Capitolo 38

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Il viaggio in aereo passò con hostess che ti chiedono se vuoi mangiare qualcosa, provando a persuaderti che le patatine che ti danno siano buone, ma mi ero già fatta fregare una volta...non sarebbe successo una seconda.

E feci bene, guardando l'espressione del rosso accanto a me, non dovevano essere buone.

L'altra ragazza stette tutto il tempo a fare foto al paesaggio essendo accanto al finestrino, e non dovette sorbirsi tutte le informazioni possibili e immaginabili che il rosso continuava a darmi sul funzionamento degli aerei.

Guardai Alessandra che stava dall'altra parte del corridoio che col suo sguardo mi diceva " mi dispiace davvero tanto". Ma sapevo che dentro di sé stava ridendo come una matta.

Arrivati a Monaco prendemmo le valigie e saliammo sul pullman che ci avrebbe portati all'albergo per lasciare tutto nelle camere.

Sul pullman ci dissero che le camere starebbero state tutte da tre solo una, sarebbe stata da due.

Io e Ale che eravamo sedute vicine ci guardammo e da quello sguardo capii che anche lei non era intenzionata a dividere la camera con nessun altra al di fuori di me, e io in più, non volevo rischiare di trovarmi Deborah o una delle sue amiche con noi.

Essendo al primo posto del pullman prenotammo subito la camera per due.

Non ci impiegamno tanto dall'aeroporto all'albergo.

La hall non era per niente male. Un lungo bancone in legno chiaro con un computer affiancato da un piccolo salotto con tre computer, e sulla destra c'era un'altra sala che poi scoprimmo fosse per la colazione.
Quel hotel avrebbe ospitato solo la nostra classe e quella di mio cugino...gli altri sarebbero stati in quello di fronte che era molto più grande.

La stanza non era per niente male, anzi...pareti blu mare con due( e dico DUE) bagni. Uno dei due ovviamente si limitava solo ad un piccolo lavandino e al WC. L'altro invece...doccia, vasca...per sole due persone era una vera esagerazione ma non ci lamentammo per niente.

Aprimmo le valigie e posizionammo prodotti come shampoo e sapone nel bagno più grande.

Ale ad un certo punto tirò fuori due Nutelline e le mise nella piccola cassaforte.

-Ale ma cos...- le dissi mentre tirava fuori l'essenziale per il pomeriggio dalla valigia.

-Le ho rubate dal bancone della colazione, erano avanzate e non mi sembrava giusto lasciarle lì...ovviamente dobbiamo nasconderle prima che la cleaner lo scoprano- mi rispose mettendo il codice alla cassaforte.

La guardai per tre secondi e poi scoppiai a ridere seguita a ruota da lei.

-Ragazze vi voglio fra dieci minuti giù!- sentimmo dire dall'altro lato della porta dalla prof di lettere. Prendemmo uno zainetto con dentro lo stretto necessario, e uscimmo dalla camera...non prima di aver lottato per chi dovesse tenere la chiave della camera, riuscii a vincere io e così la carta finì nel portafogli rosso di Alessandra.

Uscimmo dal plesso e ci avviammo verso quello che sembrava un grande giardino, nessuno aveva la minima idea di quale fosse il programma della giornata. Dopo aver camminato per una po' in mezzo al profumo dell'erba e alle voci di bambini che urlavano parole in una lingua forte,chissà, forse litigavano per chi dovesse fare la conrta a nascondino, le prof si fermarono davanti ad una postazione molto simile a quelle che abbiamo noi in Italia per quando dobbiamo aspettare l'autobus o il tram. Quella di postazione, vennimo a scoprire fosse per i tram.
Un tram celeste arrivò e si dovette sorbire la carica di due classi di liceali che non vedevano l'ora di sedersi. Timbrammo il biglietto giornaliero che ci avevano consegnato le prof e i più fortunati si sedettero cominciando a parlare e  guadagnandosi sguardi confusi da parte dei tedeschi.

Non farmi aspettare ||Piero BaroneWhere stories live. Discover now