CAPITOLO OTTAVO

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Da quando suo fratello Mikey gli aveva fatto quel discorso, Gerard aveva cambiato atteggiamento nei confronti di suo padre. Aveva smesso di uscire insieme a lui alla mattina per andare al lavoro, aveva smesso di preoccuparsi di tutto ciò che l'uomo pensava e aveva smesso di farsi inculcare stupide idee nella testa. Haha

Quando una mattina, l'ultima in cui fece la strada con il padre, il Signor Way aveva iniziato a dire cattiverie, Gerard si era ribellato.

"Ecco" disse l'uomo quando furono arrivati nel viale alberato. "Vedi? Tutti questi falliti che dormono sulle panchine... e nessuno fa niente per impedirlo! E poi sono tutti sporchi, puzzano come delle bestie selvatiche, non si danno nemmeno la briga di lavarsi. Roba da matti, chissà dove andremo a finire. Per me dovrebbero arrestarli tutti e metterli ai lavori forzati" disse il padre indicando i barboni con un gesto impaziente della mano.

"Non dici niente Gerard?"

"No, papà. Non dico niente"

"E come mai? Sei sempre stato d'accordo con me"

"Be, ho cambiato idea. Credo che tu dica un mucchio di stupidaggini a volte"

Il signor Way si fermò di colpo, e Gerard con lui. Poi, con un gesto veloce che Gerard non riuscì a schivare, gli diede uno schiaffo così forte che per poco non cadde a terra.

"Questo non mi ha fatto cambiare opinione. Non puoi giudicare le persone senza conoscerle" disse Gerard ricomponendosi e ricordando le parole del fratello.

"Non ti permetto di parlarmi così, non farlo mai più." Disse il padre con tono duro, ma Gerard lo guardava con sguardo neutro.

"Finiamola qui papà, ok? Non ho intenzione di litigare con te" e si allontanò, andando al lavoro per conto suo. E quella fu l'ultima volta in cui Gerard fece la strada con suo padre.

Nonostante l'uomo continuasse a dirgli che non era portato per quel lavoro, e Gerard non poteva che essere d'accordo con lui, in banca si era fatto alcuni amici soprattutto tra gli altri manager. Ce ne erano due, Stephen e Marcus, abbastanza simpatici. Erano amichevoli, anche se piuttosto arroganti e un po' altezzosi. Non erano proprio i tipi di Gerard, di sicuro non sarebbero mai diventati i suoi migliori amici ma erano una compagnia sopportabile durante i pranzi nel ristorante sotto l'ufficio. A loro tre spesso si univa una giovane donna di nome Lindsey, ma tutti la chiamavano Lizzy. Era la tipica donna votata alla carriera, alta, snella, e biondissima. Fin dal primo momento aveva cercato di attirare l'attenzione di tutti su di sé, ed era riuscita a conquistarsi anche quella di Gerard. Era quel tipo di ragazza che stava sempre sulla linea di confine tra la provocazione e l'azione vera e propria: si metteva sempre in mostra indossando camiciette scollate, calze a rete o gonne un po' troppo corte per un ambiente di lavoro, faceva battute ambigue e amava le attenzioni degli uomini ma non si faceva avvicinare di più. Non si faceva toccare, non dava a nessuno il suo numero di telefono, se qualcuno la invitava ad uscire si inventava sempre qualche scusa. E questo alimentava l'alone di mistero che la circondava e manteneva vivo l'interesse di tutti su di lei.

A Gerard normalmente non piacevano le donne così arroganti ed eccentriche, ma quella Lizzy sembrava quasi magnetica, quando Gerard si trovava in sua compagnia non riusciva mai a toglierle gli occhi di dosso.

"Signor Way Jr! Che ne dice di un pranzetto qui sotto?" Chiese con entusiasmo Marcus aprendo la porta del suo ufficio e guardandolo con un gran sorriso scherzoso sul volto.

"Ti prego, smetti di chiamarmi in quel modo, Mark" gli chiese Gerard per la milionesima volta, prendendo la giacca dall'attaccapanni e infilandosela.

"Come vuole lei signor anche-oggi-ho-i-capelli-perfetti"

Marcus aveva sempre invidiato a Gerard i suoi bei capelli neri, ma Marcus invidiava i capelli di tutti dal momento che era completamente pelato, il che era particolare se si considerava con non aveva più di 35 anni.

SCARDove le storie prendono vita. Scoprilo ora