Stranezze

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MICHAEL'S POV

Avete presente come ci si sente quando hai donato tutta la tua fiducia a una persona e questa la spazza via come fa il vento con la polvere?
Io non so se l'avete mai provato, ma quello che so é che é uno dei dolori più grandi che potete sperimentare. E si piange. Si piange perché la piccola parte della tua anima che hai donato é stata distrutta.
Non credevo possibile che Ashley potesse rubare a casa della famiglia che l' aveva ospitata e salvata. Io mi fidavo di lei, mi fidavo della ragazza di cui mi ero perdutamente, follemente innamorato. E lei mi amava? Bella domanda.
Quel bacio forse non significava nulla per lei, invece per me era stata una boccata d'aria fresca dritta al cuore.
Stavo con le mani sulla fronte, scosso dai fremiti del pianto, chiedendomi cosa realmente volesse quella ragazza da me. Se ne era solo approfittata?
Aveva trovato qualcuno che potesse proteggerla e basta. Quello che voleva forse era solo un tetto, non me. Non le importava nulla di me, di noi.
Eppure l'amavo come mai avevo amato qualcosa. Potevo avere qualunque ragazza io desiderassi, qualunque, ma avrei sempre scelto lei, quella piccola traditrice che mi stava facendo soffrire tra i tormenti.
Sentii la porta aprirsi e mi affrettai ad asciugare le lacrime e a calmare i singhiozzi.
"Mike"
Era mio fratello Marlon.
"No, non ho voglia di uscire, voglio starmene per conto mio"
"Ma io non voglio uscire, voglio parlarti"
Cercavo di non guardarlo negli occhi.
Non volevo che vedesse le lacrime nei miei.
"Stai piangendo?"
Ecco fatto.
"No" gli risposi, seccamente.
"Si, stai piangendo. É per Ashley?"
Lo guardai in cagnesco. "E perché dovrei piangere per lei?"
"Perché state insieme. Pensi che non l'abbia capito?"
Mi arresi e sospirai.
"Non voglio che si sappia in famiglia. Se uscisse questa storia Jospeh mi ammazzerebbe e la butterebbe fuori di casa"
Marlon si stese sul letto.
"Sei triste perché ha rubato?"
"Lei non ha rubato niente. Ho detto che sono stato io"
Marlon alzó gli occhi al cielo.
"Senti, parliamoci chiaramente. Sono tuo fratello, noi due siamo cresciuti insieme come due gemelli e io ti conosco tanto quanto conosco me stesso. Lo capisco quando dici le bugie, lo capisco perché ne abbiamo dette tante insieme. Vuoi parlare con me e risolvere il problema o preferisci fare l'eremita tutto solo nella tua camera?"
Mi alzai e mi sedetti accanto a lui. Ero stanco di fingere. Amavo mio fratello e mi fidavo di lui. Mi fidavo. Anche di lei mi fidavo...
"Si, li ha rubati lei e io non capisco come sia possibile. Dimmi perché l'avrebbe fatto"
Marlon scosse la testa sconsolato: "Non lo so. Non te l'ha detto?"
"É uscita di corsa e non è ancora tornata"
"Dalle tempo"
"Era piena di vergogna. Cosa devo fare Mar? Devo passarci sopra? O devo lasciarla?"
Marlon mi mise un braccio attorno al collo.
"Hey, smettila di chiederti cosa devi e non devi fare. Lo saprai quando sará il momento. La ami?"
"Si. Si, più di ogni altra cosa"
Lo vidi sorridere. Non mi aveva mai sentito esternare i miei sentimenti in questo modo e ne rimase senz'altro stupito.
"Beh, questo é giá tanto. Lei é proprio una bomba"
Risi e gli diedi uno spintone scherzoso.
"E lei ti ama?"
"...non lo so. Ora non lo so più. Ci siamo baciati e in questi giorni si comportava da fidanzatina perfetta, ma non abbiamo mai parlato di fare coppia"
Marlon batté i palmi delle mani sulle ginocchia, come se avesse preso una decisione definitiva.
"Senti, il mio consiglio é questo. Quando tornerá a casa la metterai a suo agio. Non parlarle dell'accaduto... e magari fatti una scopata"
"Marlon!!!"
Pensavo che Ashley e Marlon sarebbero potuti davvero andare d'accordo, la schiettezza non mancava a nessuno dei due.
"Non scherzo, aiuta a risolvere tutti i problemi. Poi quando vi sarete svegliati e sarete entrambi di buon umore ne parlerete e sono sicuro che si risolverá tutto"
Chissá, forse aveva ragione. D'altronde, lasciarla non era tra le mie opzioni.
"Vieni qui"
Marlon mi aveva attirato a sé e ci scambiammo un forte abbraccio, un abbraccio da fratelli, di quelli inconfondibili.
"Ti voglio bene."
"Io di più. Grazie"
***
NARRATORE

I Jackson avevano cenato da soli quella sera. Ashley non era tornata.
Michael era fuori di sé dalla rabbia e dall'angoscia.
Se ne era andata così, senza lasciare spiegazioni? Era così tanta la vergogna per quello che aveva fatto?
Joseph aveva un ghigno soddisfatto sul volto: "Ah, alla buon'ora...avrá tolto di disturbo, tanto meglio"
Katherine gli diede un colpetto sul gomito: "Joe, ti prego" sussurrò.
Non le era sfuggita l'espressione sgomenta di suo figlio.
Marlon ogni tanto gli dava un colpetto col ginocchio per rassicurarlo.
Il tempo passava e pian piano andarono tutti a dormire. Michael non aveva intenzione di andare a letto. Avrebbe continuato ad aspettarla. Non poteva credere che fosse svanita nel nulla.
Accese la televisione, mantenendo basso il volume. Sperava che il tempo passasse prima.
A mezzanotte inoltrata sentì le chiavi ruotare timorosamente nella serratura e balzò in piedi.
Ashley fece il suo ingresso. Sembrava stravolta. Indossava un'espressione che Michael non le aveva mai visto.
"MA SI PUÒ SAPERE DOVE SEI STATA? E' tutto il giorno che ti aspettiamo, maledizione, potevi almeno avvisare"
"S-scusa..."
Era incredibilmente imbarazzata.
Michael si sentì in colpa per aver alzato la voce con lei. Non lo aveva mai fatto e se non fosse stato spronato dalla rabbia e dalla delusione non sarebbe mai successo.
Fortunatamente si ricordò del consiglio di suo fratello. La abbracciò forte.
"No, scusami tu. Ero solo preoccupato per te, tutto qui. É tardi e andare cosí in giro da sola...di notte..."
Lei annuì velocemente e sorrise.
Si intenerì a quello sguardo.
"Beh... non fa niente, l'importante é che sei tornata. Sono così felice di vederti".
Ashley sembrava stranamente a disagio.
"...tutto bene? Non hai detto quasi nulla"
"Oh...sisi, tutto bene, sono solo stanca"
"Certo. Vai in camera e cambiati" le disse.
Ashley mosse qualche passo. Poi guardò il corridoio con aria interrogativa.
"Hey, dove vai? La tua stanza é di lá" le disse. Michael sembrava completamente confuso: c'era qualcosa che non andava in quella ragazza. Era ritornata a casa come frastornata.
"Lo so dov'é la mia camera" rispose un po' risentita, poi si chiuse la porta alle spalle.
Michael non poteva crederci.
"Anziché scusarsi, abbracciarmi o dire qualunque cosa se ne va in camera sua senza dire nulla" pensó, sempre più triste.
Non volle comunque perdersi d'animo. Forse era solo mortificata.
Le lasciò il tempo di cambiarsi e appena spense la luce entrò anche lui.
Ashley sussultò.
"Sono io, tranquilla. Posso?" le chiese, facendo il gesto di stendersi accanto a lei. Ashley sembrava appena titubante, cosa che lasciò Michael ancora più perplesso. Solitamente Ashley era ben felice di addormentarsi affianco a lui. Non ci fece troppo caso e si stese accanto a lei.
"Ce l'hai con me?"
"No. Perché dovrei?"
"Non so. Mi sembri strana"
Lei sospirò e lo abbracciò.
"Non ho nulla".
Michael iniziò ad accarezzarle i capelli, come sempre. Non sentì il solito odore dolce che amava, piuttosto un odore aspro, diverso.
"I tuoi capelli sanno di... marjiuana"
Ashley sembrò ancora più in imbarazzo: "Sono passata in un vicolo in cui c'erano dei ragazzi che fumavano"
Michael aggrottò le sopracciglia.
"Ah"
Le credeva.
Le lasciò una scia di piccoli baci sul collo. Dentro di sé sentiva che quella non era la notte giusta, sentiva che qualcosa non andava. Ma era l'unico modo per fare pace, forse.
Lentamente, fece scorrere la sua mano lungo tutta la lunghezza della sua coscia, percependo coi polpastrelli i brividi che le aveva provocato.
La sentì respirare più velocemente. Si mise a cavalcioni sopra di lei, dapprima guardandola intensamente, poi chinandosi sul suo collo ambrato.
Voleva che la loro prima volta fosse perfetta. Iniziò a succhiare forte la sua pelle, senza smettere di accarezzarle i capelli con l'altra mano, fino a lasciarle un livido violaceo sul collo. Ashley tremava. Era rigida, freddissima, impacciata.
Michael pensò che fosse la paura e l'imbarazzo della prima volta. Ma ciò che lo lasciava impietrito era il fatto che anche lui si sentiva in imbarazzo, come se fosse a letto con una perfetta sconosciuta e non con la ragazza che amava.
A malavoglia le slacciò il reggiseno.
Poggiò le labbra sui suoi capezzoli, mordendoli appena. Sorrise.
"Non ci avevo mai fatti caso, ma pensavo che avessi meno seno"
Ashley si portò una mano sugli occhi e fece per coprirsi.
"Ma che...?"
"Stanotte no, ti prego. Non mi va"
Michael ci era rimasto malissimo. Sapeva che sarebbe finita così, non c'era né l'umore né l'atmosfera giusta.
"Ho fatto qualcosa di sbagliato?"
"No, no...oddio no. Tu sei davvero molto dolce, ma non me la sento"
Michael si alzò dal letto, imbarazzato e nervoso.
"Non te la senti? Cristo, me l' hai chiesto tu di farlo e ora non te la senti? Io non riesco più a capirti, sei una ragazza totalmente diversa da quella che conosco io e questo mi sta confondendo. Quando ti sarai decisa a mettere la testa a posto fammi un fischio. Ti saluto"
Era furente come non lo era mai stato. Uscì da quella camera lasciandola lì, con la bocca semiaperta.
Michael fece per entrare in camera sua, ma Marlon lo fermò sussurrando: "Allora? Come é andata?" gli chiese, con un tono malizioso.
"Vaffanculo"

