" Assunta, quasi diciannovenne, è insoddisfatta della vita che conduce: vive in un paesino del torinese e ha nostalgia della sua terra di origine, una madre che abusa di alcool, un padre assente dal troppo lavoro, il fratello maggiore in crisi, un i...
«L'inizio della prima guerra mondiale fu nel Giugno del 1914... » spiega lamia professoressa di storia con la sua voce che fa da ninna nanna a tutta la classe.
Il bello è che Patrizia è assente da qualche giorno e se devo essere sincera, non m'interessa neanche sapere il perché.
Ormai, non ci parliamo da più di una settimana.
È ancora convinta che io sono stata la rovina della sua festa di compleanno e per me può andarsene a quel paese.
Invece lei non ha considerato, neanche un secondo, di avermi rovinato il mio rapporto con Marco che, anche lui, si sta comportando in modo strano.
Tento di mandargli dei messaggi, ma è la stessa storia: visualizza e non risponde.
Ora sono due giorni che non lo faccio più e me ne sono fatta una ragione.
Mi sento male pensare che in tutto questo tempo gli ho dato amore, persino quando mi insultava.
È incredibile di quanto male si può accettare, stando insieme ad una persona che ti dice di amare, ma non te lo dimostra.
Questo pensiero così triste viene interrotto dal bussare della porta della classe: è la bidella e afferma di un sacchettino a mio nome.
Lo prendo subito e ritorno al mio banco in fretta per la curiosità di sapere cosa c'è dentro senza farmi beccare dalla professoressa.
Appena mi siedo, riesco a intravedere qualcosa ed è il mio iPod.
Che gioia!
Ora sento che la mia vita ha un senso e vorrei tanto sapere chi è stato a ritrovalo.
Oltre al mio iPod, trovo dentro anche un bigliettino.
"Immagino che avrai vissuto momenti infernali senza il tuo iPod.
Immagino quanto ti sarà mancato e spero che ti sono mancato pure io. Vieni a trovarmi oggi all'intervallo?
Ti aspetto in aula 5C.
Max"
Che bella sorpresa che mi ha fatto.
Non ci siamo più visti da quella volta che ci siamo scontrati nel corridoio e mi rende felice che mi abbia chiesto di rivederci.
Manca solo un'ora all’intervallo e temo che non passerà mai con questa troppa ansia addosso. Meglio che mi concentro sulla lezione di storia.
Appena suona la campanella, corro come una matta al corridoio del liceo musicale e trovo subito l'aula 5C.
Ho il cuore che mi batte a mille e non riesco a capire il perché.
Dopotutto, Max è solo un estraneo e tutte queste emozioni sono esageratamente futili.
Appenami avvicino alla porta, lui spunta fuori con quei suoi grandi occhi verdi e mi saluta, sorridendo.
Io ricambio il suo sorriso e mi tremano le gambe.
«Come stai? Immagino benissimo con il tuo iPod in mano...» afferma Max dolcemente.
«Sì, infatti. L'iPod è tutta la mia vita» rispondo a mia volta nello stesso modo.
«Scusa se ti ho fatto aspettare. È che non mi fido della scatola degli oggetti smarriti che c'è in bidelleria... Poteva prenderlo chiunque, spacciandosi per il proprio iPod, poi te l'ho ridato oggi, perché fino a ieri ho avuto una terribile influenza...»
« Hai fatto bene. Ma come facevi sapere della mia classe? L'altra volta non te lo avevo detto»
«Sono andata a chiederlo in presidenza, gli ho detto il tuo nome e mi ha detto sei l'unica che ti chiami così nel nostro istituto e ho capito che eri tu. Te l'ho detto che hai un nome molto particolare...» contesta con il sorriso.
«Grazie davvero, Max...»
«Senti, voglio dirti una cosa , ma prometti che non ti arrabbi?»
«Beh, dipende...»
«Mi sono permesso di guardare che musica ascolti e mi hai davvero sorpreso» esclama con entusiasmo.
«In che senso?» domando.
«Nel senso che anch'io ascolto Rocco Hunt»
È la prima volta che sento dire questa frase e tutto ciò mi rende felice. È un onore aver trovato qualcuno con la quale posso condividere i miei stessi gusti musicali.
«Non posso crederci, finalmente ho trovato un suo fan qui al Nord. È proprio una rarità» esclamo, mentre faccio i salti di gioia.
«Eh lo so, è proprio particolare. Poiché siamo nella fine del 2015 e fanno ancora differenza tra Nord e Sud. Comunque, sai, io sono stato al firma copie del 3 Novembre alla Mondadori di Torino»
«Wow! E com’è stato?»
«Fantastico, anche se ho fatto quasi tre ore difila, ma ne valsa la pena»
«E Rocco com'è dal vivo?»
«È molto umile e aperto al dialogo, guarda...» mi racconta mentre tira fuori il suo cellulare, mostrandomi la sua foto con Rocco.
Sono entrambi molto belli con il segno delle mani a vittoria e mi chiedo se anch'io avrò l'onore di farmi una foto con Rocco.
«Magari lo avessi visto io di persona...» dichiaro, avendo gli occhi che mi s’illuminano.
«Non preoccuparti... Anche tu lo incontrerai, anzi, se vorrai al prossimo firma copie ci possiamo andare insieme... Che ne dici?»
«Sarebbe bellissimo» ribatto con una grande felicità.
La campanella suona fortissimo e purtroppo devo ritornare nella mia crudele vita di sempre.
Ci salutiamo, augurandoci di vederci presto e mi volto per andarmene quando...
«Assunta!»
Mi rigiro e noto che Max è agitatissimo.
«Posso aggiungerti su Facebook? Se non ti dispiace, vorrei tanto risentirti...» chiede Max.
«Con molto piacere. Cerca "Assunta De Santis" e trovi la mia foto» controbatto.
«Va bene, ci sentiamo su Facebook» conferma sorridendo.
Si vede che gli sono simpatica e tutto sommato, è ricambiato.
In due volte che l'ho visto, è riuscito a stupirmi. Sono rimasta meravigliata quando mi ha detto di essere un fan di Rocco Hunt come me.
La cosa importante è che ho riavuto il mio iPod.
Mi è mancato da morire.
"Ti devo parlare"
Questo è il messaggio in cui tento di rintracciare Marco per l'ennesima volta.
Voglio proprio vedere se si degna di darmi una risposta o se gli piace giocare a fare l’indifferente. Deve capire che io non voglio più vivere in questo modo e voglio sapere da lui, se la nostra storia sta continuando osta finendo per sempre.
Lo vedo "Online" e che visualizza il mio messaggio. Ora vediamo come si comporta.
Stranamente sta per rispondermi.
Oh miracolo!
"Che diavolo vuoi?" risponde subito così freddamente, sentendomi con il cuore va a frantumi.
Stavolta le lacrime non devono scendere. Sono molto più forte di lui.
"Devo parlarti"
"Di cosa?"
"Preferisco parlarne di persona. Possiamo vederci?"
"Non posso"
"Non puoi? Però per gli affari tuoi, puoi eccome."
"Va beh, dai. Ci vediamo tra 10minuti"
Ok, Assunta. E' arrivato il momento di farmi valere.
Marco è arrivato ed esco subito di casa.
Sono terribilmente ansiosa, ma pronta a dirgli tutto.
Appena lo vedo, noto che è cambiato in meglio: è dimagrito e senza barba.
«Ciao Marco...» lo saluto, sperando che mi stampi un bacio sulle labbra.
«Ciao» risponde al mio saluto, essendo distaccato.
«Andiamo al parco?» gli domando
«Come vuoi...»
Ci avviamo al parco senza tenerci la mano e rivolgerci neanche una parola.
