Capitolo 27

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La scuola era abbastanza pesante, i compiti erano tanti e i professori erano tutti severi. Gli allenamenti della Diamond Dust, invece, procedevano benissimo: la squadra, all'inizio, aveva qualche problema, uno di questi era il fatto che Icer non ascoltava minimamente Gazelle e giocava cercando più che altro di infastidire in ogni modo la bionda. Facendo così si meritò l'espulsione. Si avventò contro Elise dicendo che da quando era arrivata lei andava tutto male. I gemelli però l'avevano difesa dicendo che se le cose le andavano male era solo colpa del suo stupido carattere da bambina viziata. A quanto pareva si era spostata nella squadra del fratello. Axel era ripartito per il Giappone raccomandando alla sorella di stare attenta a tutto e a tutti. Dark non aveva fatto nulla in quel periodo di tempo ma, invece che tranquillizzarli, questa cosa li aveva intimoriti ancora di più. Dopo la scenata di Joseph nel cortile sembrava che Mark avesse perso le sue manie di persecuzione. La prima settimana era passata senza niente che sconvolgesse quella che stava pian piano diventando la normalità per Elise e Gabriele e il venerdì mattina, a ricreazione, erano tutti contenti che tre ore dopo sarebbe cominciato il week-end. La ricreazione era cominciata da pochi minuti ma dei gemelli nemmeno l'ombra. I due avevano preso l'abitudine di sedersi sempre accanto alla bionda nell'intervallo e quel giorno era seduta accanto a Bellatrix e le altre sue compagne di classe. Il cortile era ancora semi-vuoto.
-ma dove sono David e Edward?- chiese Kiwill guardandosi intorno. Come in risposta alla sua domanda i gemelli entrarono dal portone con un gran fracasso dirigendosi saltellando velocemente tra i tavoli in direzione del loro.
-salve a tutti!- salutò David con un sorriso maligno sul viso. Un coro di saluti si alzò da parte dei loro compagni di classe, mentre i grandi tornarono al loro discorso dopo aver appurato che erano stati loro a provocare il frastuono.
-avete sentito parlare della festa di domani sera?- chiese Edward attirando l'attenzione anche dei più grandi, ma nessuno rispose. Elise si accorse delle occhiate furtive dei due nuovi arrivati che erano ancora in piedi e sventolavano dei volantini viola scuro.
-c'è la festa della bellissima...- cominciò David facendo finta di spostarsi i capelli dalle spalle come fosse una ragazza.
-e simpaticissima- continuò Edward. -Icer Partinus!- annunciarono in coro. Tutti li guardarono malissimo cercando di capire dove volessero arrivare e quale fosse la cosa bella. Nonostante le occhiatacce i due gemelli continuarono.
-la nostra amatissima Icer ci ha chiesto gentilmente di darvi gli inviti.- disse David. Ancora un'occhiata furtiva verso la bionda e si alzarono dando a tutti il proprio invito. Lo diedero persino a Gabriele ma, ovviamente, non ad Elise. Presero posto accanto alla bionda facendo spostare Bellatrix e Clear, mentre tutti gli altri leggevano il biglietto infastiditi. Chiunque fosse seduto a quel tavolo sapeva dentro di sé di dover evitare l'argomento "Icer Partinus" se non volevano meritarsi occhiatacce da Torch. I pettegolezzi che lo riguardavano non lo avevano mai scalfito più di tanto prima di allora, ma sembrava che dessero fastidio ad Elise. Bastava una sua occhiataccia e il bersaglio cambiava subito argomento.
-per me glielo potete restituire- asserì Gazzelle per primo, lasciando il biglietto al centro del tavolo, così da invitare tutti gli altri a farlo. -non ci andrò solo perché così lei avrà la sua stupida vittoria su Elise-
Infatti tutti lo seguirono, accatastando i biglietti al centro. Torch lo fece subito dopo il fratellastro, ricordando cosa succedesse ogni anno alle feste di Icer: passava la serata al fianco della ragazza dai capelli viola come suo ragazzo ufficiale, solo per potersela portare a letto subito dopo.
-ma noi non abbiamo detto che vogliamo andare solo perché così lei può avere la sua stupida vittoria su Elise.- intervenne David con un sorrisetto astuto.
-noi vogliamo fare in modo che Elise abbia la sua ennesima vittoria su Icer.- aggiunse Edward con lo stesso sorrisetto rivolto verso la bionda. Elise li guardò con aria perplessa; anche se odiava Icer le sembrava di aver fatto abbastanza anche involontariamente. Edward e David appoggiarono le teste sulle sue spalle, forse per corromperla:-noi vogliamo rovinare la festa di Icer- dissero all'unisono. Elise si sentì gli occhi di Torch puntati addosso, forse per gelosia o forse perché voleva vedere quale sarebbe stata la sua risposta.
-no ragazzi, siete pazzi?-
-pensa a tutte le cose che ti ha fatto patire.- disse Edward.
-pensate a tutte le cose che ho fatto patire io a lei, in una settimana le ho portato via tante cose, a suo dire.- rispose lei facendo roteare gli occhi.
-non esagerare.- intervenne Torch, ma lei lo zittì subito:- tu sei una di quelle.-
Torch non sapeva perché ma quella frase gli fece provare qualcosa di nuovo, come se la bionda volesse dire che lui era suo. Lui aveva sempre detto che lei era la sua ragazza ma non aveva mai sentito lei dirlo. Non lo aveva detto specificamente nemmeno in quel momento ma faceva lo stesso effetto. Nel frattempo non si era accorto che la stava praticamente mangiando con gli occhi davanti a tutti.
-io ci sto!- sorrise Dvalin riprendendo il biglietto con il suo nome dal mucchio. Sa lui che Xavier andavano parecchio d'accordo con Elise, gli era simpatica e se la ridevano per tutto ciò che aveva combinato ad Icer.
-anche io! farei di tutto per vedere il suo viso infuriato- disse Bellatrix copiando Dvalin -dove la fa?-
-nella sua villa- lesse Xavier sul suo biglietto. -quella con la piscina appena fuori da Londra.-
-beh non contate su di me, non posso entrare.- disse Elise alzando le spalle.
-non se ne accorgerà nessuno- rise divertito Gazelle -alle sue feste c'è così tanta gente che nemmeno lei si ricorda chi ha invitato e chi no-
-è vero, perde circa una settimana per fare la lista degli invitati e poi non si ricorda chi sono.- lo assecondò Clear.
-si, facciamogliela pagare adesso che ne abbiamo la possibilità!- disse Kiburn allungandosi per afferrare il biglietto.
-io odio la gente viziata quindi mi unisco a voi.- disse Gabriele sventolando il suo bigliettino verso Elise. Tutti annuirono, persino Torch, poi gli occhi si puntarono nuovamente su Elise.
-no, no, no e ancora no, scordatevi della mia partecipazione- rispose alla domanda muta dei compagni, poi si alzò e rientrò nel corridoio affollato, sbuffando. In lontananza vide Icer con delle amiche che camminavano verso la sua direzione. Ne aveva già abbastanza di lei per quel giorno, quindi cercò di non farsi vedere. Si fermarono e lei passò oltre senza, però, sfuggire alla ragazza acida dai capelli viola che si avvicinò per dirle una cosa che le fece cambiare idea sulla serata del sabato.
-non so se sai di domani sera- disse afferrandola dal braccio e conficcando le unghie nella sua carne -ma sta tranquilla che Torch sarà di nuovo mio, in tutti i sensi.- sorrise malignamente. Elise alzò gli occhi al cielo, strattonò il braccio prima che prendesse a sanguinare e tornò indietro, irruppe nel cortile e, arrivata al tavolo, sbattè una mano su di esso e disse:-Ci sto anche io!-. Tutti risero e i due gemelli la acclamarono. La campanella suonò dando il via a due ore di lezione di storia: il professore, un uomo sui sessant'anni, con capelli ormai bianchi, era una persona che amava alla follia la sua materia e che spiegava agli alunni anche gli aneddoti delle guerre e dei sistemi di governo di ogni epoca. Gabriele e Elise lo avevano interessato poiché erano avanti con il programma e rispondevano a molte delle sue domande. Il suo preferito però era Gabriele, visto che la storia era sempre stata la materia che amava di più. Inoltre l'insegnante riusciva a iniziare il discorso con un argomento e finirlo con un altro non ricordandosi da dove era partito. Erano divertenti certe scene. Il discorso aveva impiegato le due ore di lezione che Elise si era imposta di ascoltare nonostante la furia omicida che provava verso quella gallina di Icer, ma non ci poteva, e non ci doveva, pensare. Solo non aveva idea di come avrebbero rovinato la sua festa. Il senso di colpa per la sua decisione non si era ancora fatto spazio nella sua mente nonostante fossero passate due ore da quando lei le aveva detto in quel modo. Non sapeva ancora quale fosse l'idea dei gemelli per rovinare la festa di Icer, ma non sarebbe stato piacevole il dopo. Era sicura che da domenica le cose sarebbero peggiorate e Icer sarebbe diventata un vero e proprio tormento ma una parte del suo cervello, molto probabilmente quella più cattiva e vendicativa, le diceva che quella gallina doveva pagare solo per aver parlato del ragazzo di Elise come fosse il suo. E se Icer avesse cominciato una stupida per Torch lei non si sarebbe posta parecchi problemi: quando stava con Mark aveva incontrato ragazze peggio di Icer che volevano il suo ragazzo. Avrebbe solo movimentato la vita monotona che nell'ultima settimana aveva vissuto. Per quanto riguardava Torch sembrava non sapere nulla del graffio a forma di M: si notava poco che gli dava fastidio, ma quando il rosso e il biondo condividevano la stessa stanza a lui saliva l'istinto omicida che si imponeva di trattenere. Stava cercando il modo corretto per fargliela pagare, non se ne era dimenticato, quasi si può dire che fosse un pensiero fisso per lui. Purtroppo però non poteva rischiare di suscitare l'ira di suo padre e farsi sbattere in orfanotrofio.
Anche l'ora di scienze stava finendo e Elise non sopportava più la lezione sulle onde radio. Finalmente la professoressa assegnò i compiti e la campanella li liberò da quell'inferno di scuola. Uscì con i suoi compagni e raggiunsero il gruppo dei più grandi che comprendeva anche Maya, Grace e Tamara. Elise e il suo gruppo si fermarono poco lontano come se tutti, tranne Elise e Gabriele, sapessero di non doversi immischiare. Lei però non fece a meno di ascoltare.
-ok allora, vada per l'Hall.- disse Torch -Come ci organizziamo per andare?-
-io posso chiedere la macchina- rispose Dvalin mettendo le mani in tasca.
-siamo in 10- disse Maya -contate anche Nepp, mi ha detto che sarebbe venuto-
-potremmo fare che Dvalin porta voi ragazze e Xavier, Torch porta Neppten e io vado con Jordan- concluse Gazzelle. La loro discussione continuò ma Bellatrix sussurrò all'orecchio di Elise:-che dicono?-
-stavano parlando di come organizzarsi per le macchine- rispose lei con il tono di chi non è proprio sicuro di cosa sta sentendo-
-per stasera?- chiese ancora Bella a bassa voce.
-questo non lo so. Perché dove andiamo stasera?- chiese lei curiosa. L'ultima volta che era stata fuori di sera a Londra le cose non erano andate esattamente nel modo in cui si aspettava la sua prima uscita con amici.
-dove vanno loro stasera vorrai dire, noi più piccoli non siamo inclusi.- rispose la cugina acquisita con un'espressione di odio rivolta verso il gruppo dei più grandi. –il weekend la maggior parte delle volte funziona così, è molto raro che usciamo tutti in gruppo. La festa di Icer di domani è una delle poche eccezioni- vedendo che la bionda era un po' perplessa, Bella pensò a rimediare:-però qualcosa la organizziamo, penso dai gemelli.-
-ovvio- disse qualcuno circondando le spalle di Elise con un braccio: era Edward. Lo fece anche David prima di dirle:-forse siamo più piccoli per frequentare i posti che frequentano loro...-
-ma non ci possono mica impedire di stare insieme e divertirci- disse Edward facendole l'occhiolino.
-inoltre bisogna pensare a domani sera.- rifletté David.
-beh, allora contate su di me.- disse lei con un sorriso.
-stiamo a qualche isolato dal campo vicino casa tua.- spiegò Edward.
