Capitolo 29

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Mi ero sempre chiesta perché gli uomini fossero le uniche creature viventi ad essere spaventate dalla morte, perché passiamo la nostra vita temendo il giorno in cui moriremo? Poi la risposta mi colpì, gli umani sono le uniche creature che hanno il senso del tempo. Abbiamo paura del tempo che scorre. Ma non io, no, io no. Avevo perso il senso del tempo, il tempo non valeva più nulla per me, come la morte. Non avevo più paura.

Sentii dei movimenti vicino a me, ma non riuscivo a vedere nulla. Ero in paradiso? Era tutto buio, forse ero finita all'inferno.

Cercai di muovere gli arti ma sembrava fossero legati insieme. "Gattina, sei sveglia?"

Aprii gli occhi a quella voce, la voce roca di cui avevo il terrore.

Lo vidi. Lui. A sovrastarmi.

Improvvisamente tutte le forze mi tornarono e mi allontanai dalla sua presenza, nascondendo la testa fra le mie ginocchia. Harry si inginocchiò sul letto, avvicinandosi a me.

"Per favore parla," mi pregò. Non ci riuscivo.

"Per favore."

"Perché non vuoi parlare?" sospirò, perdendo la pazienza. Non capiva che non ci riuscivo. Non avevo detto una parola per quasi due settimane, spaventata che potessi essere ferita.

"Di' qualcosa!" Arretrai, spingendomi contro la testiera del letto al suo tono aspro. I suoi occhi si riempirono di pentimento, Harry, pentimento?

La sua mano si alzò per schiaffeggiarmi ma io mi ritrassi, serrando gli occhi. Dopo un paio di secondi non sentii nulla se non un tocco che mi portava una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

"Pe-pensavi che ti avrei colpita." Harry scosse la testa, come se lo rifiutasse. "Per favore, di' qualcosa."

"Per favore Liana."

Liana.

Liana.

Il nome mi suonò in testa.

Li-Li.

Quello era il mio nome, non lo sentivo da molto, l'avevo quasi dimenticato, avevo quasi dimenticato il mio stesso nome. Era la prima volta che Harry mi chiamava con il mio vero nome, Liana.

"Voglio solo sapere perché," disse sconsolato, abbassando il capo. "E' stata colpa mia?"

Annuii, rifiutandomi di incontrare il suo sguardo.

Si alzò dal letto e colpì il comodino. "Cazzo!" imprecò. "Lo sapevo! E' stata tutta colpa mia cazzo." Cominciò a fare avanti e indietro inveendo contro se stesso. "Lo sapevo cazzo! Mi sono approfittato di te, avrei dovuto prendermi cura di te invece. Ti avrei dovuta trattare come una regina, avresti dovuto amarmi, ma non lo fai. Mi odio per questo! Ho cercato di fare il carino ma mi sono arrabbiato con te per ogni minima cosa!"

Lo fissai scioccata, quante cazzate. Se davvero voleva che lo amassi, non avrebbe fatto nulla tutto ciò che aveva fatto. Non capiva nemmeno cosa fosse l'amore, era pazzo, stava delirando.

"Mi odi?" chiese, con un tono calmo. Io comunque non risposi. Se avessi detto di no si sarebbe arrabbiato. "Per favore, mi odi?" mi pregò di rispondere, così lentamente annuii.

"Vattene," disse senza espressione. Sollevai la testa per guardarlo negli occhi. "Ho detto vattene." Corrugai la fronte, rivolgendogli uno sguardo confuso. "E' questo quello che vuoi, no? Andartene. Vai. Sei libera, non devi più vedermi. Vai!" gridò.

Saltai giù dal letto e corsi giù per le scale arrivando alla porta di ingresso. Sarei diventata libera. Una lacrime mi scese, mi sentivo come se un peso mi fosse stato tolto dalle spalle. Girai la maniglia per aprire la porta. Il mio volto venne colpito dal vento freddo, mi sentii viva. I miei piedi si poggiarono sul terreno e corsi. Corsi lontano da Harry. Ero finalmente libera.

La mia adrenalina era così alta che non mi resi conto di non sapere dove fossi. Ero circondata da buio. Mi sentivo osservata, la mia paranoia prese il sopravvento. Ero stata rinchiusa per troppo tempo, il mondo esterno mi sembrava un ricordo lontano. Mi spaventava stare fuori da sola, non mi piaceva l'estero, mi faceva stare male e tremare dal terrore. C'erano un sacco di cose nel mondo, tutte mi spaventavano. Odiavo il posto in cui ero costretta. Il mondo mi spaventava, Harry mi aveva rotto così tanto che ero terrorizzata dal mondo in cui vivevamo. Era ciò che aveva sempre voluto d'altronde. Rovinarmi.

Le lacrime mi percorsero il volto, l'unica vita che ricordavo era con Harry. Nonostante lo odiassi, dipendevo da lui in modo malsano. I miei piedi dolenti mi riportarono dove ero partita. Non potevo credere che lo stavo facendo davvero. L'idea di ucciderlo era sempre stata nella mia mente, certo che lo avrei fatto, sarei stata cattiva quanto lo era Harry.

Zoppicai verso il cancello di casa sua e fino alla porta. Stavo davvero tornando indietro? Dopo tutto quello che mi aveva fatto. Era la mia ultima possibilità di scappare, di voltarmi verso la scura foresta, non potevo farlo.

Il mio pugno colpì la porta più volte, mi sentivo come se stessi per vomitare da un momento all'altro.

La porta si aprì di scatto mostrando un Harry con gli occhi rossi, ridotto uno straccio.



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Boom baby!

Penultimo capitolo ragazze e ancora scommetto che non avete azzeccato il finale. Ne resterete sorprese, sicuramente.

Lasciatemi tanti commenti e potrei aggiornare molto presto.
Un bacione, al prossimo e ultimo capitolo. 

Kitten➢h.s au [Italian Translation]Where stories live. Discover now