Mi fa così strano che è arrivato a essere così indifferente da non dimostrarmi un gesto o una parola che dovrebbe dare prova di quanto mi ama.
Arrivati al parco, troviamo una panchina libera e ci sediamo. Marco continua a mantenere le distanze.
«Avanti, parla! Che vuoi da me?» si rivolge in tono aggressivo nei miei confronti.
«Marco, prima di tutto, non parlarmi così. Io sono la tua ragazza.»
«E con questo?»
«Dovresti portarmi rispetto ed è quello che tu non stai facendo»
«Ma io ti porto il rispetto! Sei tu che pretendi tutto e anche troppo!»
«Ah sì? E che rispetto è che tu abbia regalato un completino intimo a Patrizia per il suo compleanno?»
«Ancora con questa storia? BASTA! Che problema hai? Sei gelosa per caso?»
«SI, SONO GELOSA!»
«Dovresti saperlo che è lei la mia migliore amica!»
«NON ME NE FREGA NIENTE! Io sono stanca del vostro rapporto e del fatto che tu mi trascuri in sua presenza.»
«Stanca di noi? Dopo tutto quello che abbiamo fatto per te? Lo sai perché ti senti così? Perché non sei nessuno e sei invidiosa di Patrizia che è migliore di te»
«Io sarei invidiosa di Patrizia? Io sono gelosa che ti sei strusciato sul sedere di quella lì alla festa!»
«Ma è solo un gioco! Io e Patrizia siamo come fratello e sorella!»
«Sì, certo. Io mi struscio sulle parti intime di mio fratello e lo considero un gioco! MA FAMMI IL PIACERE!»
«CREDI A QUELLO CHE VUOI!!!» grida Marco fuori di sé.
Io mi zittisco e sento che l'ansia mi sale in gola, anche se ho fatto la cosa più giusta.
Lo fisso intensamente e mi sta venendo una grande voglia di baciarlo, dopo questa immensa scenata di gelosia.
Mi avvicino a lui molto lentamente, poi sussurro il suo nome. Lui si volta ed io tento di appoggiare le mie labbra sulle sue.
Lui mi respinge in modo violento, dandomi uno spintone che mi fa sbattere la testa all'angolo della panchina.
«NON MI BACIARE! » reclama Marco, guardandomi schifato.
Sento dolore alla testa e anche al cuore in modo profondo.
Lui si mette davanti a braccia conserte emi rivolge lo sguardo soddisfatto dal gesto che ha appena compiuto.
«Tu mi ami, giusto?» mi domanda, guardandomi con gli occhi incattiviti.
Io annuisco, tremando fortemente dalla paura.
«Se mi ami, cara mia, chiedimi immediatamente scusa per come ti sei rivolta a me e chiedi scusa, SPECIALMENTE...»
Quel “Specialmente" lo grida così forte che la persone si girano a guardarci.
«... SPECIALMENTE, ripeto, a Patrizia che le hai fatto passare un compleanno infernale, OK?!» sbraita furiosamente Marco.
Io, a testa bassa piangendo, consento a tutto ciò che dice.
«Bene, ora devo andare. Mia zia mi sta aspettando.» conclude, essendo appagato.
Io inizio a sudare freddo e ad avere i battiti accelerati.
Speriamo che non si tratti di una crisi epilettica.
«Marco, aspetta. Accompagnami a casa, credo di non sentirmi bene...» lo imploro, mentre faccio fatica a respirare.
«Non ci penso nemmeno. Vuoi fare la dura e poi pensi di farmi pena? Arrangiati Assunta...»
Questa risposta mi affligge il cuore, tanto che mi ricorda di una persona che vive con me in casa.
Eh già, mio padre.
«Quando ci rivediamo?» chiedo.
«Dipende tutto da quando vorrai chiedere scusa a Patrizia...» risponde, andando attraverso la nebbia che lo risucchia, come accade nei film.
Rimango ancora qui al parco, cercando di riprendermi da ciò che è successo.
Ora non c'è la faccio ad andare a casa. Sto troppo male.
Intanto, prendo in mano il cellulare e tento di scrivere delle scuse "inutili" a Patrizia.
"Patry, scusami. Non volevo rovinarti il tuo compleanno."
Subito dopo, lei è "Online" e visualizza il mio messaggio, anche se sinceramente non me ne frega nulla.
"Ok, va bene."
Mi risponde così quella stronza che, secondo me, si meriterebbe un bel vaffanculo. So già che potrebbe succedere un bel casino.
Quando mi sento leggermente meglio, mi avvio verso casa e ripenso alle parole di Marco e allo spintone.
Ma davvero mi merito tutto questo?
Per colpa di chi? Mia che sono scappata dal locale, secondo Marco e Patrizia?
Ora cerco di nascondere la ferita che ho con i capelli, così la mia famiglia non si accorge della violenza subita oggi.
«Mi sono rotto di vederti in casa che non fai nulla» grida mio padre ad Alessandro che litigano per l'ennesima volta.
«Sto facendo di tutto, puoi credermi! Ho persino mandato i curriculum in Lombardia, ma solo che tu sei talmente testardo e convinto delle tue idee che non provi nemmeno ad ascoltarmi» ribatte Ale.
«Sì, sono convinto che non farai nulla di buono nella vita!» risponde mio padre.
Ormai le liti tra Ale e mio padre sono diventate una routine, soprattutto perché mio padre è davvero convinto di quello che dice e non capisce che non si tratta di volontà, ma che si tratta della crisi.
Io credo in mio fratello e sono sicura che ce la farà a trovarsi un lavoro.
Non ho più voglia di sentirli, quindi mi metto le cuffie.
Faccio play con la canzone "Maletiempo" e stavolta ascolto intensamente il testo, come non avevo mai fatto prima.
Parla di come l'orgoglio distrugge i rapporti e di come si sta male da soli.
A volte, mi domando se, ora come ora, mio padre sta male senza di noi.
Prima ne ero certa, ora ho qualche dubbio.
Credo che a lui gli va bene così.
Penso semplicemente che l’amore dovrebbe soffocare quell'iniziativa di voler litigare sempre e comunque.
Sposto questo pensiero triste e osservo il mio iPod, pensando a Max.
Ora che mi viene in mente, lui voleva chiedermi l’amicizia su Facebook e, infatti, mi collego subito con il mio telefono.
Appena entro alla pagina Home, vedo già la sua richiesta di amicizia e mi sento stringere lo stomaco.
È la prima volta che provo queste cose ed è bellissimo. Non le ho mai provato con Marco, neanche una volta.
Mi permetto di dare una breve occhiata al suo profilo e vedo che si chiama "Max Esposito".
Nel suo profilo dice che lavora presso "Rocco Hunt”, che vive a Napoli ed è nato a Torino e non ha aggiunto il nome della scuola.
Ecco perché l'altra volta non riuscivo a trovarlo con “Massimiliano" da Torino con il nome della nostra scuola.
In seguito, noto anche la sua foto profilo con Rocco, quella che mi ha mostrato oggi all'intervallo e mi viene da sorridere.
Accetto l'amicizia e lo vedo subito "Online".
Subito dopo, mi arriva un messaggio di Facebook e io lo apro immediatamente con il cuore che mi batte.
"Finalmente l'hai accettata. È tutto pomeriggio che ti aspetto! :)"
Mi sento irrigidire tutto il corpo dalla felicità.
"Perdonami, ho avuto da fare. È bello che ci sentiamo anche qui, ma io pensavo che stavi scherzando"
" Ma va, ci mancherebbe! Se non mi eri simpatica, non ti avrei aggiunta su Facebook. Non credi?"
In effetti, ha ragione e mi rendo conto di essere ridicola. Devo smetterla, altrimenti mi rimuove subito dagli amici.
"Che fai di bello?"
scrive ancora Max.
"Ascolto Rocco Hunt, tu?"
"Anch’io"
Che cosa fantastica!
"Hai visto il nuovo video di Rocco?"
Rocco ha fatto un nuovo video? Mi sta venendo un infarto.
"Nuovo video?"
"Suppongo di no, aspetta che ti mando il link..."
Mentre aspetto, immagino come sarà bello il suo nuovo video, sentendo già l'euforia che mi sale.
Chissà come sarà bello Rocco.
Ecco il link e vado subito a vederlo, essendo curiosa come una scimmia.
La canzone si chiama "Se mi chiami". Vedo un'anteprima in cui Rocco sorride e mi sciolgo.
Apro il video e vedo una ragazza che cammina in un sentiero di un bosco per una decina di secondi, in seguito c'è Rocco chiuso in un'auto.
Parte il ritmo e sento già che questa canzone è stupenda.
"Volevo scriverti la strofa più bella di sempre
Quella che se senti in radio si arriccia la pelle"
Inizia così mi piace.
Ma così tanto che sento i brividi che prevalgono la mia schiena.
Le sue parole sono così dolci che subito mi viene da pensare: "Beata la persona che le sarà dedicata questa canzone."
Allo stesso tempo, però, mi viene da piangere, perché vorrei tanto che Marco fosse così dolce, ma tanto è inutile che ci spero.
Ma non voglio pensare a lui, voglio guardare Rocco Hunt come canta ed è puro amore per me.
"L'hai sentita la canzone? “mi scrive Max.
"Sì"
"Che ne pensi?"
"Davvero fantastica, per non parlare di Rocco... Lui è stupendo, come sempre!"
"Penso che lui se abbia vinto Sanremo Giovani, un motivo ci sarà."
"Infatti. Le sue canzoni sono filosofia di vita per me e ha già molto successo, avendo solo 21 anni."
"Hai detto bene. Sono orgoglioso di essere un suo fan."
"Anch'io."
"Vuoi vedere il suo autografo?"
"Certamente"
Pochi minuti dopo, mi invia una foto con l'album "SignorHunt” firmato da Rocco Hunt e mi sento felice per Max, ma anche triste per non essere andata al suo firma copie.
Ricordo quanto ci tenevo ad andare, ma ho avuto diversi problemi: mio padre non c'era, mia madre che mi rinfacciava di essere viziata e di vergognarmi a spendere i soldi in questo modo e mio fratello che non aveva un euro intasca.
Lo avevo persino chiesto a Marco e lui mi ha riso in faccia, dicendomi che tanto Rocco non mi avrebbe firmato un bel niente per la mia bruttezza.
E così, a malincuore, ho dovuto a rinunciare al firma copie e quando Rocco aveva annunciato di essere stato a Torino, mi si era spezzato il cuore come quando si strappa un pezzo di carta in mille pezzi.
"L'autografo è bellissimo..." commento.
"Un giorno lo avrai anche tu" mi rassicura Max.
Mi piace il suo ottimismo, perché è come se mi dicesse di non arrendermi mai.
Inizia a farmi male la testa e cito a Max che andrò a riposarmi.
"Quando ci rivediamo?" mi chiede subito dopo.
"Spero in questi giorni. Sai, con queste interrogazioni e verifiche, a volte, passo gli intervalli a studiare."
Bugia.
"Hai ragione. Questa maturità è davvero stressante comunque quando sei libera, sai dove trovarmi."
Max, te lo giuro: se fosse per me, ti verrei a trovare anche domani, ma ho un problema: ho fatto pace con quella pazza di Patrizia e deve passare l'intervallo con me, come se avesse bisogno della mia amicizia con tutte le mie compagne della nostra classe con la quale ci va d'accordo e che le leccano i piedi.
Stacco tutto e vado a nanna.
È buio e sento già che Max mi manca tanto.
Non capisco tutte queste emozioni positive.
Che cosa mi sta succedendo?
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