Capitolo 36

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-JONES- sentii urlare dall'altra parte del corridoio. In quel momento solo una parola mi venne in mente : merda.

Quella parola non era scelta a caso. Non era dettata dal pensiero "e ora chi è che ha deciso di rompere", anzi...avevo appuratamente scelto quella parola, proprio perché avevo capito di chi si trattasse.

Mi girai con la consapevolezza che sarei stata sulla bocca di tutti per una settimana o più, mi girai con la consapevolezza che stavo per diventare la protagonista di una commedia greca, che vedeva schierarsi da una parte miss tacco 12 in spiaggia e dall'altra me.

-Tu! Brutta stronza ruba fidanzati! Tu! Che mi hai sabotata fin dall'inizio. Tu! Che ti sei comportata come un'amica e poi mi hai pugnalata alle spalle!- disse correndo verso di me. Merda.

-Deborah ti prego, possiamo discutere in un modo più civile, senza dare scena- le dissi tranquillamente, sperando che almeno una briciola di buon senso entrasse in gioco.

-Cosa ti da fastidio sentiamo? Hai paura che ti giudichino per quello che sei?- ovvero una povera sventurata che ha sofferto come un cane per un anno? No grazie faccio anche a meno.

-Tu, ti sei finta mia amica fin dall'inizio...io mi fidavo di te, e tu come mi hai ripagata?Andando con il mio ragazzo?- ormai era in lacrime...ma quella scena mi puzzava, e non era il suo eccesso di profumo a dare quell'odore fastidioso.

-Deborah, sono andata con il mio migliore amico in posti dove eravamo circondati da altri amici...e non so a cosa tu ti riferisca. Magari hai sbagliato soggetto, magari la protagonista di quella frase eri tu- le dissi prima che lei si avventasse su di me, se vogliamo precisare, sui miei capelli.

Cercai di divincolarmi dalla sua stretta ma non ci riuscii. A dividerci ci pensò Piero, che era stato avvisato della rissa sicuramente da uno dei ragazzi del primo anno.

In quel momento non sapevo cosa aspettarmi da lui. Cosa avrebbe fatto? Sarebbe andato dalla sua fidanzata e avrebbe fatto finta che tra noi non ci fosse stato niente?

In tutto questo lui non si muoveva. Guardava lei, e guardava me con uno sguardo carico di  scuse. Non ci stavo capendo niente...tranne una cosa...non avrei continuato a perdere tempo lì ad aspettare qualcosa che non era certa arrivasse.

Guardai prima lei con un sguardo strabordante di odio e pena, e poi guardai lui. I suoi occhi castani circondati da quella montatura rossa che tanto amavo. Rimasi lì per qualche secondo in più rispetto allo sguardo che avevo riservato a Deborah, rimasi a guardarlo forse troppo per i gusti di quella. La cosa che mi consolava era che anche lui guardava me. Chissà cosa pensava guardando i miei occhi...in parte credevo di saperlo ma come sempre mi mancano quelle sue parole che mi avrebbero portata ad eliminare il "credo".

Me ne andai, uscii dalla scuola. Tanto seremo comune dovuti uscire a quell'ora, per la mancanza del professore delle ore successive, non stavo infrangendo le regole, stavo solo uscendo con qualche minuto di anticipo rispetto agli altri, che avrebbero invaso il parcheggio qualche minuto dopo.

Presi il motorino e comiciai a vagare tra le strade di Trapani, cercando un posto dove andare.

Quando mi ritrovai al mare capii che in realtà sapevo dove dovevo andare fin dall'inizio.

Legai lo scooter ad un palo lì vicino e scesi in spiaggia. Invece che andare subito al mare, svoltai a destra, e percorsi la strada che mi avrebbe portato all'insenatura.

Arrivata lì mi sdraiai sulla ghiaia e ascoltai il rumore del mare, due piccole onde più una che si spezzava sugli scogli.
Due piccole onde più una che si spezzava sugli scogli, la musica era sempre la stessa, ma non me ne sarei mai stancata.

