3. E quando sarà tempesta?

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- E così, siamo giunti al capolinea?- mi disse, vedendomi intenta a preparare le valigie.
Mi guardava appoggiato allo stipite della porta, con le braccia incrociate al petto e gli occhi spenti.
Teneva il viso abbassato e le poche volte che lo alzava era per guardarmi.
- Tu l'hai voluto. La casa è tua, quindi mi tocca andarmene.- gli risposi continuando ad infilare le tante magliette che il mio cassetto conteneva.
- E dove andrai?-
La sua voce aveva ancora quel tono di preoccupazione nei miei confronti, il quale mi fece venire una strana sensazione allo stomaco.
Nostalgia.
- Da qualche parte mi sistemerò.-
- Mi mancherai.- sussurrò lui, tenendo la testa verso il basso.
Io rimasi immobile, con la maniglia dell'armadio che stavo per aprire in mano.
- Smettila di guardare il passato, ora viviti il presente e fallo senza di me. L'hai voluto tu, ricordati.- mormorai con fare sicuro, continuando a guardare sempre ovunque tranne che dalla sua parte.
Dopo la litigata del mattino prima e i pianti che per il resto del giorno avevo fatto, mi ero convinta che la nostra relazione era arrivata al termine. Che era inutile continuare a convivere se per ogni minima cosa ci urlavamo contro, se io non avevo più fiducia in lui, se lui non mi parlava più..
- Ti sei già rassegnata all'idea di riavermi con te?- mi disse, avvicinandosi a me. Io, questa volta, lo guardai dritto negli occhi.
- Sai, ieri sera, mentre piangevo per te , ci ho pensato. Mentre tu eri a lavoro, non curante del fatto che io fossi a casa a disperarmi per te , ci ho pensato. Però, quando ho finalmente asciugato le lacrime, ho smesso di pensare. Ho lasciato che il cuore mi guidasse verso una qualsiasi strada e per una volta mi sono trovata sia con la mente che con i sentimenti d'accordo. Entrambi erano convinti che accettare la tua decisione sarebbe stata la cosa migliore, dopotutto mi hai amata tanto e non avresti mai deciso di lasciarmi se non allo stremo. Sei arrivato al limite, o meglio, ti ci ho fatto arrivare, ora voglio vivere la mia vita, da cui hai deciso di tenerti fuori.- mi fermai un secondo, per riprendere fiato.
- Ti voglio lontano perché io ti amo, com'è giusto che sia, è amore vero, il nostro. Sarebbe quasi un paradosso se io smettessi immediatamente di provare questi sentimenti così intensi per te, significherebbe che tutto ciò non è mai stato vero. Perciò ti chiedo anche di non chiamarmi, di non cercarmi, di non volermi. Prendi la strada opposta alla mia, ti prego. Abbiamo già provato a condividere il sentiero dell'amore che avevamo costruito , ma direi che non è andato tutto per il meglio. Quindi stammi lontano, dimenticami.- mi fermai un attimo, osservando Lele che si sedeva sul letto e appoggiava la testa tra le mani.
-Ma non prenderle come delle cattiverie- continuai - perché se io lo sto dicendo è perché davvero io voglio che tu stia bene. Io provo tanto di quell'amore per te, che probabilmente tra pochi minuti mi pentirò di quello che ti sto dicendo...- sospirai..- Sì, me ne pentirò, ma so che è la decisione giusta.-
Mi fermai. Aspettavo una sua reazione, come di solito faceva. Aspettavo qualche urla, come di solito era abituato a fare.
Ma in quel momento sembrava ghiacciato, con gli occhi fissi in un punto indefinito e un piede che tamburellava sul tappeto nervosamente.
- Elodie ti prego, svuota la valigia.- mi disse, in un sussurro.
- Non te ne andare.- continuò, appoggiando il mento sulle sue mani e guardandomi.
- Lele, ci dovevi pensare prima. Io te lo avevo chiesto, se davvero volevi chiudere con me. Ora non mi resta che esaudire il tuo desiderio.- gli risposi, lanciandogli tre felpe.
- Queste sono tue. Grazie di avermele prestate.- gli dissi, mentre lo osservavo stringere il tessuto di una felpa bianca in un pugno.
- Elodie, smettila! Ti prego, perché fai così?!- mi urlò quasi, lanciando la felpa che in precendenza stringeva nella mano, sul pavimento.
- IO NON TI VOGLIO LASCIARE, HAI CAPITO? IO VOGLIO SOLO CHE TU STIA BENE E CON ME NON STAI BENE. TROVATI UNA RAGAZZA CHE SAPPIA AMARTI. E BASTA!-
