trucco leggero, che fa risaltare i suoi occhi color nocciola. Io indosso un vestito stretto nero, che lascia intravedere le curve e che con la scollatura a 'V' mi risalta il seno. La matita nera e il mascara fanno risaltare i miei occhi color cioccolato, che in questo momento sono più chiari del normale. Finisco di mettermi il rossetto e infilo i tacchi. I miei capelli solitamente lisci, li rendo mossi con la piastra e finalmente sono pronta anche io. Indosso la giacca di pelle, prendo la prevendita, il telefono e le chiavi della macchina, che è appena tornata dal controllo.
<Fate attenzione, non date confidenza agli sconosciuti e non bevete troppo> dice mia madre. Annuiamo e ci avviamo alla mia decappottabile. Metto in moto e Dinah mette il nostro CD personale, contenenti tutti i nostri brani preferiti. Parte Who Know di Pink e iniziamo a canticchiare. Arriviamo dopo mezz'ora e mi stupisco della moltitudine di gente che troviamo. Parcheggio e scendiamo titubanti. La musica si sente da fuori e devo dire che non è male. Dopo essere entrate, avviso i miei che siamo arrivate e fatto ciò ci dirigiamo al bancone. Io prendo una vodka liscia e la mia amica un angelo azzurro. Mentre beviamo, mi guardo intorno per individuare i bagni nel caso di bisogno, ma fallisco nell'impresa. Finiti i drink ci buttiamo in pista, iniziando a muovere i fianchi addosso all'altra e ridendo come delle pazze. Era da tanto che non ci divertivamo così. Canticchiamo qualche canzone in remix, per poi riprendere a ballare e saltare a ritmo di musica. Dopo un'ora o due, la convinco a sederci e a prendere qualcos'altro da bere. Dopo altre due vodke lisce mi sento rinascere e anche un po' stordita. Mi alzo per ritornare a ballare, quando Dinah mi avverte di dover andare al bagno. Dopo 5 minuti di ricerca, lo troviamo ed esultiamo. Non sembra da fuori, ma questo posto è davvero grande. La aspetto davanti alla porta della cabina e intanto mi guardo allo specchio e mi do una sistemata. Quando ho finito do' un'occhiata al telefono, che segna le 00:03. La mia amica mi comunica di aver finito e sento azionare lo scarico. In quel momento entrano due ragazze, a cui non do' molta attenzione perché impegnata a dire a Dinah di muoversi. Quando esce e va a lavarsi le mani, mi volto anche io per ricontrollarmi allo specchio. In quel momento vedo Lauren, incollata al muro da una ragazza più bassa di lei, che le sta toccando i fianchi e ci sta provando palesemente.
-Dinah andiamo. ho la voce fredda.
D: Ho finito ma che succ..-: si blocca quando vede la scena alla sua destra.
D: Hai ragione, non vorremmo disturbare: dice infastidita. Mi prende per il polso e mi porta fuori. Quando passo di fianco alla nera, la guardo negli occhi e le sussurro un "fottiti" rabbioso. Mi guarda stupita, ma non so se mi risponde dato che mi fiondo fuori e vado dritta al bar.
-Due martini- dico al barista.
D: Mila non credo sia il caso..: la guardo triste e arrabbiata. Sospira, capendo che non c'è modo di farmi cambiare idea. Bevo d'un fiato le bevande, dopo di che ordino un angelo azzurro. Bevo anche quello nello stesso modo, facendomi bruciare la gola.
-Andiamo- urlo allegra. Sono ubriaca. Riprendiamo a ballare con più foga e per un po' mi dimentico do tutto. Di Lauren, di Jamie, della scuola, di tutto.
D: Camila c'è un ragazzo dietro di me che mi vuole, com'è?: chiede urlandomi nelle orecchie. Le faccio l'occhiolino per comunicarle che è okay e lei si volta ballando con lui. Sto per fermarmi quando sento qualcuno dietro di me. Inizialmente non mi dispiace, ma quando capisco che è lei, mi volto arrabbiata. I suoi occhi verdi mi rapiscono per qualche secondo, facendomi dimenticare cosa volessi dire poco fa. I nostri corpi sono vicinissimi, le nostre fronti quasi si toccano.
-Cosa vuoi? Già stancata di quella?- le parole escono da sole, l'alcol fa un brutto effetto.
"Sei ubriaca" afferma divertita. Non c'è da ridere. -Sì e allora?- sbotto di nuovo.
"Posso farti quello che voglio" dice vicino al mio orecchio. Provo a spingerla via, ma lei mi afferra le braccia e le porta al suo collo.
"Ora balliamo" dichiara.
-Non voglio- rifiuto.
