Dead.

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Poso delicatamente il foglio sulla superficie della scrivania.
Nel mentre, incurvo istintivamente le labbra in un sorriso mellifluo.
Riesco ad avvertire l'effetto provocato dai farmaci che ho assunto poco prima.
Non riesco a capire. Mi fa male? Mi fa bene? 
Non so cosa provo.
La vista diviene offuscata, svariati capogiri iniziano a prendere possesso del mio corpo.
Appoggio i palmi delle mani tremanti sulla superficie della scrivania, in tentativo di reggermi sulle mie stesse gambe.
Cedono.
Finisco con il cadere al suolo, disteso a pancia in su.
Una gocciolina dall'aroma salato mi riga la gote, imperterrita.
Accentuo il leggero sorriso che è andato a farsi spazio sul mio volto.
Il cuore rallenta.
Mi viene da vomitare.
Non ho neppure la forza necessaria per alzarmi, e dirigermi verso il bagno.
Tiro un colpo di tosse, e chiudo gli occhi.
Un flebile raggio di luce, proveniente da una fonte a me sconosciuta, riesce persino ad oltrepassarmi le palpebre, definitivamente abbassate.
Poi, il buio totale.
Non percepisco neppure il mio stesso respiro.
Il battito cardiaco pare bloccarsi.
Per via della debolezza, non sono neppure riuscito a firmarmi decentemente, riguardo alla lettera.

[...]

L'assordante suono delle sirene sembra volermi frantumare i timpani.
Sento delle voci.
″Presto, presto!″
Solo dopo qualche istante, realizzo che si tratta di una voce femminile.
Avverto il metallo gelido del defibrillatore riscontrarsi con la mia pelle.
Allontano involontariamente i fianchi dal lettino medico sotto di me, dischiudendo le labbra.
Una scossa improvvisa mi percorre l'intero corpo, da capo a piedi.
Non riesco ad aprire gli occhi. Non ce la faccio.
Ancora, un'altra scarica.
Fa male.
Sento il mio corpo indebolirsi sempre di più.
″Lo stiamo perdendo, lo stiamo perdendo!″ ripetono, urlando.  
Eccone un'altra, più accentuata.
Basta, per favore.
Il macchinario situato al mio fianco, emette un suono prolungato.
Esso diviene sempre meno percettibile.
Che sta succedendo?
Ecco, ha smesso. Aspetta.. non sento più nulla.
Chi ha spento il mondo?

[...]

Faccio per aprire lentamente gli occhi, mugugnando.
Ed ecco, una luce nivea fare capolino, pronta a trapassarmi persino le iridi.
Avvicino i palmi delle mani al volto, non riuscendo a sostenere il tiepido raggio.
Una voce giunge alle mie orecchie. 
È così celestiale. Così pura. Così gradevole.
″Tae-Tae, sei tu!″
L'avrei riconosciuta fra mille.
Sento il respiro bloccarsi, per l'ennesima volta.
Scoppio a piangere.
Mi manca l'aria.
Vi prego, se questo è un sogno, non svegliatemi.


Can you, please, stay with me?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora