La resa dei conti: parte II

1.1K 128 32
                                    

Capitolo 26


«Cosa è stato?»

Noah si fermò di colpo. Dietro di lui, Uncas, fece lo stesso. Entrambi alzarono le orecchie da lupo, muovendole leggermente per captare altri rumori sospetti.

Il secondo ululato fu più intenso e vicino, rendendoli ancora più confusi.

«È una femmina...» azzardò Uncas annusando l'aria.

«Dannazione,è Evelyn! Si è trasformata... ci mancava anche questo» disse Noah, scuotendo lievemente il muso. Pensò di raggiungerla, ma avrebbe sprecato tempo prezioso. «Avanti, continuiamo. Penserò dopo a lei.»

Rimasero ancora qualche secondo immobili, e poi ripresero la loro corsa verso la sala degli Alfa. Noah conosceva la fortezza. Quando era bambino non vi aveva mai abitato, ma suo padre lo portava spesso nelle stanze più importarti per istruirlo sulla storia del loro popolo.

Finalmente videro delle scale, senza pensarci troppo, salirono. Abbatterono una spessa porta di quercia, fino ad arrivare al grande atrio.

Noah notò immediatamente il corridoio colmo di arazzi su cui vi erano dipinte le gesta dei suoi antenati.

«Per di qua» disse riprendendo a correre.

Dopo pochi minuti, arrivarono di fronte alla sala. Si fermarono e ripresero le loro forme umane. Noah osservò l'amico, cercando di tranquillizzarlo.

Dietro a quella porta c'era il loro futuro. Se avesse perso, se avesse fatto anche solo un passo falso, tutti i suoi sforzi e gli anni di sacrifici, sarebbero andati perduti.

«Sa che siamo qui» mormorò Uncas.

Noah annuì. Alastair li stava sicuramente aspettando, ma questa volta si sarebbe fatto trovare pronto.

«Che il gioco abbia inizio» disse poi aprendo la porta.


***


Willow stava correndo. Il suo cuore batteva all'impazzata e l'adrenalina le scorreva nelle vene. Quentin continuava a chiederle di farlo scendere, ma lei lo teneva ben saldo sulle spalle forti.

«So camminare da solo» protestò.

«Io posso correre più velocemente!»

Dopo pochi metri, sentirono dei passi sconosciuti sopraggiungere dal fondo del corridoio delle segrete. Willow si bloccò, pronta ad attaccare qualsiasi nemico le si parasse di fronte. Fece appoggiare Quentin al muro ed entrambi rimasero in attesa.

Il profumo di gelsomino le arrivò al naso, e per un attimo, soltanto un attimo, si ritrovò bambina; i capelli sempre scompigliati e le ginocchia sbucciate.

Elisabeth li raggiunse quasi correndo. Vedendoli immobili, si fermò a sua volta. Lo sguardo tra madre e figlia, fu come attraversato dalla corrente. Un lampo di elettricità le attraversò contemporaneamente.

«Mamma...» Willow le corse incontro, abbracciandola, iniziando a piangere.

Non era una persona capace di esternare i propri sentimenti, non lo aveva mai fatto. Durante gli anni di esilio aveva costruito intorno a sé una corazza tanto spessa da non poter essere scalfita da amore, gioia, dolore.
Vedendo sua madre lì, sempre bella e amorevole, quella stessa corazza si distrusse, cadendo a terra in tanti piccoli pezzi. 

«Ti perdono, non mi importa di Alastair o Brandon, io ti perdono» biascicò Willow con la voce rotta dal pianto.

Elisabeth la tenne stretta, accarezzandole i lunghi capelli dorati. 

I Lupi del Nord - Esilio (#Wattys2016)حيث تعيش القصص. اكتشف الآن