Se ne andò a letto, ma non dormì per tutta la notte.
***
Quando fu mattina, il campanello suonò insistentemente. Perfino il suono sembrava più allegro del solito. Michael strisciò verso la porta: era completamente intontito dalla notte passata in bianco e due profonde occhiaie lo testimoniavano. Aprì il portone a occhi stretti a causa della luce che gli inondò il viso.
"MICHAEL!!!"
Era Samir. Era felice e gli si buttò addosso salla gioia.
"Samir... ma che diavolo ti prende?"
"La polizia ha scoperto tutti sull'uomo che sfruttava Ashley...cose terribili... di conseguenza hanno riconosciuto a Nadim legittima difesa"
I due amici erano pazzi di gioia. Michael si dovette trattenere dal saltellare in giro per il giardino.
"E quindi? É fuori dal carcere"
"Ha comunque ucciso un uomo. Gli hanno dato solo un mese di arresti domiciliari. É a casa ora"
Michael era così sollevato e felice. Per un attimo si dimenticó di tutti ivsuoi brutti pensieri. Nadim era a casa.
"Coraggio, sveglia Ashley e venite con me alla terrazza!"
Michael si rabbuiò: "No. Non voglio svegliarla"
Samir assunse un'aria interrogativa.
"Ho avuto...qualche problema con lei"
"Oh"
"Ti racconterò strada facendo. Andiamo"

I due si misero in cammino, correndo più che camminando.
E Ashley?
Ashley si sentiva spaesata, confusa....
Si sentiva sola.
Aveva paura.

*ANGOLO AUTRICE*

Allora? Che ne pensate? Cosa pensate che sia successo ad Ashley?😯😏 Ditemi la vostra!

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Terry

Make A Wish.Where stories live. Discover now