-sono esattamente una decina di isolati.- spiegò ancora David. Ad Elise stava girando la testa a furia di girare la testa verso il gemello che parlava.
-comunque chiamate prima di venire.- aggiunse Edward.
-vengo da te e andiamo insieme.- disse Bellatrix sorridendo.
-giù le mani dalla mia ragazza, Brown.- disse la voce di Torch alle spalle dei tre abbracciati. I due gemelli lo guardarono, poi guardarono Elise e alzarono le sopracciglia con un sorrisetto colpevole. Si allontanatono e Torch prese il loro posto e le diede un bacio sulla fronte come saluto. Poco dopo erano già in motorino diretti a casa. Elise mangiò un panino direttamente su nella sua stanza. I gemelli avevano detto loro di venire per le sette e Bella doveva venire da lei a prepararsi. Conoscendola significava che sarebbe arrivata almeno alle cinque perché non sapeva che mettersi o come truccarsi quindi voleva finire i compiti per lunedì entro le cinque così da avere il week end completamente libero. Cominciò e per le 15.30 aveva finito tutto e il cervello le stava scoppiando. Mentre era buttata sulla sedia con la testa all'indietro, Torch entrò, senza bussare.
-va tutto bene?- chiese vedendola in quella posizione.
-si, ho finito ora di studiare.- disse lei sollevandosi per chiudere i libri e gettarsi sul letto.
-con tre giorni di week end hai studiato tutto ora?- chiese lui divertito. Torch era il tipo che toccava i libri la domenica sera, almeno che non avesse qualche impegno.
-già, almeno sono libera- A quanto vedo tu invece hai dormito- disse lei alludendo ai vestiti stropicciati.
-già, ho bisogno di riposo per stasera.- rispose lui stiracchiandosi per lungo sul letto.
-a che ore torni?- si lasciò scappare lei. Alla fin fine lei aveva il diritto di saperlo, era la sua ragazza.
-boh, presto.- disse Torch esitante, poi la guardò con un sorriso divertito e disse:-mattina presto-
Lei assecondò la sua risata, anche se in cuor suo non era per niente tranquilla: Torch in tutto quel tempo aveva passato il tempo con Elise e lei non sapeva cosa aspettarsi da lui il giorno dopo. Torch non notò i suoi dubbi e si sdraiarono sul letto. Torch le parlò della discoteca dove sarebbe andato la sera e lei le disse della sua di serata.
-perché alle 19.00? non è presto?- brontolò lui.
-dobbiamo organizzare la serata di domani, lo scherzo ad Icer- disse lei. Torch la guardò storto ma non contestò. –non ho mai capito che cosa non ti va a genio dei gemelli?-
-quando torni?- chiese Torch come se non avesse sentito la sua domanda.
-boh, presto.- rispose lei spavalda. Torch la guardò storto di nuovo e lei si mise a ridere.
-sul serio, non tornare tardi.- disse Torch accarezzandole i capelli senza guardarla.
-di cosa ti preoccupi? Io non sono in discoteca- sbuffò lei.
-non significa nulla, i maschi ci sono comunque-
-in discoteca ci sono le troie-sbuffò lei.
-ei, vacci piano- rise lui.
-non hai ancora risposto alla mia domanda- sbuffò lei.
-sono il mio problema principale quando gioco contro la Diamond Dust: se uno dei due ti lascia passare, l'altro ti ha già bloccato.- spiegò lui.
-quindi non ti vanno a genio perché sono più bravi di te a calcio?- scherzò lei cercando di irritarlo.
-questo non è assolutamente vero- disse lui alzando gli occhi al cielo. A interromperli fu la porta che si aprì di botto mostrando una Bellatrix con uno zaino pieno sulle spalle. Elise si voltò verso la sveglia: le 16.30. Bellatrix aveva superato se stessa! -secondo me tu paghi Elise per farti da amica. Sei sempre qua! Come fai a sopportarla?- chiese Torch ridendo.
-lascialo parlare.- disse Elise. Bellatrix spinse il cugino fuori dal letto e si sedette accanto ad Elise.
-non so che mettere- disse lei in preda al panico. Era incredibile come l'argomento "vestiti" la facesse entrare nel panico in qualsiasi occasione.
-io non ho ancora scelto- disse Elise mentre studiava i vestiti che la ragazza si era portata dietro. –magari un pantaloncino o una gonna-
-i jeans non ti piacciono?- brontolò Torch appoggiato alla scrivania.
-indosso sempre i jeans- rispose lei facendogli una linguaccia. Prima che Torch potesse dire altro sua cugina lo buttò fuori. Elise optò per una gonna stretta di pelle che non aveva mai indossato, un top grigio con scollo a cuore e degli anfibi neri. Bellatrix mise un pantaloncino di jeans con una cintura della Gucci regalata dal padre, un top rosso che lasciava scoperte le spalle e faceva appena vedere il seno e le sue amate Buffalo bianche. Elise poi truccò entrambe ridisegnando per bene le loro sopracciglia, dando alle sue labbra un rosso spento che si abbinava con il nero della gonna e quelle dell'amica le dipinse del color carne. Infine si specchiarono e Bellatrix disse ridendo:-se Torch ti vede così non ci fa uscire quindi muoviamoci-
Bellatrix aprì la porta e lanciò un gridolino di paura: appoggiato al muro di fronte alla porta c'era Torch con un sorriso soddisfatto. Se c'era qualcuno di cui non si fidasse in quel momento era proprio sua cugina Bellatrix. Elise trattenne una risata di fronte alla faccia colpevole di Bella che guardava il cugino. Quest'ultimo però aveva gli occhi fissi sulle gambe della bionda.
-dove credi di andare vestita in quel modo?- chiese lui incrociando le braccia al petto.
-a casa dei gemelli- rispose lei con un sorriso innocente.
-assolutamente no- sbottò lui cercando di indirizzare il suo sguardo verso gli occhi di lei, anche se era piuttosto difficile. Gazzelle uscì nel corridoio guardando il telefono e le due ragazze sperarono che fosse la loro ancora di salvezza. Sentendosi gli occhi addosso il ragazzo dai capelli celesti si fermò prima di oltrepassarli.
-wow, siete due bombe, ragazze- sorrise squadrandole. Le due ragazze risero e Gazzelle le seguì non appena vide lo sguardo truce di Torch.
-non puoi uscire così- sbuffò il rosso verso Elise.
-sai chi mi obbligava a non indossare gonne o pantaloncini? Mark Krueger- rispose lei mettendo le mani sui fianchi per evitare di incrociarle sotto il seno ed accentuarlo. Torch aprì la bocca e la richiuse subito dopo per sbuffare ancora.
-andiamo?- chiese Bella ad Elise. L'umore della bionda stava peggiorando dato che il suo ragazzo aveva smesso di guardarla, come per dirle silenziosamente di andarsene. Annuì con un mezzo sorriso e scesero le scale.
-invece di essere pesante avresti dovuto dirle che era bellissima. Sono certo che Mark non glielo dicesse- disse Gazzelle dando dei colpetti sulla spalla del fratellastro. Torch alzò gli occhi al cielo e guardò il fratellastro che sembrava stesse aspettando qualcosa. Gazelle gli diede un colpo dietro la testa e lo sgridò:-fallo, idiota, prima che se ne vada-
Torch scese le scale e richiamò l'attenzione della sua ragazza che si fermò in mezzo al salone. La prese dai fianchi e la baciò con passione. Appena si staccarono il ragazzo sorrise sulle sue labbra e sussurrò:-sei bellissima-
Un sorriso a trentadue denti illuminò il viso della ragazza. Lo baciò un'ultima volta e poi corse fuori per raggiungere la cugina, già in compagnia di Gabriele.
-sei uno schianto- disse lui battendole il cinque. Poi si incamminarono e in meno di 15 minuti furono a casa dei gemelli. Era molto più piccola rispetto a casa Beacons, su un solo piano. I gemelli li accolsero e li salutarono e subito iniziarono a organizzare la serata dell'indomani. Alla fine il piano fu il seguente: una volta entrati si sarebbero divisi e Elise, David ed Edward sarebbero saliti nella camera di Icer dove avrebbero scritto con una bomboletta:"non puoi avere sempre tutto ciò che vuoi!", avrebbero fatto in modo che lei lo vedesse e poi le avrebbero fatto trovare dei bigliettini che la avrebbero condotta sopra dove avrebbe trovato Elise e Torch che si baciavano.
-a quel punto lei vorrà cacciarti con la scusa che non ti aveva invitata.- spiegò David.
-ma abbiamo pensato anche a questo- detto questo Edward diede ad Elise un volantino: era quello della festa di Icer con il suo nome sopra e addirittura la firma della viola.
-è uguale!- esclamarono Gabriele ed Elise stupiti.
-come avete fatto?- esclamò Bellatrix mentre Elise se lo rigirava tra le mani.
-trucchi del mestiere.- disse Edward alzando le spalle. Mezz'ora dopo gli altri ragazzi della loro classe cominciarono ad arrivare: Heat, Kiburn, Clear e Mercury presero possesso dei divani del salotto come fosse casa loro. C'era anche Paolo Bianchi, il ragazzo italiano della Mixer, vicino di casa dei gemelli, in compagnia di una sua compagna di classe, Irina Yang. In poco tempo il salotto era riempito dai loro discorsi sovrapposti l'uno all'altro: il calcio, la scuola, i pettegolezzi, la festa della sera dopo.
-le pizze!- squillò la voce di David dopo che il campanello suonò. Mangiarono in cucina, le ragazze si occuparono di ripulire nonostante i gemelli cercassero di impedirglielo, poi tutti insieme presero posto sui divani. David aprì uno sportellino dietro una poltrona e tirò fuori delle bottiglie, con un sorrisetto divertito: vodka alla pesca, alla fragola e alla menta. Gabriele ed Elise si guardarono: mica li aveva mai sfiorati il pensiero dell'alcool all'interno dell'orfanotrofio. L'idea però non dispiaceva a nessuno dei due.
-vi destabilizzerò probabilmente- disse Gabriele ridendo di se stesso. –ma io ed Elise non abbiamo mai toccato l'alcool-
La notizia, piuttosto che lasciarli interdetti, fece scoppiare i ragazzi in esclamazioni di eccitazione.
-fantastico, dei novellini!- disse Heat con un sorriso mentre prendeva sotto braccio i due. –avremo finalmente dei nuovi componenti nel gruppo dei "fegati marci"-
Tutti risero. In effetti avevano cominciato a bere alcool solo l'anno prima, ma ogni weekend si sbronzavano insieme e la cosa stava cominciando a non essere più una novità.
-allora diamo inizio alle danze o no?- disse Edward. Cominciò a riempire dei bicchierini in plastica sul tavolino del salotto. I ragazzi li trangugiavano come fossero acqua. Dopo aver fatto il loro primo giro sul tavolo ne erano rimasti solo due. –tocca a voi- disse Edward facendo un occhiolino alla bionda.
-mi raccomando, mandateli giù in un sorso- disse Kiburn.
-e se dovete vomitare fatelo in bagno, non sul tappeto di nostra madre- rise divertito David. Edward e David spinsero i due ragazzi davanti al tavolo e gli misero in mano i due bicchierini: il contenuto era trasparente e Kiburn consigliò ai due di non annusarlo. Incitati dagli altri, lo mandarono giù in un sorso. La lingua non ebbe il tempo di sentire nessun gusto, ma la gola bruciò per due; le loro guance si arrossarono per il bruciore e gli occhi si bagnarono. Dopo poco tempo però sparì tutto. I loro compagni li guardavano in attesa di commenti.
-non fa tanto schifo- disse Gabriele ad Elise.
-era vodka liscia- annunciò Edward. –di solito va mischiata con qualcosa di analcolico-
-ora provate quelle fruttate, sono molto più buone- disse Clear. –pesca, fragola o menta?- chiese rivolto ai due.
-fragola- risposero in coro. I bicchierini si susseguirono a causa dell'emozione della novità, ma nessuno dei due parve sentirsi male. Erano scuramente più su di giri degli altri. Elise fu presa in ostaggio dalle ragazze in discorsi che, se fossero state sane, non le avrebbero fatte ridere in quel modo. Gabriele invece parlava con i ragazzi che gli raccontarono alcuni aneddoti che erano successi mentre erano ubriachi, riempiendo sempre il suo bicchiere. Mentre David parlava, Edward sussurrò qualcosa all'orecchio di Heat.