Mi accorsi che non ero più sola quando mi sentii toccare le spalle. Chissà quanto aveva urlato prima di accorgersi che avevo le cuffie.

-Alissa scusa per prima...io non so cosa stia succedendo...è tutto un casino- disse Piero sedendosi accanto a me.

Fissava il mare. Le onde che arrivavano alla riva e che tornavano indietro.

-Piero non possiamo continuare a distruggerci, dobbiamo trovare una soluzione a tutto questo- dissi non aspettandomi una risposta da parte sua.

Stettimo lì per un tempo indefinito, forse due ore, forse di più...forse di meno..ma sembrò infinito. Ad interrompere tutto ci pensò il telefono di lui. Non riuscii a vedere chi fosse stato a chiamarlo perché chiuse subito la chiamata.

Ma avevo capito che tutto il nostro infinito era finito in quel momento.

- Dai vieni andiamo- mi disse con voce vellutata porgendomi una mano per aiutarmi ad alzarmi, che accettai sorridendo.

Mi scrollai la sabbia dai pantaloni e mi diressi verso l'incalanatura che ci avrebbe portato sulla spiaggia principale.

-Dove hai la macchina?- gli chiesi al parcheggio non vedendola.

- E' a scuola...sono venuto subito qui e mi sono scordato- disse toccandosi il collo imbarazzato con lo sguardo basso.

-Dai...oggi avrai l'onore di salire sul mio scooter- gli dissi porgendogli un casco che tengo sempre con me nel porta-oggetti.

Partimmo e mi diressi verso il centro di Trapani,appena trovai un posto parcheggiai e cominciai a maledire chi avesse messo le linee blu. Il parchimetro più vicino non era vicino quanto indicavano i cartelli...altro che 3 metri.

Andammo a cercare un altro parchimetro e quando tornammo travai l'ultma cosa che volevo vedere sui tergicristalli...una multa per non aver pagato il parcheggio.

Presi in mano il foglietto di carta e lo rilessi un paio di volte cercando di tranquillizzarmi, mentre Piero mi accarezzava la spalle cercando di tranquillizzarmi...ma l'unica cosa che ci sarebbe riuscita in quel momento sarebbe stata vedere chi ha tolto il parchimetro che sarebbe dovuto essere a 3 metri da noi,cadere dalla moto o dalla bici.

Misi il foglietto del parchimetro dove trovai la multa, la quale finì nel portafogli.

Piero si sorprese della mia calma, ma non fece domande e mi seguì verso la via principale.

Settimio a guardare negozi tutto il pomeriggio...senza entrare in nessuno di essi.

Quando i primi lampioni cominciarono ad accendersi ci guardammo e ci dicemmo con gli occhi che era ora di tornare a casa.

Salimmo sulla moto e tornammo a casa.

Arrivati davanti a casa mia scendemmo entrambi e riponemmo i caschi a posto.

- Se vuoi te lo do un passaggio fino a casa...-gli dissi per gentilezza.

-No non preoccuparti-

-Piero...io credo che tu debba prendere una decisione per quella storia là...non si può andare avanti così- gli dissi guardandolo negli occhi con la paura che mi dicesse che era stato di nuovo, tutto un errore.

Non volevo che mi dicesse così perché sarebbe stata l'ennesima pugnalata e non credo che sarei riuscita a sopportarla, ma soprattutto perché mi conoscevo e gli avrei detto addio... per sempre.

-Io la mia decione l'ho presa da settembre, solo che me ne sono accorto adesso- e mi baciò.

La storia tra Piero e Alissa si sta evolvendo! Ma starà andando troppo veloce?
E non dimentichiamoci che Piero in teoria è impegnato con la nostra adorata Deborah...

Vi mando un bacione vi auguro buone vacanze.
La vostra Aly❤

Non farmi aspettare ||Piero BaroneWhere stories live. Discover now