Quel giorno tutti i partecipanti di Amici 15 si sarebbero riuniti a casa di Emma, anche coloro che non erano riusciti ad arrivare al Serale. Se da una parte non vedevo l'ora di rivedere alcune persone che per motivi di tempo e impegni non avevo avuto l'occasione di vedere al di fuori del programma, dall'altra avevo paura. Temevo che anche Lele ci sarebbe stato. Era da un po' meno di un anno che ci eravamo lasciati definitivamente e che avevamo perso del tutto i rapporti. Io, nel frettempo, mi ero rifatta una vita provando a dimenticare Lele. Ero fidanzata da 4 mesi con un ragazzo, Marco, che avevo conosciuto in un locale. Stavo bene con lui, ero felice e mi piaceva passare del tempo in sua compagnia. Nonostante il fatto che Marco mi dedicasse tutto il suo tempo libero, mi riempisse di attenzioni e spendeva di frequente parole dolci nei miei confronti, io sentivo di non essere innamorata pienamente di lui. Sì, l'attrazione fisica c'era ed era inpossibile negarlo visto il suo fisico ben scolpito e definito, ma non mi aveva preso molto mentalmente. Il suo carattere era poco autoritario, io avevo bisogno di qualcuno che avesse saputo tenermi testa. E solo una persona era stata in grado di farlo, l'artista, il poeta, il cantautore che era chissà dove, con chissà chi. E che ancora mi faceva tremare il cuore, di cui ancora ero innamorata.
Un anno prima...
Era passata una settimana da quando Lele era andato ad alloggiare temporaneamente da Gabriele, che lo aveva ospitato senza esitare. Avevo deciso, in quei giorni, di finire la nostra storia. Tutto stava diventando troppo difficile da gestire e, nonostante ci fosse tanto amore tra di noi, il lavoro ci teneva troppo impegnati e ci costringeva a stare lontani per troppo tempo. Gli impegni aumentavano ed era sempre più complicato gestire una relazione.
- Prendi la tua roba e vattene.- gli dissi, non appena varcò la soglia di casa.
Lui mi guardò un attimo, si avvicinò velocemente a me e mi prese in braccio. Si stava avviando verso l'uscita della casa, sempre con me caricata sulle sue spalle.
- Mi spieghi che accidenti stai facendo?! METTIMI GIÙ!- urlai, tirandogli dei pugni sulla schiena e scalciando per liberarmi.
- Mi hai detto di prendere la mia roba e andarmene.- disse lui, con fare ovvio, quasi fossi io la stupida a non capire.
- E quindi?- chiesi confusa e anche un po' arrabbiata, ancora in braccio a lui.
-Tu sei roba mia e vieni via con me.-
Smisi per un secondo di respirare, poi chiusi gli occhi e sospirai pesantemente.
Lui mi mise giù, capendo che non lo avevo perdonato. Che quella volta, facevo sul serio.
- Lele..- dissi, con il groppo in gola.
- È finita.- mi girai per non guardarlo negli occhi, consapovole di avergli fatto del male. Ancora con lo sguardo perso nel vuoto, sentii dei passi verso la nostra camera. Dopo poco, scese Lele carico di due valigie, il borsone regalatogli da Emma e uno zaino sulle spalle. Non mi salutò nemmeno, uscì dalla casa per l'ultima volta.Per andare al party organizzato da Emma, mi vestii piuttosto elegante. Avevo un tubino nero che arrivava circa a metà coscia, che metteva in risalto il mio corpo pur non andando sul volgare. Ai piedi portavo delle scarpe dello stesso colore del vestito, con il tacco. Avevo anche un filo di trucco, ma sempre molto leggero. Al collo, portavo una collana che mi era stata regalata da Lele e che portavo quasi sempre al collo, da quando lo avevo lasciato. Avevo bisogno di sentirlo sempre con me.
Io e Marco arrivammo a casa di Emma abbastanza puntuali, stranamente. Salutai calorosamente i presenti e, nell'attesa di coloro che dovevano ancora arrivare, non mancarono risate e battute stupide. Dopo poco tempo varcarono dall'ingresso, rispettivamente, Sergio, Chiara.
Corsi a salutarli,seguita da Marco che si sentiva a disagio restando solo, abbracciando entrambi con molta forza. Era da molto tempo che non li vedevo e mi erano mancati molto. Mentre ero intenta a parlare con Chiara di come stava andando il mio nuovo disco, dalla porta entrò Lele.
(da questo punto consiglio vivamente di leggere ascoltando "dimenticarmi di te" di Francesco Renga, la canzone che ho ascoltato scrivendo il capitolo.)
Era vestito elegantissimo, come faceva sempre per le occasioni speciali. Aveva uno smoking nero e i capelli sempre alzati dal gel. Era bellissimo, come sempre. Raggiunse il mio gruppetto e, dopo aver salutato gli altri, passò lo sguardo ripetutamente da me a Marco, da Marco a me, dalle nostre mani intrecciate, a me.
- Ciao Lele.- gli dissi, abbracciandolo con timore. La tensione scese quando lui ricambiò il mio abbraccio, lasciandosi scappare anche un bacio sul collo.
I due ragazzi accanto a me si stavano guardando con aria di sfida, pur non conoscendosi nemmeno.
- Ehm.. Marco, lui è Lele, un... ehm, vecchio amico.- dissi, sotto lo sguardo vigile di entrambi.
- Lele, lui è Marco.- gli dissi, indicandolo.