A quel punto scoppiai. Urlai quelle parole con un groppo in gola, con gli occhi pieni di lacrime e la consapevolezza che il solo pensiero di vederlo insieme ad un'altra ragazza mi facesse rabbrividire. Il pensiero che le sue carezze delicate non fossero più per me, che i suoi sorrisi più belli li potesse vedere anche un'altra, che il sapore dei suoi baci si mischiasse con quello di un'altra, che la sua mente non fosse più attratta da me, ma da un'altra. Il fatto che un'altra, però, non fossi io, ma lo ero stata, mi fece ancora stare più male.
- Se vuoi farmi stare bene, stai con me!- mi disse, con pacatezza e naturalezza, con l'innocenza di un bambino. Senza urlare. Senza alterarsi. Me lo ricordò soltanto, perché io dentro di me lo sapevo, ma avevo bisogno che lui me lo dicesse.
-Tu sai che giorno è domani?- continuò poi, buttandosi con la schiena sul letto e guardando il soffitto.
- Come potrei non saperlo?- esclamai, sorridendo debolmente consapevole che in quella posizione non poteva vedermi.
Il giorno seguente sarebbe stato il nostro primo anniversario.
Avevo già scritto una lettera, che avrei accompagnato ad un regalo, che però non avevo ancora comprato. E che non avrei comprato.
- Ti avevo già preparato la lettera..- sussurrai, cercando di non cedere ai suoi occhi, che un'ennesima volta si trovavano nei miei.
- Pure io. Oggi avrei ritirato il tuo regalo...- disse, sospirando.
Iniziai a frugare nel cassetto del mio comodino, per qualche secondo, fino a quando non trovai una busta bianca, che lasciai nelle mani di Lele.
- Leggila a mezzanotte.-
- Fai lo stesso anche tu.- mi disse, porgendomi anche lui una busta rosa, con il mio nome scritto in una grafia perfetta.
Chiusi la valigia e mi accertai di aver preso tutto. Nel silenzio più doloroso a cui io abbia mai assistito , alzai a fatica la valigia pesante che avevo, che poi Lele mi portò giù dalle scale, e raggiungemmo la porta d'entrata.
In quel caso, d'uscita. D'addio.
- Non mi lasciare Didì.- mi prese una mano, quella in cui indossavo l'anello di Lele che mi aveva regalato, come simbolo d'amore. Quell'anello gli era stato regalato in precedenza da sua nonna, sapevo che ci tenesse particolarmente.
- Ah, giusto. Tieni.- gli dissi, porgendogli il mio anello e mettendoglielo nella mano.
- No. Tienilo, per favore. Non dimenticarmi così.- mi disse, rimettendomelo nell'indice.
Inspirai a pieni polmoni per ricordarmi sempre del profumo di casa nostra , che probabilmente non avrei più sentito.
Alzai la valigia e aprii la porta.
- Abbi cura di te.- diedi un ultimo sguardo, ormai in lacrime, alla casa e a lui , che con il viso distrutto mi stava dicendo addio.
Mi prese per un polso, fermandomi e facendomi girare verso di lui.
- E quando sarà tempesta?-
- Mh?- domandai confusa.
- Tutto ciò che abbiamo costruito non potrà più proteggerti, ora che è distrutto..- mi disse, sorridendo amaramente.
Uno di quei sorrisi che fai per non piangere, quando il groppo in gola inizia a farsi sempre più grosso.
- Costruirò altro..- sussurrai appena, ma giusto quel poco che bastò per farmi sentire da lui.
- Senza di me?- mi chiese, torturandosi le dita.
- Senza di te.- affermai, poco convinta.
Mi avviai per il sentiero seguita da Lele, che mi accompagnò al cancello.
- Ci si vede..- dissi io, salutandolo con una mano, quando però venni tirata da lui contro il suo corpo.
- Mi mancherai. Troppo, Didì.-
- Non chiamarmi così, ti prego.- gli dissi, staccandomi da lui, con le lacrime che stavano per scendere. Io non volevo lasciarlo. Era l'ultima cosa di cui in quel momento avevo bisogno. Però, per il suo bene, dovevo farlo. Non meritava di stare con me, un ragazzo come lui. Aveva anche bisogno di pensare al suo lavoro, aveva bisogno di fare un secondo album da Dio.
Lo strinsi forte, buttandomi sul suo collo.
- Anche tu mi mancherai, comunque.- gli dissi, staccandomi e camminando rapidamente per il marciapiede, prima di caricare la valigia sulla macchina e partire.
Senza di lui.
Verso una meta ancora indefinita.
Da sola nel mondo.
Senza l'amore mio.

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PICCHIATEMI FORZA, SO CHE VOLETE FARLO! AHAHAHA.
Comunque vi ripeto per l'ennesima volta che questa drammaticità mi serve solo per cominciare la storia, non continuerà a lungo! Ahahah non vi preoccupate!
Grazie a tutti per i complimenti sulla storia, davvero!
Love you xx.

 Quante parole, in questi silenzi.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora