Che l'incubo abbia inizio

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La scuola è completamente deserta. Il silenzio è rotto solo dai passi leggeri miei e di Margherita.
- Davide e Sara si ricorderanno di noi, vero? - Chiede lei.
- Ma certo. Sono scomparsi da poco e il preside ha detto che si dimentica piano piano - Dico così, ma non ne sono molto convinta.
Arriviamo al quarto piano e apriamo la porta dell'aula 3ªC.
Una trentina di volti si girano verso di noi.
- Allora? Avete trovato le nostre identità? - Chiede uno studente speranzoso.
- Non ancora - Dice Margherita, ma non lo guarda.
I nostri occhi vagano di faccia a faccia.
Finché non li vediamo.
- Sara! Davide! - Esclamiamo correndo verso di loro.
Cerchiamo di abbracciarli, ma poi ci ricordiamo che non possiamo toccarli.
Loro ci guardano con aria interrogativa, quasi spaventata.
- Che c'è? - Chiedo.
- Chi siete voi? - Domanda Sara.
Lo sapevo. Lo sapevo che sarebbe potuto accadere.
- Sara... Siamo noi... Letizia e Margherita, le tue amiche... -.
Lei scuote la testa.
- Non so, non mi ricordo di voi. Non penso di avervi mai viste -.
- Nemmeno io vi conosco - Dice Davide.
- Non è possibile! Siamo compagni di classe! Non potete dire così! - Esclama Margherita.
- Marghe, andiamo a prendere i loro fascicoli -.
- Sì, andiamo. E voi vi ricorderete di noi -.

È angosciante. È molto angosciante quando i tuoi migliori amici non hanno idea di chi tu sia. Ed è orribile sapere che entro breve li dimenticheremo, se non riusciremo a salvarli.
Io e Margherita ci fiondiamo al secondo piano e scassiniamo la serratura dell'archivio.
Iniziamo a frugare tra tutti i fascicoli.
IV A. Trovata.
Ma... I fascicoli di Sara e Davide no.
Ci sediamo a terra sconcertate, tra i fogli di carta illuminati dalle luci fioche delle nostre torce.
- No... Io non voglio lasciarli qui... Io... Io non... -
Margherita inizia a singhiozzare.
Mi alzo.
- Non succederà. Io... -.
Non riesco a finire la frase, perché qualcuno mi poggia una mano sulla spalla.
- Cercavate questi...? -.
Vedo Margherita indietreggiare.
Non riesco a muovermi perché la mano sulla spalla mi blocca.
Giro lentamente la testa.
È... Il preside??
- Cosa ci fate qui di notte? - Ringhia lui.
- La stessa domanda vale per lei - Sibilo liberandomi dalla sua stretta.
La sua mano è calda e pesante.
- Modera il tono, ragazzina - Borbotta fulminandomi coi suoi occhi piccoli e occhialuti.
Tiene in mano due fascicoli: quelli di Sara e Davide.
- Ci dia quei fascicoli - Dice Margherita con voce ferma.
Il preside incrocia le braccia.
- E perché dovrei? A che vi servono? -.
- Per liberare Davide e Sara! Ne abbiamo parlato oggi! -.
- Non vi serviranno -.
- Almeno ci faccia tentare! -.
Margherita sfida il suo sguardo con coraggio.
Io lo osservo e basta.
C'è qualcosa di lui che non mi convince...
- Che cosa ci fa lei qui? - Gli chiedo.
- Sono venuto a controllare che non ci fosse nessuno-.
- E perché ha preso i fascicoli dei nostri compagni prima che noi arrivassimo? Lei non vorrebbe che li salvassimo? -.
La sua bocca si piega in un ghigno malefico.
- Forse no -.
- Che cosa vuol dire?! - Esclama Margherita.
Le afferro il braccio.
- Corri -. Le sussurro.
In un attimo scattiamo in avanti.
Lui cerca di afferrare Margherita, ma lei lo schiva agilmente e corriamo su per le scale, con lui alle calcagna.
Non pensavo che potesse esere così veloce.
In un lampo guizziamo su e andiamo a nasconderci in fondo al corridoio, nello stanzino dei bidelli.
Chiudo a chiave la porta.
- Stai... Stai bene? - Chiedo a Margherita ansimando.
- Sì. E tu...? -.
- Sì -.
- Perché sei scappata all'improvviso?-.
- Lui non è il nostro preside -.
- Come lui non è il nostro preside? - Esclama Margherita.
- Sssh! Abbassa la voce-.
- Scusa, ma non capisco! -.
- L'ho guardato bene, non è lui. I suoi occhi sono... Diversi -.
- E cosa vuole da noi? Perché vuole prenderci? -.
- Non lo so. Probabilmente perché chiunque sia ha paura che possiamo liberare Sara, Davide o qualcun'altro della 3ªC. Credo -.
Lei fa per dire qualcos'altro, quando sentiamo un enorme colpo alla porta.
Noi due tratteniamo un urlo e spegnamo le torce.
Lui inizia a bussare, prima piano, poi sempre più forte.
Toc...Toc...
Toc...Toc...
Toc...Toc...Toc...
Toc... Toc... Toc... Toc...
Toc Toc Toc.
Toc toc toc toc.
Toctoctoctoctoctoctoctoctoctoctoctoc.

All'improvviso la confusione cessa.
Io e Margherita rimaniamo lì immobili in ascolto.
Silenzio.
Forse se n'è andato. Forse pensa che siamo in un altro posto.
- Ragazze, so che siete lì dentro -. Dice.
È lui.
La sua voce però è... Diversa. Sembra quella di un ragazzo.
Ben. O Nathaniel, per Margherita.
Io e lei strisciamo verso il fondo della stanza.
Intanto quella voce dolce e suadente continua a parlare.
- Coraggio ragazze. Se uscirete non vi farò nulla -.
Non ci muoviamo.
- Vi darò anche la possibilità di salvare i vostri amici -.
Non so cosa pensare.
Potrebbe anche essere una bugia.
Anzi, lo è.
- Ok ragazze, lo avete voluto voi. Che l'incubo abbia inizio-.
Spaventata, muovo una mano nel buio verso Margherita, ma c'è solo il vuoto.
Balzo in piedi.
- Margherita? Dove sei?? -.
Silenzio.
- Margherita? -.
Accendo la torcia.
Sono completamente sola.
Improvvisamente la torcia si spegne.
Urlo.
No, al buio da sola no. Non di nuovo.
Sento una mano che prende il braccio.
- Non preoccuparti: non sei sola -.
Urlo ancora.
Si accende la luce.
Ben mi tiene per il braccio e la sua presa è talmente salda da far male.
- Lasciami! Lasciami, maledetto! -.
Lui obbedisce ed io cado all'indietro.
Ghigna.
- Cos'hai fatto a Margherita? E al preside? Cosa sta succedendo qui? -.
Lui sorride.
Si china davanti a me e mi prende il mento tra due dita.
- Non hai ancora capito? Prova a ragionare -.
- Cosa..? Non capisco... -.
- Io sono il preside. Io sono Nathaniel. Io sono tutti loro. Questa gente non esiste. Ci sono solo io -.



Il quarto piano Where stories live. Discover now