Lele mi guardò con aria di disprezzo e, sorridendo con amarezza, mi disse:
-Il tuo ragazzo, giusto?-
Io per un attimo mi sentii morire. Non avevo alcuna intenzione di farlo soffrire, io volevo solo dimenticarlo. Anche per il suo bene.
-Si, sono il suo ragazzo, problemi a riguardo?!- sentenziò Marco, avvolgendo la mia vita con un braccio e stringendomi a lui.
Mi dava così fastidio che mi toccasse davanti a Lele. Sì, siamo fidanzati, ma Lele è l'unica persona che amo in questo momento.
Quest'ultimo mi diede un'occhiataccia, prima di sussurrare un "ci vediamo" e andarsene velocemente verso la terrazza.
-Torno subito.- dissi a Marco, lasciandogli un bacio a stampo e avviandomi verso di Lele facendomi spazio tra la folla.
Arrivai nella terrazza e Lele era appoggiato alla ringhiera, tra le dita aveva una sigaretta quasi del tutto consumata. Mi avvicinai lentamente a lui, che era girato verso il meraviglioso panorama che la casa di Emma regalava, e gli accarezzai la schiena.
Lui si girò di colpo, con gli occhi rossi e stanchi.
- Da quando fumi?- gli chiesi preoccupata, indicando la sigaretta che stava fumando.
- Da quando non stiamo insieme, mi aiuta a calmare la rabbia..- spiegò, con meno cattiveria di prima. Io lo sapevo che non era arrabbiato con me, semplicemente era deluso e tanto tanto ferito.
- Fa male il fumo.- gli dissi, nonostante anche io avessi lo stesso vizio.
- Fai più male te.- sussurrò, buttando fuori il fumo e spegnendo poi la sigaretta nel portacenere posato sul tavolo. Quel ragazzo stava veramente male, i suoi occhi erano spenti. Il suo radioso sorriso non c'era e il suo atteggiamento era distaccato e freddo. Era tornato ad essere chiuso in sé stesso, lo capivo. Non si fidava più nemmeno di me, dei miei occhi ai quali aveva sempre creduto, teneva lo sguardo basso proprio per non incontrare i miei occhi "grandi e cerulei".
- Come stai?- gli chiesi, d'impulso. Lo sapevo che non stava bene, volevo solo testare fino a che punto ci eravamo allontanati. Un anno prima mi avrebbe confidato ogni suo malessere, dal più stupido a quello più lacerante.
- Bene.-
Gli sfiorai una mano, poi mi avvicinai a lui.
- Dimmi la verità.- gli sussurrai vicino all'orecchio, per poi allontanarmi rapidamente prima di essere vista da qualcuno.
- Sto male. Troppo amore fa male, Elodie. Per te provo un amore malsano e logorante, che mi sta addosso nella maniera più cattiva che esista. Io, in questo momento, non ti amo per essere felice. Io amandoti mi sto lacerando, io voglio smetterla ma mi sei restata addosso. Mi devo dimenticare di te. Cancellare tutto.- mi disse, guardandomi con uno sguardo che non gli avevo mai visto indossare. Non traspariva nessuna emozione sul suo viso e questo mi spaventava, perché conoscevo troppo bene Lele. Stava impazzendo, si stava chiudendo in sé stesso e in qualche modo avrei dovuto aiutarlo.
Gli presi una mano e la strinsi tra le mie, guardandolo negli occhi.
- Io voglio te. Tu sei l'unico in grado di stare al mio fianco, di sopportare anche i lati negativi del mio carattere.-
Lui abbassò gli occhi, tenendoli fissi sulle nostre mani che dopo tanto tempo erano tornate involontariamente ad intrecciarsi e a giocherellare l'una con l'altra.
- Non sono mai stata innamorata di lui.- aggiunsi, sentendo una fitta al petto. Era così. Marco era una persona fantastica ed era impossibile non volergli bene. Però nulla di più, mi stava solo aiutando ad andare avanti senza di Lele, convinta che dimenticarlo, o meglio sostituirlo, fosse la soluzione migliore.
- Voglio te un cazzo. Lui è innamorato perso di te, Elodie. Vuoi fare soffrire anche lui?- disse Lele, rimproverandomi.
Mi avvicinai lentamente a lui, poggiando la fronte sul suo petto. Lui mi accarezzò i capelli e mi lasciò un bacio leggero sulla testa.
- Torna da lui Didì, ti sta aspettando.-
mi sussurrò, con un filo di voce.
- Mi manchi.- gli dissi, ignorando ciò che mi aveva precedentemente detto.
-Anche tu.- mi disse, prima di lasciare la terrazza e addentrarsi in mezzo alla gente sbronza che mi impediva di vederlo.
E restai lì ferma per qualche minuto, fino a quando Marco non venne preoccupato a cercarmi. E mi prese per mano, portandomi via dai miei pensieri che fortunatamente non era in grado di leggere.Ciao a tutti.
Grazie di aver letto il capitolo, spero vi sia piaciuto. Se non ho più pubblicato è perché ho avuto un problema al telefono, perdonatemi. Ho già il prossimo capitolo pronto, arriverà tra poco tempo. Lasciate tanti commenti, come sapete mi servono molto, un bacione grande grande❤
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Quante parole, in questi silenzi.
Romance"Non mi piacciono le cose semplici, preferisco l'amore sofferto, quello passionale, avventuroso e anche un po' pericoloso. Quasi masochista. Che un momento ti fa toccare il cielo con un dito, mentre quello successivo ti ritrovi a terra. La cosa imp...