-sei fuori?- sbottò Heat guardandolo con tanto d'occhi. Anche l'attenzione di David, Gabriele e Paolo si concentrò su di loro. Edward alzò gli occhi al cielo. –se lo viene a sapere ti uccide-
-di che parlate?- biascicò Gabriele. Edward ed Heat lo guardarono, poi si scambiarono uno sguardo: Heat era titubante, Edward era divertito. Quest'ultimo mise le mani sulle spalle del ragazzo italiano e chiese:-a te sta simpatico Torch?-
Gabriele si ritrovò interdetto: gli stava simpatico Torch? Il rosso non aveva esattamente il carattere di una persona amorevole ma non aveva mai pensato alla parola "antipatico". In effetti nemmeno a "simpatico". Non era nessuno dei due, lo teneva d'occhio solo per evitare che ferisse Elise. Per il resto gli era indifferente. Dovette anche ammettere però che Torch fosse l'ultima persona che avrebbe chiamato per fare una passeggiata tra amici.
-mi è indifferente- disse dopo un po' di riflessioni. Doveva essere passato qualche minuto, la sua mente rifletteva a rilento.
-e sei contento della sua relazione con Elise?- chiese ancora il gemello. Gabriele sospirò.
-non mi voglio intromettere- rispose lui.
-siamo tra amici, vogliamo solo sapere la tua opinione- disse Heat. Adesso sembrava essersi convinto ad assecondare Edward, anche se la cosa gli metteva un po' di ansia. Se da un lato ci fosse stato Torch, il suo idolo, e dall'altro Edward, un suo grande amico, si sarebbe ovviamente schierato dalla parte del gemello. Sapeva comunque che fosse una missione suicida: se Torch se la fosse presa, e sarebbe sicuramente stato così, e avesse voluto "dargli una lezione", si sarebbe portato dietro Dvalin e Xavier, che non erano da sottovalutare. Sospirò a quei pensieri e cercò di allontanarli dalla mente, concentrandosi di nuovo su Gabriele.
-se devo dirvi la verità, no, ma non mi intrometto perché Elise si arrabbierebbe- disse quest'ultimo grattandosi la nuca.
-e se mi intromettessi io?- chiese Edward sorridendogli. Gabriele corrugò le sopracciglia ma non disse nulla. –si insomma, se per un caso fortuito Heat mi avesse detto:"ti sfido ad andare lì e baciare Elise", e io lo facessi? Mi picchieresti?- il tono del gemello era vittorioso, non sapeva perché, ma il suo sesto senso disse che Gabriele non si sarebbe opposto. Heat dal canto suo lo guardò con uno sguardo omicida. L'italiano gli diede una pacca sulla spalla e rispose:-no, ma potrebbe farlo lei-
I cinque ragazzi guardarono la bionda, presa dalle risa e dalla sbronza, seduta su una poltrona. Edward diede un'ultima occhiata ai suoi amici e poi si avviò verso la ragazza, si abbassò poco alla destra della bionda e le toccò la spalla per richiamarla. Non appena lei si girò, Edward le sorrise e disse:-non farmi perdere la scommessa-. Poi la baciò con trasporto. Elise ci mise un po' a capire cosa stesse succedendo. Anche il suo cervello non camminava alla stessa velocità di tutti i giorni e non si accorse nemmeno di aver ricambiato timidamente il bacio. Il bacio durò qualche secondo, fu lei la prima a staccarsi e guardarlo con gli occhi sgranati. Il silenzio dominava l'intera casa, interrotto solo da un sonoro schiaffo sul viso di Edward che, invece di stupirsi, rise divertito, mentre sulla sua guancia spuntava una chiazza rossa. –scusa bionda, era una scommessa- sorrise malizioso Edward, sembrava che la cosa non lo avesse scosso minimamente. Elise invece si sentiva terribilmente in colpa, il cuore cominciò a batterle all'impazzata e aveva paura che, in quel silenzio tombale, qualcuno potesse sentirlo. A smorzare la tensione fu David che alzò la voce e disse:-la bottiglia di vodka è finita, usiamola per obbligo o verità alcoolico!-
Si levò un si comune, solo Elise disse no categorica e nessuno si oppose alla scelta. Il gioco era una variante di obbligo o verità: ogni volta che la bottiglia indicava uno di loro, dovevano bere uno shot di vodka e poi eseguire l'obbligo o la verità. La bottiglia puntò su David: obbligo. Così la bottiglia girò di nuovo, fermandosi su Mercury. E i due fecero toccare le labbra per una frazione di secondo. Poi fu il turno di Kiburn e Gabriele di fare lo stesso. Successivamente fu il turno di Edward: obbligo. La bottiglia girò fino al punto in cui era seduta Elise. Lui la guardò ridendo e disse:-è destino a quanto pare, non prendertela con me, bionda-
Poi la bottiglia indicò Clear. Edward baciò Clear, ed Elise non sapeva se fosse lo stesso tipo di bacio che aveva dato a lei. Cercò di non pensarci e non guardò il gemello. Clear poi fu obbligata a baciare Gabriele per almeno 10 secondi, idea di Kiburn. All'inizio l'imbarazzo era palese, ma poi entrambi si lasciarono andare in quei dieci secondi, senza però indugiare oltre. Elise guardò il suo migliore amico con uno sguardo malizioso e lui la fulminò. David e Bellatrix furono costretti a baciarsi prima ancora che Elise se ne rendesse conto. I baci furono sfalsati mentre l'alcool continuava a defluire dentro di loro. Le uniche coppie che si ripeterono furono David e Bellatrix, a cui tutti gli altri non diedero tregua con baci sempre più spinti, ma, forse a causa dell'alcool, nessuno dei due ne era dispiaciuto. Lo stesso era per Gabriele e Clear. Alla fine il gioco cominciò a trasformarsi in delirio di ragazzi ubriachi che ridevano come pazzi nonostante l'imbarazzo iniziale. David aveva avvolto le spalle di Bellatrix con un braccio e, tra le risa, si erano baciati di nuovo fuori dal gioco. Dopo un po' se ne accorse anche Gabriele e diede una gomitata ad Elise per farle vedere cosa succedeva.
-potresti farlo anche tu- rispose lei a bassa voce con uno sguardo eloquente.
-scordatelo, non sono il tipo. Lei è ubriaca e non me ne approfitterò.- disse Gabriele sapendo benissimo a chi si riferisse Elise. –e poi la conosco a malapena, non farti strane idee-
Mercury guardò l'orologio e disse che erano le 03.30 del mattino e che lei e Kiburn dovevano andare via. Se ne andarono quasi tutti, tra questi Gabriele a cui Heat aveva offerto un passaggio. Restarono solo i gemelli, Elise e Bellatrix. David e Bellatrix non si scollavano l'uno dall'altra. Elise controllò il telefono, sul quale non c'era nessun messaggio del suo ragazzo, anche se non se ne aspettava.
-ma io come torno a casa?- biascicò la voce di Bellatrix dal divano verso la cugina acquisita.
-che vuol dire?- chiese David guardandola.
-da Elise mi ha accompagnato mio padre ma ora non può venire.- rispose l'azzurra. Sembrava stesse recuperando un po' la lucidità. Poi rivolse lo sguardo verso Elise.
-credi che i ragazzi ci verrebbero a prendere?- chiese la bionda.
-scherzi? Torch non verrebbe nemmeno se fossi tu a chiamarlo, figurati gli altri.- sbuffò Bellatrix, probabilmente pensava a Xavier.
-ti accompagno io, se vuoi- disse David alzandosi.
-alla bionda la porto io.- aggiunse Edward. Elise alzò gli occhi al cielo ma non replicò. Non era sicura che Torch non sarebbe venuto a prenderla ma non lo chiamò per due motivi: 1. Era sicura che appena lo avrebbe visto la sua espressione sarebbe stata quella di una colpevole vera e propria; 2. Non voleva pesare su di lui quella sera. Salì sul motorino di Edward dopo aver salutato Bella e David. Dieci minuti dopo erano già davanti casa Beacons. Edward cercava di trattenere il suo sorriso divertito da tutta la serata.
-notte, bionda.- le disse mentre prendeva il casco dalle sue mani. Elise esitò, doveva dirgli qualcosa. -non dirò niente a Torch, ma levati quell'espressione corrucciata, era solo una scommessa e io volevo vincerla.-
Elise annuì e si limitò a dargli la buonanotte con un mezzo sorriso.

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