11 (PARTE 2)

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All' improvviso ero spaventata, e non riuscivo a pensare con lucidità.  Avevo paura che mi venisse in mente qualcosa di brutto, e così sono andata a cercare Hannah e Natalie. Quando ho superato il cancello di legno che porta nel giardino sul retro, le ho visto sul trampolino. Si stavano baciando. Sul serio. E saltavano. Hanno sollevato lo sguardo per un attimo, hanno visto che le stavo osservando e sono quasi cadute. Natalie si è messa a urlare. Si era rotta un dente contro quello di Hannah. Ha cominciato a cercarlo ovunque. Ho provato ad aiutarla, ma non era né sul trampolino né sul prato. Si è preoccupata,  pensando di averlo ingoiato. E Hannah si è preoccupata perché temeva che, a scuola, avrei detto a tutti  che cosa stava facendo Natalie quando si era rotta il dente, nonostante avessi giurato che avrei tenuto la bocca chiusa. Ha iniziato  a ripetere che dovevo baciarla anch'io, altrimenti avrei parlato. Ma a me non andava. Loro però non mi stavano a sentire. Natalie mi ha afferrato, e ha detto che mi avrebbe baciata per suggellare il segreto. All'improvviso non riuscivo a respirare. Ansimavo. Sono scappata. Ho continuato a correre fino al parco che si trova vicino alla scuola. Mi sono seduta sull'altalena e ho cominciato a dondolarmi, spingendomi più in alto che potevo, sempre di più, finché non ho avuto la sensazione che la notte mi stesse entrando dentro, e che sarei sbalzata via. Poi sono saltata giù, e dopo un breve volo sono atterrata sulla sabbia. Mi sono arrampicata sul castello, quello che May e io facevamo diventare una nave quando venivamo al parco con la mamma. Dovevamo navigare attraverso un mare pieno di mostri marini, per salvare le sirene. E a quel punto sono scoppiata a piangere. Nell'aria c'era odore di fumo di camino e di foglie morte. E' quell'odore che ti fa sentire che il mondo ti è vicino, che ti si sta strusciando addosso. La testa iniziava a farmi davvero male. Era tardi e, non sapendo che cosa fare, sono tornata da Natalie. Lei e Hannah si erano addormentate sul trampolino. Io sono strisciata sotto, e ho dormito per terra. La mattina, quando ci siamo svegliate con i vestiti bagnati  di rugiada, la madre di Natalie stava preparando i pancake e la pancetta, e ci ha chiamato per la colazione. Entrando in cucina, ho sentito profumo di casa. Della casa che ti vorrebbero avere. Ci ha dato delle sciocche, perché abbiamo dormito all'aperto. Faceva la simpatica, credo per via dell'appuntamento della sera prima. Non è come le altre mamme. Natalie mi ha detto che lavora come segretaria in uno studio legale, ma in quel sabato mattina aveva smesso gli abiti <<seri>> da ufficio e indossava una camicia annodata sopra l'ombelico, un paio di pantaloni tagliati al ginocchio e aveva raccolto i capelli scuri in una coda di cavallo. Noi ragazze abbiamo mangiato, in silenzio, limitandoci a rispondere alle sue domande, un po' troppo invadenti per i miei gusti. Quando ha chiesto a Natalie che cosa le fosse successo al dente, lei si è agitata. Finalmente avevo l'opportunità di dimostrarle che avrei tenuto la bocca chiusa, così ho risposto: <<Abbiamo ordinato degli hamburger da McDonald's, e nel suo c'era un osso!>> Hannah è scoppiata a ridere, e ha detto: <<Disgustoso, vero?>> Probabilmente la mamma di Natalie, che si sentiva  in colpa per aver passato la notte dal suo tipo, non ha notato le nostre facce colpevoli. Hannah mi ha tolto una foglia dai capelli e me l'ha data. Le venature formavano un disegno finissimo attraverso la superficie gialla. Non abbiamo più parlato del bacio, e a scuola, il lunedì, ci siamo comportate normalmente. Prima di uscire di casa, mi ero assicurata di avere in tasca i soldi per un Nutter Butter, che a pranzo ho diviso con le mie amiche. Ho guardato Sky, e ho riso quando Hannah mi ha detto che mi stava spogliando con gli occhi. Ci siamo comportate come se non fosse successo niente. A parte un piccolo particolare, che nonostante gli sforzi  non ho potuto fare a meno di notare: da uno dei denti perfetti di Natalie mancava un angolino. Non so perché, Kurt, ma ho la sensazione che tu conosca May, Hannah, Natalie e me. Come se riuscissi a vedere dentro di noi. Tu cantavi la paura, e la rabbia, e tutti i sentimenti che la gente non vuole confessare,  per timore. Persino io. Ma so che non volevi essere un eroe. Né un idolo. Volevi soltanto essere te stesso. E volevi che noi sentissimo la tua musica.

                                                                                                                                                                         Con affetto,

                                                                                                                                                                          Laurel

Noi siamo grandi come la vitaWhere stories live. Discover now