Chapter 32

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"I said too much,
I said enough"

Losing My Religion, R.E.M.

"Sei sicura di volerlo fare?" Sussurrò Taylor da dietro un cespuglio.

"Andiamo, non pensavo ti importasse molto delle conseguenze." Risposi iniziando a digitare un messaggio sul cellulare.

"Infatti, non me ne fotte un cazzo. Lo dico per lei: sembra stia per avere un infarto o qualcosa del genere." Sbuffò Taylor indicando Paige accanto a me.

"Se la caverà. Vero, Paige?" Mi rivolsi a lei.

"Non so se posso farlo, insomma, se ci scopre sarà ancora peggio che prima." Bisbigliò tremante.

"Paige, merita una lezione."

Lei annuì debolmente ed io le strinsi la spalla con una mano per incoraggiarla.

Il pomeriggio sembrava non passare più e, a causa della nostra piccola vendetta, avevamo saltato le lezioni pomeridiane per studiare un piano.
Era ormai il crepuscolo ed io mi sentivo come in un film, pronta a sconfiggere il nemico.
Beh, sconfiggere no, ma darle un assaggio della sua stessa medicina.

"Sei sicuro che Daisy tradisca Nash?" Chiesi impaziente mentre guardavo l'orologio.

Taylor annuì guardandosi intorno.

"Si, te l'ho detto. È da qualche settimana che se la fa con Wes."

"E si può sapere come fai a saperlo?"

"Li ho visti... in giro."

"In giro?" Alzai un sopracciglio.

"Si, sono abbastanza sicuro che lei andrà a casa sua oggi."

"Ma come..."

"Lena, zitta e aspetta." Disse serrando la mascella.

Taylor sembrava essere le orecchie e gli occhi di quella fredda città: in un modo o nell'altro sapeva sempre cosa succedeva. E a me non era mai chiaro il perché.

La macchina di Nash non tardò ad arrivare dopo il messaggio che gli avevo inviato, sicura che non avrebbe riconosciuto il numero.

"Cos'hai scritto di preciso a Nash?" Sussurrò Paige curiosa.

"L'indirizzo di casa di Wes e un avvertimento." Risposi con un'alzata di spalle.

"Del tipo?"

"Attento alla tua cozza, potresti non essere il suo unico scoglio."

Non avevo trovato una frase migliore, ma in effetti mi faceva abbastanza ridere. Paige scoppiò a ridere subito dopo di me e Taylor si lasciò sfuggire un sorriso prima di baciarmi l'angolo della bocca. Gli sorrisi di rimando.

Ero stanca di stare accovacciata dietro un dannato cespuglio accanto a casa di Wesley Tucker, ma non potevo permettere che Nash ci scoprisse.

Nash scese dalla macchina e con i suoi occhi color cielo scrutò la casa, indeciso se bussare o meno alla porta.
Mi dispiaceva davvero per Nash, era uno dei ragazzi con cui andavo più d'accordo tempo prima, ma - effettivamente - quello che stavo per fare era un favore. Per quanto brutto, Nash doveva sapere con quale persona stava perdendo il suo tempo.

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