Chapter 2: Sleepless

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[Poppy]

Sono anni che gareggio in questo frigorifero che chiamano pista di pattinaggio e ancora più anni che mi alleno, eppure non ho ancora fatto l'abitudine al freddo polare che c'è in tutto il palazzetto.
Se giocassi a hockey, almeno avrei più strati con cui ripararmi dal gelo, ma per mia sfortuna il pattinaggio su ghiaccio richiede delle tutine molto leggere per le gare e alquanto brillantinate, peccato che le pailettes non siano in grado di donarmi calore.
"Stai tremando per l'ansia? Sul serio? Facciamo una gara ogni due mesi, non dovresti essere abituata?" Domanda Luke, osservandomi con un sopracciglio inarcato mentre cerco di riscaldarmi con il cappotto, ed io mi limito a guardarlo male per le sue maniche lunghe non fatte di retina color carne.
"Altro che ansia, sto morendo di freddo. Non vedo l'ora che tutto questo finisca così posso farmi un bagno bollente" sbuffo, guardando male la mia gonnallina corta che non riesce proprio a tenermi caldo mentre aspettiamo il nostro turno, quando sento mio cugino ridacchiare.
È strano come siamo finiti per essere partner, perchè lui all'inizio era totalmente contrario all'idea, ma a quanto pare a nove anni si è convinto guardando i campionati di pattinaggio, così ha deciso di imparare a pattinare, diventando presto il migliore del suo corso, tanto che la sua allenatrice ha subito pensato di farmelo conoscere per farci allenare insieme, non sapendo del nostro grado di parentela.
La prima volta che ci siamo ritrovati sul ghiaccio siamo scoppiati a ridere, ma presto siamo riusciti a capirci, tanto da diventare quasi un corpo unico, e siamo riusciti a migliorare tanto che la nostra allenatrice, Irina, ha deciso di iscriverci alle provinciali, sperando di vincere così da arrivare alle regionali.
"Tra trenta secondi dovete essere in pista!" Esclama la donna giunonica dai capelli biondi facendo il suo ingresso nel nostro piccolo camerino, ed io e Luke ci guardiamo prima che afferri la mia mano, annuendo piano.
"Vedi di non farmi cadere".
"Vedi di non inciampare nei miei piedi" rispondo con un sorriso, portando a compimento il nostro solito rituale pre gara, e sentendo l'adrenalina cominciare a scorrere nelle mie vene mi lascio condurre fino all'ingresso della pista, aspettando che il nostro numero ed i nostri nomi vengano chiamati, e non appena accade, prendo un respiro profondo.
Si va in scena.

***
"Sapevo che ce l'avreste fatta! I miei pupilli!" Esclama Irina, abbracciandoci quasi sull'orlo delle lacrime, ed io e Luke ci limitiamo a ridacchiare, euforici per la vittoria ma incredibilmente infreddoliti.
"Possiamo andarci a cambiare? Abbiamo già fatto le foto e abbiamo un po' freddo" domanda Luke, cercando di convincere la nostra allenatrice che probabilmente non capisce il nostro disagio, avvolta nel suo cappotto con tanto di pelliccia rosa.
"Ma certo, bambini miei, andate. Domani qui alle cinque, mi raccomando. Dobbiamo rivedere quell'Axel, Poppy" risponde lei con un sorriso sulle labbra fucsia, e noi ci congediamo prima di tornare in camerino, trovando davanti alla porta una figura ad aspettarci, ed immediatamente riconosco i capelli scuri di...
"Zoe!".
La ragazza si gira, un sorriso estasiato sulle sue labbra prima che salti ad abbracciarmi, facendomi quasi cadere all'indietro visto che la gomma del pavimento contro le lame dei pattini non è esattamente stabile, e sorrido ricambiando l'abbraccio.
"Siete stati grandi! Hai fatto quella cosa, con quell'avvitamento... Ragazzi, vorrei saper fare io queste cose" sorride, eccitata come una bambina il giorno di Natale, e Luke ridacchia prima di avvolgere un braccio attorno alle sue spalle, facendola arrossire leggermente.
"Beh, peró tu riesci a correre per più di trenta metri mentre io faccio un passo e subito dopo sono a terra, quindi direi che non puoi lamentarti" rispondo, aprendo la porta del camerino per entrare, e lei entra velocemente seguita da Luke che fa cenno al bagno prima di raccogliere i suoi vestiti per andarsi a cambiare.
"Okay, ora posso dirlo: quella camicia e quei brillantini fanno risaltare i suoi occhi in un modo incredibile. Dio, come fa Luke a diventare ogni giorno più sexy? Mi fa quasi venir voglia di piangere" sospira, drammatica come sempre, ed io scoppio a ridere prima di scivolare nei miei jeans, apprezzando il loro capre tanto bramato.
"Ah, tra l'altro, mi ha raggiunto Cal un minuto prima della vostra esibizione, ora è in bagno, ma ha detto che mi aspetta fuori. Non riusciva a credere che fossi migliorata così tanto" aggiunge mentre infilo il maglione blu, ed io mi ritrovo ad arrossire leggermente al complimento di una persona che non è Zoe o Irina.
"Oh" è tutto ció che riesco a dire finchè Luke non esce dal bagno, catturando completamente l'attenzione di Zoe.
"Hai bisogno di un passaggio?" Domanda cortesemente alla ragazza, che scuote la testa nascondendo il dispiacere di dover declinare dietro ad un sorriso: "no, grazie, c'è mio fratello, e si è offerto di riaccompagnare anche Pops".
"Oh, perfetto, allora a domani, ragazze" sorride Luke, e con uno scatto veloce esce dal camerino, probabilmente pensando già alla cena che gli si prospetta.
"Non puoi capire il sonno che ho" sbuffo, poggiando sulla schiena il mio borsono, e Zoe si limita ad alzare gli occhi al cielo prima di spingermi fuori dalla porta.
"Che novità, marmotta. Tra poco inizieranno le vacanze di Natale, andrai in letargo?" Domanda, guidandomi a passo svelto fuori dal palazzetto, tanto che vorrei fermarla e dirle di rallentare, ma i muscoli delle gambe mi fanno talmente tanto male che annebbiano la stanchezza di trascinare le mie tristi membra fino al parcheggio, quando sento qualcuno prendermi la borsa dalle spalle, e non appena mi giro incontro il sorriso del secondogenito di casa Hood.
"Calum!" Esclamo, sforzando un sorriso stanco, e lui ridacchia prima di abbracciarmi stretta, come probabilmente ha fatto con Zoe e Mali Koa.
"Ma tu guarda la piccola Poppy! Complimenti per la vittoria, tu e Luke siete stati bravissimi" si congratula con un sorriso sulle labbra, ed io arrossisco nuovamente al complimento, abbassando la testa.
Calum è sempre stato una sorta di fratello maggiore per me, nonostante non ci siano legami di sangue, e sentirmi dire queste cose da lui non puó non farmi effetto.
Noto immediatamente la sua aria stanca, e sto per chiedergli come sta quando Zoe interviene: "allora, andiamo a casa o no? La marmotta ha bisogno del suo letto ed io ho bisogno di sfamarmi!".
Sia io che Calum scoppiamo a ridere, salendo lui sul lato del conducente ed io sul sedile posteriore, accanto al mio borsone, ed appoggio piano la testa contro il finestrino mentre Calum s'immette dolcemente in strada, e l'ultima cosa che riesco a percepire è il finestrino freddo contro la mia guancia calda.

Sleepless || Calum Hood Donde viven las historias. Descúbrelo ahora