4: Il dono di Aslan

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Olivander portò i quattro ragazzi nel suo negozio, che era ancora una modesta bottega di bacchette magiche, ma già molto frequentata. Un volta davanti all'ingresso, aprì la porta e girò il cartello "APERTO" con un veloce gesto della mano. Quindi accompagnò i ragazzi in una piccola stanzetta, superando scatole impolverate e altri oggetti magici che i Pevensie stavano imparando a conoscere. Si sedettero tutti attorno a un tavolino, in una stanzetta così piccola e buia da ricordare ai quattro la diga del Signor Castoro.
- Gradite un po' di sardine?
Lucy fu entusiasta di accettare, ricordando con nostalgia il miglior amico che avesse mai avuto: Tumnus, il fauno. Anche lui aveva sempre delle sardine da offrirle, come il primo giorno...

Dopo mangiato, Susan chiese: - Signor Olivander, ti ringrazio molto dell'ospitalità, ma credo che tutti e quattro vorremmo anche delle risposte.
- Ma certo! Per questo ci troviamo qui, no?
- Bene. Perché quella bambina ci ha chiamati "mezzosangue"? Tu hai detto che i mezzosangue hanno un genitore mago e uno Babbano, ma non ci sono maghi nella nostra famiglia, quindi, a rigor di logica...
- La logica non va molto d'accordo con il nostro mondo, Miss Pevensie. - rispose Olivander - E poi... voi non siete Nati Babbani. Siete mezzosangue a tutti gli effetti.
- Ma è impossibile! - esclamò Peter, in preda alla confusione. Olivander, dal canto suo, scosse la testa lentamente, poi disse: - Vostra madre... Lei era una strega. E di grande talento, anche!
Peter sbottò: - Stai scherzando, spero! Nostra madre non può essere una strega!
Lucy prese la mano di Olivander e gli chiese: - Ne sei proprio sicuro?
Lui assunse una strana espressione, quindi esclamò: - Vorrei vedere! È mia sorella!
- COSAAAA?!!!
- Andiamo! Non crede che ce ne saremmo accorti, se fossimo veramente figli di una strega?! - sbottò Peter, e tutti i fratelli erano d'accordo con lui. Olivander rispose: - Ve l'ha sempre tenuto nascosto. Una brava strega sa nascondere molto bene le sue tracce...
- E perché mai l'avrebbe fatto?!
- Perché lei è... Per proteggervi! Voi non avete idea di quello che ha passato, prima di riuscire a staccarsi del tutto dal nostro mondo! Qualcuno la stava cercando per ucciderla, ma pochissimi stavano dalla sua parte. Ha vissuto nella paura per anni e ne è uscita solo quando sei nato tu, Peter! E quello stesso giorno ha giurato a sé stessa che mai, per nessuna ragione, voi sareste venuti a contatto con la magia. E il Ministero della Magia approvò la sua fuga, esiliandola per sempre dal nostro mondo e vietandole tassativamente l'uso della magia.
Susan era confusa: - Io non... Non capisco. Perché nostra madre si è trovata in quella situazione?! Perché volevano ucciderla?! Perché tutti la odiano?! E perché Aslan ha deciso di farci tornare in un mondo che ha trattato nostra madre come una criminale?!
Aveva gli occhi lucidi. Non poteva crederci. La loro madre gli aveva sempre mentito, ma non era questo a farle male. Sapeva che l'aveva fatto per proteggerli, ma non riusciva a capire cosa l'avesse portata a farlo. Troppe cose le erano state nascoste. Si stava rendendo conto di non conoscere affatto sua madre. E anche i suoi fratelli provavano le stesse cose, come se fossero un'unica persona.  Olivander cercò di spiegarsi: - Dovete ancora imparare moltissime cose di questo mondo. Abbiate pazienza di scoprire la verità un po' per volta. Troppe informazioni in un solo giorno non fanno bene a nessuno. Ora devo occuparmi del negozio e voi siete i miei primi clienti!
- Ma...
- Tranquilla, Lucy! Prima o poi la verità raggiunge sempre chi la sa aspettare...
Al sentire queste parole, la bambina si calmò un poco. Si voltò verso la finestra, fuori dalla quale la sua civetta svolazzava felice. Per un attimo, ebbe una meravigliosa visione: - Peter! Ed! Susan! C'è Aslan!!
- Dove?! - esclamò Peter, molto più che ansioso di rivedere il grande leone.
Lucy indicò lo stesso punto una seconda volta, ma non vide nulla neppure lei.
Susan le posò una mano sulla spalla: - Credo che tu sia stanca, Lu. Forse dovresti riposare.
- Io l'ho visto, Susan! E non sono sta... yawn!
Peter e Edmund si lasciarono sfuggire una risatina: - No! Non sei per niente stanca!
La piccola si indispettì: - L'ho visto davvero! E voi non siete affatto spiritosi!
Dato che i due fratelli, a cui si era aggiunta anche Susan, non la smettevano un attimo di ridere, Lucy si alzò dalla sedia e corse verso la finestra.
- Era lì! - cominciò a dire - Era prop...
Il davanzale a cui credeva di essersi appoggiata, a quanto pare non era affatto un davanzale e rovinò a terra. Erano quattro lunghe scatole di cartone, logore e ammuffite, ma ancora dotate del prezzo.
Tutti smisero di ridere di colpo e Susan rimbrottò la sorella: - Ecco! Hai visto che hai combinato?! Ora Olivander se la prenderà con noi! Lascia, ti aiuto io a sistemare questo pasticcio...
Lucy fece di no con la testa: - Faccio da sola!
Peter le lanciò un'occhiata eloquente: - Dai, Lu! Non prendertela! Non abbiamo detto che non ti crediamo: semplicemente non sappiamo perché tu l'abbia visto. Ora non tenere il broncio e lascia che ti aiutiamo! Anche Ed ti darà una mano! Vero, Ed?
- Eh?! Ah, sì!
- No! Faccio da sola!
- Vogliamo solo darti una mano!
- No!!!
- Dai!!
- Ho detto no...
Dalle quattro scatole erano scivolate fuori altrettante bacchette magiche, che, al solo contatto con i fratelli Pevensie, mandarono scintille luminose attraverso tutta la stanza, creando giochi di luce talmente affascinanti da lasciare tutti e quattro a bocca aperta.
- Ecco perché hai visto Aslan... - commentò Susan, consapevole di non aver creduto alle parole della sorellina per l'ennesima volta...
Peter, invece, indicò le quattro scatole ed esclamò: - Guardate!!!
Seminascosta dalle confezioni delle bacchette e da strati e strati di polvere, c'era un foglio di carta ingiallito, che i fratelli riconobbero immediatamente come un pezzetto di pergamena di Narnia. A un lato del foglio, infatti, era impressa l'immagine del volto di un grande e nobile leone, nonché l'impronta di una zampa, come quella di un grosso cane. Peter prese il foglio in mano e lesse quelle parole misteriose, che sembravano scritte dalla mano di una fata (o - perché no? - di un topo):

"Ai Quattro Re di Narnia,
figli di Adamo e figlie di Eva,
che hanno liberato la terra di Narnia
dal terribile giogo della Strega Bianca.
A voi, Re e Regine, dono queste quattro bacchette magiche,
fabbricate con lo stesso legno
che vi ha condotto al nostro mondo
per la prima volta,
e il cui nucleo è la Lacrimadifata.
Queste bacchette nascondono in sé un potere più grande di quanto possiate immaginare.
Fatene buon uso.
E ricordate...

... è la bacchetta a scegliere il mago!

Aslan."


I Quattro Re a Hogwarts: Il ritorno di JadisWhere stories live. Discover now