-Capitolo 2- ''The world behind my wall''.

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Una volta uscita, Ontari sgattaiolò lontano , correndo più veloce che poté. Man mano che correva, allontanandosi da Alie, Cominciava a sentirsi libera da quella prigione dorata. Il dolore sparì come per magia, e scoppiò a ridere. Corse fino in fondo alla strada, liberandosi di tutte le emozioni negative provate mentre era in quella stanza d'albergo con quel diavolo di manager. Era ora di vivere la vita vera, mettendo in atto il suo piano. Fortunatamente portava sempre qualche soldo con sé. Fermò un taxi e cercò di tenere sempre il volto basso. Non appena date le direttive, si divertì a guardare il mondo che la circondava. Sembrava tutto così immenso e interessante visto da dei normali finestrini non oscurati, sembrava tutto così misterioso visto da un semplice taxi. Non appena arrivata, pagò e scese . Si era fatta portare in periferia, un posto che tutti definivano poco raccomandabile, ma che per lei significava ''avventura'', e soprattutto era meno probabile che la riconoscessero, per via del fatto che la maggior parte della gente si teneva lontano da quella zona, e la gente poco rispettabile che girava per quelle strade di certo aveva di meglio da fare che idolatrare una riccona famosa che per loro era solo l'ennesima faccia sulla copertina di riviste che non avrebbero letto nemmeno sotto tortura. Si diresse poi verso un supermercato dall'aria abbastanza malfamata, precisamente verso il bagno. Ed ecco che cominciava ufficialmente il vero piano. Aprì la borsa e estrasse i trucchi. Si era sempre truccata e vestita in modo abbastanza semplice, nonostante la notorietà. Proprio per questo, decise di cambiare completamente stile .Si truccò gli occhi di scuro, senza sfumare. Per le sottili labbra scelse una tinta color prugna, scuro. Indossò poi un vestito con spalline larghe, nero e decorato in pizzo, con una profonda scollatura nonostante non avesse molto seno, che poi scendeva stretto fasciando il suo fisico atletico, e si fermava a inizio coscia. Ai piedi infilò delle décolleté nere, con il tacco da dodici centimetri e ricoperte da lustrini . Ed ora il tocco finale. Infilò una cuffia per intrappolare i suoi capelli castani, dopodiché indossò una parrucca bionda chiaro. Si spruzzò due gocce di profumo, ed uscì la bagno con la borsa , che conteneva ora i vestiti che indossava poco prima. Come per magia, una volta uscita, si trovò davanti un night club, di quelli con le insegne che lampeggiano. Entrò nel locale, e fu investita da una puzza di alcol e fumo di sigarette, e non solo. Seguire le regole era un optional, da quelle parti. Sorrise. Un  posto perfetto per iniziare la sua serata avventurosa. Bevve quattro drink l'uno dietro l'altro, e non avendo mai bevuto le girò subito la testa, ma le piaceva quella sensazione. Improvvisamente, un ragazzo le si piazzò davanti. Aveva i capelli castani, arruffati, gli occhi verdi e l'aria per nulla affidabile. Le sorrise in modo sghembo, poi le sussurrò all'orecchio ''Dimmi, com'è la vita di una star, regina di ghiaccio?'' Ontari impallidì. Com'era possibile? ''Non so di cosa tu stia parlando. Io mi chiamo Lola e non so di quale regina stai parlando''. Lo aggredì. ''Come vuoi'' il ragazzo rise sotto i baffi, poi sparì. Poco dopo, fu avvicinata da un altro ragazzo. Un ragazzo decisamente carino. Muscoloso, capelli neri lunghi, profondi occhi scuri. ''Posso offrirti un drink, dolcezza?'' Ontari sorrise maliziosamente ''Puoi chiamarmi Lola''. Annuì, accettando poi il drink. Una volta arrivato il drink, Ontari si guardò attorno, è notò il ragazzo castano all'angolo, che la fissava con disapprovazione. Si girò nuovamente, in cerca del ragazzo dai capelli neri. Era sparito. Ma il drink era ancora davanti a lei. Ne bevve un sorso, e poi lo finì. finì. Improvvisamente, le mancò l'aria. Il suo cuore cominciò a battere in modo irregolare, e la sua gola sembrava stretta da un laccio. Una piccola folla cominciò a crearsi attorno a lei. Non ci voleva, ora l'avrebbero scoperta. Poi vide un'altra cosa: Il ragazzo castano di poco prima si era fatto strada tra la gente, e l'aveva sollevata di peso. ''Lasciami''. Avrebbe voluto dire ,  Ma non ci riusciva, riuscì soltanto ad aggrapparsi a lui, boccheggiando in cerca di aria e sperando che finisse presto.

{The Ice Queen} -Ontari Pramheda-Where stories live. Discover now