27.she's my moment of despair

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mi lascio sprofondare nell'abbraccio caldo e profumato di Lorenzo. la prima persona che ho voluto incontrare è stata lui. sono tornata ieri da Los Angeles, ho dormito a lungo e dopo aver parlato un po' con mia mamma, spiegandole l'accaduto, sono andata ad incontrarlo.

"ciao" la mia voce è debole, ma comunque lui riesce a sentirla.
"ehi" accenna un sorriso. ha delle occhiaie incredibili, un viso tirato ed è piuttosto pallido. "lo so, non ho una bella cera" si siede composto accanto a me, su una panchina verde.

abbiamo scelto un parco per incontrarci, dato che non volevamo stare in un locale in mezzo alla gente, dove rischiavamo di incontrare persone conoscosciute. 

"come sei messa per la maturità?"
"abbastanza bene, sai, dopo quell'anno negativo, in cui ho avuto una ricaduta, che poi si è risolta con Michele, non ho fatto nulla, ma mi sono rimessa in pari piuttosto bene" sorrido debolmente, per sdrammatizzare quello che ho detto.

"non mi hai mai spiegato come mai, da ottima studentessa sei passata a peggiore" mi fa notare Lorenzo, mentre estrae un pacchetto di Marlboro dalla tasca della giacca.
"non l'ho mai detto a nessuno" confesso. ricordo bene, quando Michele continuava a stressarmi per farmelo dire e io raggiravo sempre l'argomento.

"ah, vuoi continuare a tenertelo per te o vuoi liberarti di questo peso una volta per tutte?" mi osserva, mentre una nuvola di fumo bianco esce dalle sue labbra. è magnetica quella nuvola, potrei guardarla per ore, cambiare forma e allontanarsi piano.

"no, ormai ho toccato il fondo, quindi voglio aprire il mio cuore a te ed a chiunque voglia ascoltare le mie piccole storie" una risata esce dalle labbra carnose di Lorenzo. annuisce e alza lo sguardo al cielo grigio, aspettando una mia narrazione.

"ero sempre la migliore, in tutto, tranne che nello sport e nella bellezza. tutto il resto mi veniva semplice, e mi piaceva quella situazione, per carità. poi però ho preso una sbandata per un ragazzo, era un completo disastro. lui fumava, beveva, era più grande, non mi calcolava e si faceva ogni giorno una ragazza diversa" raccontarlo, ora, mi diverte quasi.

"lui mi aveva dato un'opportunità per stare un pomeriggio insieme e mi aveva criticata per tutto il tempo, sulle mie qualità. al momento non mi pesava troppo. certo, mi dispiaceva, ma quando le critiche hanno iniziato ad espandersi, tutti mi ridevano dietro e mi urlavano insulti, mi  prendevano sempre di mira, nella vita reale sui social. un giorno, ho deviso di rispondere, di contrattaccare, di rimettere tutto a posto, e ho iniziato a mollare la musica, dato che avevo delle amiche con cui uscire, poi è andato avanti tutto con calma, fino a che non mi sono resa conto che ero ridicola. quando ho conosciuto lui"

la sigaretta cade per terra e il mio amico la schiaccia con la punta degli anfibi. "mi piace la tua storia. è bello che tu ti sia rialzata così" sorride e mi bacia la guancia. "ora però, abbiamo bisogno di un'altra buona ragione per rialzarsi!" mi da una pacca sulla spalla.

"questa volta voglio essere io la motivazione. sono stufa di dipendere da lui. quando avrò ripreso i miei spazi, avrò iniziato ad amarmi davvero, allora potrò ripensare a lui" dico, rivolgendomi più a me stessa che a lui.

"quando un giorno guarderai le tue ferite, capirai che non è stato un errore fidarti di chi ti teneva per mano. e capirai che qualcosa è cambiato, non darai più colpe al mondo e ridarai un senso nuovo al tuo volto, ricorderai l'amore. risorgerai dal niente" le parole di Lorenzo mi colpiscono e mi portano a riflettere.

"hai ragione" mi alzo in piedi e gli porgo la mano, cercando di farlo alzare dalla panchina. "vieni con me"
"dove vuoi andare?" la sua espressione è sempre più confusa, ed incarna un sopracciglio, mentre si alza e mi si affianca.

"vedrai"

FEDERICO

apro la porta dell'appartamento e subito dietro trovo la chioma bionda di Alice e i suoi occhi scuri che mi scrutano diffidenti.
"parla velocemente e poi vattene"
"io Alice, voelvo solo chiederti scusa. ho capito che non posso averti, ho conosciuto una ragazza che mi ama e potrebbe voler costruire qualcosa di serio con me. ovviamente odio Cameron, o Michele, o come si chiama il tuo ragazzo, ma sono comunque arreso all'idea di lasciarti andare"

"grazie. ora vai" il suo tono di voce è freddo e distaccato. infondo, cosa potevo aspettarmi dopo che l'ho distrutta moralmente? nulla.

esco dal palazzo e mi avvicino a Maria, che mi aspetta sopra la moto rossa e blu di mia proprietà. sorride raggiante quando mi avvicino e le accarezzo un braccio. "com'è andata?" domanda subito.
"abbastanza bene. ovviamente non mi ha perdonato, però mi sento libero"
"okay, ora però basta Alice, non ne voglio mai più sentir parlare! intesi?" annuisco e le stampo un bacio sulle labbra.

"ti amo" sussurra la sua dolce voce al mio orecchio.
"anche io"

CAMERON

mi avvicino ad Alice e le cingo i fianchi con un braccio. "chi era?" il suo sguardo è cupo, sembra che abbia appena visto un fantasma da quanto è pallida.
"un fantasma del passato che mi ha chiesto scusa." il suo tono di voce è piatto e provo di emozioni.
"come stai ora? meglio? peggio?" sono seriamente preoccupato, lei che è sempre così allegra e sincera, mi mette ansia quando si chiude in se stessa.

"mi sento svuotata" sorride e stampa le sue piccole labbra sulle mie, abbracciandomi poi con tutta la sua forza.

Con lei so, che mi sento felice. felice e completo.

RICCARDO

la piccola bionda esce saltellando dal portone di casa sua e mi corre incontro. "hai saputo la bella notizia?" mi guarda con i suoi occhi verdi infiniti e mi sorride a 32 denti.
"no, dimmi pure" la prendo per mano, mentre ci incamminiamo a passo svelto verso la fermata della metro.

"Michele e Ariana si sono lasciati, stavolta forse per sempre!" urla per la strada, è così felice che penso potrebbe esplodere da un momento all'altro.
"amore, ora non pensi che potremmo
lasciarli stare?" la fermo e mi piazzo di fronte a lei, guardandola dritta negli occhi, per farle la fatidica domanda.

"perchè?" il suo tono ed il suo sguardo non tradiscono emozioni, come al solito.
"io non ti basto?"
"certo che mi basti. ora che si sono separati, si, possiamo lasciarli stare" si avvicina alle mie labbra e unisce le sue alle mie, sorridendo nel bacio.

sono davvero felice di aver dimenticato Ari. è stata fin da subito una battaglia persa. sapevo benissimo
che non avrei mai sostituito Michele, ma ci volevo comunque provare. solo con il tempo, sono riuscito a capire, che quei due sono anime inseparabili. nemmeno con una forbice si potrebbero scollare, metaforicamente parlando.

ora ho trovato Lea e penso che anche lei sia felice di avermi trovato.

amo questa ragazza, dal nostro primo bacio, ad ora, per sempre.

nota autrice:
scusatemi! lo so che sono pessima, perchè ci ho messo troppo per scrivere questo stramaledetto capitolo, ma non avevo NESSUNA ispirazione. l'ho riscritto almeno 828171 volte. anche ora non mi convince, ma almeno è decente.

ho ripreso la storia da diversi punti di vista per chiudere alcuni capitoli lasciati in sospeso, da ora in poi i personaggi 'scompariranno', nel senso che passeranno in secondo luogo, visto che ci stiamo riducendo sempre di più alle persone più importanti, man mano che va avanti la storia.

ditemi cosa ne pensate, ho un dubbio: vorrei chiudere la storia a 50 capitoli (e in caso farne un altro seguito), ma volevo anche fare un capitolo per ogni verso della canzone! non so se finire a 50 e fregarmene, o se continuare...ditemi voi cosa ne pensate!

ditemi cosa ne pensate e come credete che continui. se vi è piaciuto lasciate una stellina e un commento con la vostra opinione

*piccolo appunto, la parte scritta in corsivo, è tratta da una canzone di Marco Mengoni, si chiama 'Ricorderai L'amore'.

un bacio

Cate xx

Show me love || Michele BraviWhere stories live. Discover now