"Allora perché rimani lo stesso?" sorride. Dio, maledetto alcol. Sbuffo e smetto di parlare. Si struscia un paio di volte su di me, facendomi salire sempre più la voglia di saltarle addosso. Stanca della situazione, inizio a stare al suo stesso gioco, cercando di imitarla il meglio possibile, dato che a ballare sono negata. La sento irrigidirsi al contatto con il mio corpo, dopo di che mi afferra i fianchi e mi avvicina a se. Ho le labbra poco distanti dalle sue e tutto di me vorrebbe che io le baciassi, tranne la mia testa, che mi impone di andarmene.
"Sono stanca di questo gioco" confessa.
-Che gioco?- fingo di non capire. Mi attira ancora più a se, posando le sue mani sui miei glutei e stringendo la presa, cosa che mi fa sussultare e arrossire. Sorride compiaciuta, ma i suoi occhi mi guardano desiderosi. "Non fare la finta tonta con me, Camila, so che stai facendo"
-Ah sì? E quindi ti sei fatta quella troia davanti a me apposta stasera? O dovrei dire tutti i santi giorni? Perché io sono tua proprietà ma tu? Tu no. E non mi sembra giusto- dico irritata. Ovviamente è l'alcol a parlare, io lucidamente non avrei detto nulla di tutto ciò. Mi guarda confusa ma divertita dalla situazione.
"Se sei mia, allora, perché baci altre ragazze tranne me?" chiede poi infastidita. Cosa' Chi avrei baciato? Non mi dire che..
"Sì, ti ho vista e sentita.." ora sussurra, dato che la musica si è fermata per qualche secondo. Sentita?
-L'ho baciata per ringraziarla della giornata e per salutarla, dato che è partita. E cosa avresti sentito? E poi che ti importa, per te sono una qualunque- stringo involontariamente la presa sui suoi capelli sciolti e abbasso lo sguardo. Mi gira la testa. Non sento la voce di Dinah, probabilmente è tornata in bagno o sta flirtando con quel ragazzo.
"Quindi se facessi qualcosa per te mi baceresti? Mi importa eccome. Nessuno deve toccarti tranne me. Nessuno. Non sei come le altre, sei diversa, sei tu, e voglio tu sia solo mia" dice improvvisamente. Alzo gli occhi da terra e li impianto nei suoi. Il cuore accelera i battiti. L'ha detto davvero?
-I-io..- non riesco a rispondere.
"Eppure hai detto che lei mi assomigliava tanto" continua il suo discorso mandandomi in confusione. La sua voce calda, il respiro sulle mie labbra, il troppo contatto mi danno alla testa. Si avvicina piano, come per capire se io voglia o no baciarla. Il respiro aumenta sempre di più, ma quando ci mancano pochi millimetri, la voce di Dinah mi fa saltare, spaventandomi a morte e portandomi ad abbracciare Lauren. Quando mi rendo conto di quel che ho fatto mi stacco frettolosamente, inciampando e urtando la mia amica alle mie spalle.
D: Mila, che stavi combinando? Non le hai fatto nulla vero?: dice prima a me e poi a occhi verdi, che mi fissa con uno strano sguardo.
-N-niente.. Non mi ha fatto nulla.. Ehm.. andiamo a casa? Mi gira la testa- cambio argomento. Dinah la guarda storto, poi asseconda la mia richiesta, portandomi via. Poco prima di uscire, sento qualcuno afferrarmi il polso e quel qualcuno è il motivo di caos nella mia testa.
"Aspetta" chiede neutra. Dinah ed io ci fermiamo. Cosa vorrà ora? Non sono in grado di reggere una conversazione con lei ora.
-D-dimmi..-
"Non me la sono fatta, la ragazza di prima intendo. Ho passato tutto il tempo a cercarti dopo che sei uscita dal bagno. Volevo lo sapessi" finisce di parlare. Do' le chiavi della macchina alla mia migliore amica, a cui chiedo di andarla a prendere per portarla qui, dato che non mi reggo in piedi, e anche se contraria a lasciarmi sola con lei, mi asseconda. Rimaniamo io e Lauren.
-Perché?- chiedo confusa. Sono al limite.
"Cosa?"
-Perché l'hai fatto?- domando. Non è da lei fare cose del genere.
"Perché mi andava" ribatte subito. Quindi è solo questo? Le andava e basta?
-Ah capisco. E perché me lo dici ora?- sto per sentirmi male. Mi guarda tristemente, come se avesse compreso di avermi ferita. Di nuovo. "Camila non intendevo dire..-" -Rispondi- la interrompo. Vedo il suo sguardo farsi rabbioso. Odia essere interrotta, ma non mi importa. Sono stanca dei suoi capricci.
"Perché prima non sono riuscita a dirtelo" risponde secca.
-Già.. prima.. ed io che ci stavo cascando- rido istericamente. Prova ad avvicinarsi ma la fermo con una mano. Per stasera ne ho avuto abbastanza di contatti con lei.
-N-no.. st-ai lon-tan-a- mi gira la testa e sento che le gambe stanno per cedermi. Lei si avvicina ancora ed io indietreggio. Si ferma, sbatte un pugno al muro. Ma quanto ci mette Dinah?
"Perché?" sbotta.
"Fino a 10 minuti fa non ti dispiaceva. Dimmi cosa non va ora" ringhia. Ora lei è l'arrabbiata.
-Credevo mi volessi sul serio, per un attimo ci ho creduto davvero- dico più a me stessa che a lei.
"È quel che ho detto" ribatte innervosita.
-Mi prendi in giro?- sto perdendo il controllo. Non va bene. Lei non ha molta pazienza. Alza un sopracciglio, segno che non sta capendo il perché della mia rabbia.
-Come fai a non accorgertene? Come?. inizio ad urlare. Stufa della situazione, si avvicina rapida a me e mi spinge contro lo stipite della porta di ingresso del club.
"Non devi parlarmi così, te l'ho già detto mille volte" è arrabbiata, ma è evidente che si sta trattenendo.
-Perché non vuoi capire?- la guardo negli occhi.
"Cosa, Camila? Perché non sono l'unica qui a non starci capendo nulla" afferma infastidita.
-Io..- vengo interrotta da un clacson. Sposto la nera da me e corro verso la macchina.
-Non ti avvicinare più, e non è una richiesta. Te lo sto vietando.- Detto questo mi infilo in macchina e mi lascio andare sul sedile. Sospiro stanca e mi appoggio allo schienale. Dinah passa ripetutamente lo sguardo da me alla strada, facendomi irritare.
-Che c'è?- chiedo al culmine della sopportazione.
D: Niente. mente.
-Dinah, che c'è?- domando stanca.
D: Se continui così te ne innamorerai davvero: dice lei tranquilla.
-Non succederà- le dico chiudendo gli occhi. Poco prima di addormentarmi sento la sua risposta.
D: Probabilmente è già successo.

...

Mi sveglio al fermarsi dell'auto e mi massaggio le tempie. Scendo insieme a Dinah, che dopo aver chiuso l'auto, mi accompagna fino alla porta di casa. Saliamo lentamente le scale fino ad arrivare in camera mia, ci infiliamo il pigiama e ci mettiamo direttamente a dormire. Mi sveglio verso le 8:28 per colpa di mia madre che fa cadere le pentole al suolo. Inutile dire che non riesco a prendere sonno e quindi decido di alzarmi e di andarmi a preparare, anche se in anticipo. Dopo una bella doccia calda ed essermi conciata per bene, sveglio Dinah che deve preparare la valigia che oggi, poco poco prima della mia entrata a scuola, deve partire. Approfitto del suo dirigersi in bagno per riordinare la camera e mettere i compiti nello zaino. Metto la musica a tutto volume e nel frattempo che la mia amica è ancora sotto la doccia, navigo su twitter. Inizio a stalkerare i miei idoli, quando all'improvviso vedo un tweet di qualcuno che non ricordo di aver seguito. Vado nel profilo e li mi è tutto più chiaro. L'account è di Lauren, ma ciò che mi colpisce di più sono i tweet. "Lei ha gli occhi più belli del mondo" oppure "Non volevo farle del male, sono un mostro" o ancora "Essere un passo dalle sue labbra e non poterle avere" e così via. Rimango di sasso ad ogni frase che sembra proprio riferita a me, ma su cui non ho certezza. Arrivo all'ultima, pubblicata poco dopo che me ne sono andata dal locale. Questa mi pietrifica. "I only love it when you touch me, not feel me." Che si riferisca a quando abbiamo ballato insieme? Ma soprattutto, questa è la canzone che ho cantato al parco l'altra sera. I miei pensieri vengono interrotti dalla mia migliore amica che entra in stanza vestita e profumata. Prepara velocemente la valigia, dopo di che si siede stanca sul letto.
D: Non voglio andare via!: si lamenta con voce da bambina. Chiudo il social network e vado da lei.
-Ci vedremo presto- le dico speranzosa. L'abbraccio forte, dopo di che scendiamo a fare colazione al piano di sotto. Alle 9:10 usciamo di casa ed io l'accompagno in stazione. Resto circa dieci minuti abbracciata a lei, mentre le raccomando di fare la brava e di continuare a scrivermi. Quando il treno arriva la lascio andare contro voglia, sorridendo però fino all'ultimo. Quando il veicolo parte, sento una grande sensazione di vuoto invadermi dentro. Non devo piangere. Non qui. Mi avvio velocemente in macchina e dopo aver chiuso la portiera, mi sfogo in un gran pianto. Lei è sempre stata la più forte tra le due, senza lei io non sono mai riuscita a fare granché, senza lei mi sento a metà. Metto in moto la macchina, mi asciugo le lacrime e mi dirigo a scuola. Spero che almeno oggi non vada nulla storto.

Possessive || Camren Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora