Parte 21

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Continua a sorridermi da più di un'ora e mi sto chiedendo se non le sia venuta una paralisi facciale.
<Allora, com'è che vi conoscete?> chiede mia madre abbastanza seria. Ultimamente è strana.
-È la mia supplente di biologia- rispondo neutra. Sono le 17:30 e Alyssa è ancora a casa mia.
-E voi come vi conoscete?- domando curiosa.
<È mia sorella> risponde mio padre. Mi va la saliva di traverso e per poco non mi affogo. Alyssa ride, una risata squillante ma piacevole. Non è male se non fosse che me la sto ritrovando ovunque.
-Ah.. capisco..- in realtà non molto. Perché non mi hanno mai parlato di lei?
-Com'è che non me ne hai mai parlato?- sento la tensione nell'aria.
<Si è fatto tardi, è meglio che vada> dice all'improvviso la mia insegnante-zia? Non so nemmeno io ora come devo comportarmi.
-Oh.. ehm, okay- si accorgono che qualcosa non va.
-Come dovrei comportarmi ora? Insomma non voglio favoritismi solo perché sono tua nipote, neanche chiamarti zia davanti a tutti..- ecco, ci risiamo, sto parlando a vanvera.
<Tranquilla, comportati normalmente e no, non avrai favoritismi> sorride dolce, ma c'è qualcosa nel suo sguardo che attira la mia attenzione. Tristezza. Non so perché ora sia così, ma sono sicura che i miei sanno qualcosa, anche se non mi diranno mai nulla. Non al momento per lo meno.
-Beh, allora ciao- la saluto con la mano. I mie l'accompagnano alla porta ed io prendo il mio telefono che vibra da un po'.
-Pronto?-
"Sei impegnata?" Perfino tramite il telefono mi fa venire i brividi.
-N-no- sto inconsciamente ridendo.
"Uhm.. ti va.. ecco.. di venire da me?" Che sia imbarazzata? Ridacchio.
-Arrivo- e attacco. Vado nel bagno di camera mia a darmi una sciacquata, mi cambio, prendo la giacca e vado verso la porta.
-Esco, a dopo- imbocco la porta.
<Non hai nulla per domani?> cazzo, è vero.
-Oddio, è vero, i compiti. Grazie di avermeli ricordati- fingo. Salgo di sopra, prendo l'occorrente e riscendo. Non mi va di camminare. Arrivo in cinque minuti e busso. Sento qualcosa sbattere e poi un'imprecazione. Quando Lauren mi apre per poco non scoppio a ridere. È in pantaloncini, canottiera e indossa un grembiule rosso leggermente sporco di cioccolato. Noto che ha un po' di panna sulla guancia, così gliela tolgo con il pollice e poi me lo lecco. Per un momento mi guarda stordita.
"Ah, grazie" sorride. Sento un buon profumino e dopo averle baciato una guancia, mi fiondo in cucina. Con il telefono fotografo il tavolo e poi posto su instagram. Davanti a me due tazze di cioccolata calda, una con panna e l'altra senza, dei biscotti, tovaglioli e una fetta di torta ciascuno. Lauren mi arriva da dietro e fa per abbracciarmi, quando poi si ferma.
"Mi ero scordata, shit"
-L'hai fatto per me?- la guardo con un sorriso enorme. Annuisce. L'abbraccio per poco e poi inizio a saltellare per la sala.
"Smettila di fare la bimba e vieni qui che si fa freddo" ride. Mi incanto per un attimo, poi obbedisco. Quando finiamo, mi offro di lavare le cose sporche, ma lei butta tutto nel lavello e mi trascina di sopra. Quando entro nella sua camera mi fermo per un momento. Flashback della notte in cui ho dormito qui mi si presentano davanti. Mi accorgo di non averla osservata gran ché, così esploro la sua stanza. Le pareti sono blu mare, i muri tappezzati da poster, foto, cartoline e altro. Ha uno scaffale pieno di libri e un altro pieno di CD. Mi siedo alla scrivania e mi metto a fare i compiti, mentre Lauren finisce una relazione di francese.
Ovviamente io termino per ultima il mio compito, avendo un bel po' da fare. Lauren mi sta fissando da almeno dieci minuti, senza staccare il suo sguardo da me nemmeno per un secondo. Mi stiracchio e mi sdraio accanto a lei.
"Finito?" Annuisco stanca. Sono le 18:45. Scrivo a mia madre che torno dopo cena e metto il blocco al telefono. Io e Lauren parliamo per mezz'oretta, fino a quando, improvvisamente, mi da' una cuscinata. Iniziamo una lotta sfrenata, che finisce quando mi spinge più del dovuto e mi fa cadere dal letto. Inzialmente si precipita a vedere come sto, ma come le do' un pizzico sul braccio scoppia a ridere. Metto il broncio e faccio l'offesa.
"Dai, su, non l'ho fatto apposta" si difende.
-Ora mi vendico- dico sorridendo maligna.
"Ah sì? E come?" Sa che in quanto a forza mi batte di brutto. Mi alzo e la metto a sedere sul letto. Leggo il dubbio e la confusione nei suoi occhi.
"Che fai?" È sul chi va là.
-Mi vendico- dico piano mentre mi siedo a cavalcioni su di lei. Mi guarda stordita ed ingoia la saliva in eccessom sfioro il suo collo con le labbra e poi col naso, mentre con le mani, lascio delicate carezze sulle braccia. Si irrigidisce. Porto il mio viso davanti al suo, mentre piano la stendo sul letto. Lecco le sue labbra, sanno di cioccolato, quanto vorrei assaporarle di più. Peccato non possa ricambiare dato il mio divieto. Lascio piccoli baci dalla mandibola fino al petto, ripercorrendo lo stesso percorso con la lingua in senso contrario. Le mordo il lobo dell'orecchio destro, mentre con la mano destra le palpo il suo seno sinistro. Sussulta e si inizia a rilassare.
"F-fermati.." ha il respiro pesante. La ignoro e dopo qualche minuto, inizio a palpare anche l'altro, ma da sotto la maglietta e il reggiseno. È morbido e caldo, come credo ormai sia tutto il corpo.
-Ti piace? Ed è solo l'inizio- mi guarda terrorizzata. Mi chiedo se resisterà. Alzo la maglia fin dove riesco e inzio a baciare l'addome, la pancia, il sotto dell'ombelico. Con le mie mani tengo ferme le sue, per assicurarmi stia ferma.
"Oh.. dio.." sussulta di nuovo. Quando mordo il punto in cui oggi le ho fatto il succhiotto, geme leggermente e la cosa mi eccita.
-Pronta?- le sussurro all'orecchio mentre porto la mano destra sulla sua intimità. Al contatto con essa si ritrae sorpresa.
"Camila.. no.. n-on" non la lascio finire che infilo la mano dentro le mutande. Sgrana gli occhi e li vedo poi pieni di voglia e desiderio. Le mani stringono le lenzuola celesti cosi forte, che credo nemmno il ferro da stiro le riporterà al loro stato normale. Inizio a fare piccoli cerchi intorno al clitoride con il pollice, mentre passo il medio lungo tutta la sua natura. È bagnata, tanto.
-Qui qualcuno è voglioso- le dico in modo sensuale. Riprendo a leccare, mordere e baciare ogni parte del suo corpo, lasciando segni del mio passaggio un po' ovunque. Sotto di me sento il suo corpo fremere, sotto la mia mano la sua entrata pulsa.
"Muoviti.. n-non re-sis-to più.." è al limite. Mi decido e faccio entrare un dito in lei, che geme più forte delle altre volte. Inizio a muoverlo lentamente, per farla abituare, mentre io inizio a strusciarmi su una sua gamba, avendo bisogno di attenzioni, che però lei ora non puo' darmi. Mentre aumento la velocità, aggiungo un secondo dito, che la fa sussultare per la sorpresa. La guardo negli occhi mentre i nostri respiri aumentano notevolmente e mentre entrambe siamo sul punto di venire. È così dannatamente sexy. I capelli neri e mossi sparsi sul letto, i suoi occhi verdi accesi che mi fissano con intensità, il suo godere sotto di me, e dio, continuerei all'infinito. Ormai sono al limite. All'improvviso sento il suo corpo irrigidirsi, lei che urla il mio nome, la sua apertura che si stringe e si apre in modo irregolare. Mi struscio un'ultima volta mentre mi massaggio il centro e vengo anch'io. Entrambe abbiamo il respiro mozzato, l'affanno, il cuore martella incessantemente. Mi stendo su di lei stanca e mi compiaccio ascoltando il ritmo del suo cuore, che batte forte quanto il mio.
"T-tu.. mi f-fa-rai.. i-im-pazzi-re" dice tra un respiro e l'altro. Porto le dita alla mia bocca e le lecco, ansiosa di sapere che sapore ha. È simile al limone e questo mi piace.
"Buono?" Il suo sguardo voglioso c'è ancora, peccato che non faremo nient'altro. Ora mi lecco le labbra e la bacio a stampo. Non le lascio il tempo di ricambiare che mi stacco e mi alzo, stendendomi al suo fianco. Osservando bene il suo corpo, noto che ora sembra avere una varicella di succhiotti. Le scatto qualche foto e poi mi alzo.
"Dove vai?" Si alza di scatto. Le sorrido e tiro fuori dallo zaino il dvd di Hunger Games.
-Ti va?- mi fissa. Attendo una risposta impaziente.
-Lauren?- si riscuote.
"S-sì sì" sorrido. La serata trascorre tranquilla e verso le 22:30 decido di tornare a casa, data l'ora tarda.
-Beh a domani- sorrido. Annuisce ma non risponde. Decido di divertirmi ancora un po'. Mi avvicino e succhio il lobo dell'orecchio destro.
-Buonanotte, grazie della giornata- sussurro. La lascio lì, sulle scale, che mi guarda persa. Rido salgo in macchina. Mentre guido verso casa mi rendo conto di una cosa importante. Mi sono innamorata di lei.

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