17-Joelle Anoa'i

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Un tuono mi sveglia di soprassalto, piove molto fuori, è tardi. Mi alzo e corro in cucina per chiudere le finestre, mi volto verso il frigo e vedo un biglietto, è da Joe, dice che non ci sarà per pranzo si sta allenando, rimarrà in palestra. Pranzetto in solitudine, che noia.

Mi preparo in fretta, anche se non avrò nulla da fare, dedicherò la mattinata a pulire la casa.

Dopo 2 ore estenuanti di pulizia, si è fatta l'ora di pranzo, un'insalata veloce e una mela, il tutto accompagnato dal film horror "Shining".

Finito il film sparecchio e mi risiedo sul divano girando tra i canali, ma vengo interrotta dal campanello di casa, piove ancora molto, probabilmente è Joe.

Corro ad aprire e mi trovo davanti una bambina non molto alta, con 2 treccine color nocciola e completamente bagnata, e inoltre tremava dal freddo.

"Scusi signora lei è Rachel?" dice la bimba battendo i denti.

"Si ma tu chi sei?" somigliava molto a Joe, gli occhi erano gli stessi, ma non poteva essere lei.

"Io sono Joelle, Joelle Anoa'i" dice ancora tremolante, non è possibile è proprio la piccola Joelle.

Io per qualche minuto mi blocco dallo stupore poi continuo:" Oh piccola vieni entra, sei tutta bagnata e infreddolita".

La piccola entra, corro di sopra prendo una coperta e la avvolgo, le passo una felpa del padre e dei calzini, poi lei va in bagno e dopo poco esce con indosso gli indumenti che gli avevo dato.

"Grazie mille, tu sei la fidanzata di papà?" dice ancora tremolante, io la avvolgo con la coperta e la faccio sedere sul divano.

"Si tesoro, ma non ti preoccupare non gli faccio del male.." dico torturandomi le mani.

"Si si lo so, sicuramente sei molto più buona della mia mamma.." dice, poi afferra le mie mani e mi abbraccia.

"Piccola la tua mamma non può non volerti bene, sai Joe mi ha parlato molto di te ed ha proprio ragione, sei molto bella come una principessa.." sono molto agitata ora, non mi era mai capitato di trovarmi in queste situazioni.

"Grazie anche tu sei bellissima, ti va di giocare un po' con le mie bambole, sono nel mio zainetto.." dice tirando fuori dallo zaino 2 bambole, una bionda e una mora.

"Va bene, sono molto belle queste bambole. Anche io da piccolina giocavo con le bambole, ma preferivo i videogiochi.." dico provocando una sua risata.

"Tieni, prendi quella con i capelli marroni, ti assomiglia. Qui ci sono i vestiti, puoi metterle tutto quello che vuoi, a lei farà piacere." Dice spargendo sul tappeto un mucchio di vestiti e scarpette di plastica.

"Come si chiama?" dico osservando la bambola.

"Valery e il suo colore preferito è l'azzurro." Dice e mi mostra diversi vestiti azzurri.

Giochiamo molto e chiacchieriamo per conoscerci meglio, è davvero molto dolce la piccola Joelle, è uguale a Joe, gli stessi lineamenti, lo stesso colore degli occhi.

Si sono fatte le 6:30 del pomeriggio e Joelle stanca dal viaggio si è addormentata nella mia camera, mentre rimetto a posto le bambole e i rispettivi vestiti, suona il campanello di casa. Cavolo è Joe e ora?

"Ehi Amore ben tornato!" dico preoccupata.

"Cavolo quanto piove, mi sei mancata da morire!" poi mi lascia un bacio ancora sudato dalla palestra.

Lancia uno sguardo al divano, deve aver riconosciuto lo zainetto rosa della figlia.

"Ma che ci fa lo zaino di Joelle qui? E i suoi vestiti sul termosifone? No aspetta.." senza nemmeno farlo finire lo prendo per mano e lo porto nella stanza da letto dove Joelle dormiva.

"È venuta qui da sola, era tutta bagnata e infreddolita. Abbiamo parlato un po' e giocato con le bambole poi era stanca e credo che abbia un filo di febbre perché scotta molto.." dico guardando la bambina e sorridendo.

Lui mi afferra per un braccio e chiude la porta della camera, mi porta fino in cucina e poi mi lascia.

"Cavolo Rachel mi dovevi chiamare! È mia figlia, non la tua, è dovere mio occuparmi di lei!!" dice infuriato.

"Ma.. Joe io non le ho fatto nulla. Non ti ho chiamato perché eri in palestra e credevo di disturbarti. Scusa.." non capisco perché debba essere così arrabbiato.

"Scusa Tesoro, sono arrabbiato con il lavoro, non volevo parlarti così, hai ragione e grazie che ti sei occupata di lei.." poi mi abbraccia e mi bacia.

"Papaa!" un urlo si scatena alle nostre spalle, Joelle si è svegliata.

"Amore Mio! Come stai? Ti gira la testa? Hai ancora freddo?" dice Joe abbracciando la figlia.

"Sto bene, Rachel mi ha dato un'aspirina perché ho la febbre, ma ora sto bene.." risponde la piccola, accarezzando la guancia del padre.

"Papà posso restare qui? Non voglio tornare a casa dalla mamma, voglio stare con te e Mamma Rachel.." dice sorridendo.

Spalanco gli occhi, mi aveva chiamato 'Mamma Rachel' ma io non sono sua madre, però mi fa piacere. Che confusione.

"Certo, ora avviso la mamma tu vai con Mamma Rachel a misurarti la febbre.." afferra il telefono e invia un messaggio a Galina dicendo che la figlia sarebbe rimasta con noi per una settimana e che la mattina del giorno saremmo passati per prendere dei vestiti per la piccola.

Continuiamo la serata ridendo e scherzando con la piccola Joelle, Joe sembra molto più felice con lei accanto, il che rende un po' triste me al pensiero che se avremmo mai un figlio non lo amerà come ama Joelle.

Ci mettiamo a letto, Joelle è tra di noi, il primo ad addormentarsi è Joe, ed io e Joelle restiamo sveglie ad osservarci.

"Mamma Rachel, è stata la mia mamma a farti l'occhio nero, non è vero?" dice sfiorandolo delicatamente.

"Si piccola ma non è niente, passerà subito.." dico accarezzando la sua guancia. "Ora dormi tesoro che domani dobbiamo passare a casa per prendere i vestiti.." continuo baciandole la fronte.

"Buonanotte Mamma Rachel.." dice accucciandosi tra le mie braccia.

Incredibile quanto ci si possa affezionare a quella bambina, è difficile comportarsi da madre ma è una bellissima situazione, spero che presto anche io e Joe potremmo avere un nostro figlio.

>Spear Of Life<Where stories live. Discover now