21.

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Mi svegliai di soppalto. Ma dove ero?
Cercai di aprire gli occhi nonostante la difficoltà per la luce abbagliante.
Mi guardai intorno e capii che ero in un letto di ospedale. Ospedale? ma cosa...

Premetto il bottone rosso che c'era accanto al mio letto per far si che un medico venisse a darmi spiegazioni e dopo un po di minuti, una dottoressa con un camice celeste, i capelli biondi e un sorriso smagliante, entrò.
"Eccola si é svegliata finalmente" disse lei.

"Finalmente? quanto ho dormito?"

"Avete avuto un attacco di panico, e non riuscivamo a calmarla neanche sotto calmati forti" mi spiegò.

"E questo attacco a cosa é stato dovuto?" chiesi con il mio miglior tono indifferente.

"Beh.."si fermò come fosse agitata a dirmi quel che era successo.

"È successo un incidente e lei dopo aver visto la persona, si é accasciata per terra e ha iniziato a ripetere che non doveva succedere di nuovo" spiego quasi con un tono di pena. Io non volevo pena. Non riuscivo neanche a capire cosa stesse seriamente succedendo.

"E il ragazzo come si chiamava?" domandai con molta paura di sentirlo.

"Josh."

Josh. Josh. Josh.
No. No. No.
Le lacrime solcarono il mio viso iniziai a tremare tutta, e iniziai a boccheggiare per trovare aria.

"Dov'è?" chiesi tra un singhiozzo.

"Coma etilico causato da un grosso trauma alla testa"

Fine. Era quello che leggevo da tutte le parti.

Staccai tutti i tuoi dalle mie braccia, mi accasciai a terra e iniziai a piangere, con la poca forza in corpo, mi alzai e chiesi urlando dove si trovava.

"Dov'è?" "Me lo faccia vedere" continuai

Si affrettò a farmi strada e una volta arrivati alla prospettiva stanza non ero sicura di voler vedere cosa c'era di reale.

Abbassai la maniglia della porta e entrai dentro.
Era immerso di filo da tutte le parti, aveva la testa fasciata e la bombola ad ossigeno che gli permetteva di respirare ancora.
Tra un singhiozzo e l'altro iniziai a parlare.

"Josh, i-io non volevo che tu caoitassi così, non é giusto" tirai su col naso.
"Devi svegliarti, non puoi lasciarmi sola, te lo prometto, appena ti svegli andremo in Italia per trovare Ana.
Io ho bisogno di te. Ho bisogno che i ci sia, io non posso andare avanti sapendo che le due perdoni più importanti della mia vita siano morte allo stesso modo." dissi ma mi pentii subito. "Tu non morirai, ti non devi morire Josh" continuai piangendo più forte.
"Vieni da me, non mi lasciare sola" sussurrai prendedogli la mano e singhiozzando fino ad addormentarmi piangendo.

"Signorina, signorina" qualcuno continuava a chiamarmi, e mi stavo innervosendo, aprii gli occhi
e capii che non era un sogno, ma la realtà.

"Signorina deve ritornare a casa, ce un ragazzo che la sta aspettando, dice che i tuoi genitori ti stanno aspettando al college" preso un respiro, guardai Josh e gli dieci un bacio alla guancia.
Uscii da lì e mi ritrovai Emanuel.
Si parò di fronte a me.
"ti togli dalle palle?" dissi in modo schietto.
Si tolse davanti a me e rispose con noncuranza "devo portarti al college"
" Fanculo, preferisco famela dieci volte a piedi" risposi del tutto indifferente mentre dentro stavo morendo.
In realtà, sospirai sconfitta quando capii che non mi aveva seguita.
Ma che potevo aspettarmi?
Preso un taxi, dieci le indicazioni per arrivare al college e poi pagai il taxista il quale  fu molto cortese.

Una volta scesa, cercai i due cancelli dell'edificio, e mi ritrovai tra le braccia dei miei.

Emanuel e Giad erano finiti.
Ci avevo sperato così tanto, che ho ottenuto solo una grossa pugnalata al cuore.

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WATTPAD DA BRUTTO SCHERZII😐😐😐NON MI HA AGGIORNATO UNA PARTE DEL CAPITOLO...COMUNQUE SPERO CI SIA PIACIUTO, FATEMI SAPERE.
ma perché ho scritto in maiuscolo? Boh...vabe ahahaha capitemi, sono disagiata

BACIIII❤❤

Only My BoyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora