Capitolo 13: Si torna a casa

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Purtroppo per me quando arrivo sul vialetto di casa è già mezzogiorno e sento da dietro la porta il rumore di piatti che sbattono e pentole sul fuoco.

Magnifico. Mi aspetta una bella sgridata anche da parte di mia madre.

Infilo la chiave nella tappa della porta il più delicatamente possibile e cercando di non fare nessun rumore, giro la chiave al suo interno. Il rumore in cucina subito tace, ma non udisco passi di una madre incazzata al di là della porta. Credo sia un buon segno.

Apro la porta a senza guardare dentro la chiudo alle mie spalle, dando vita ad un rumore che solo io li vicino posso sentire.

《Ashley. Mi devi delle spiegazioni.》mamma incazzata ore due. Eccola lì che sosta proprio sulla soglia della porta del salone.
《Ciao mamma. Ti prego non mi va di parlarne adesso. Sono stanca.》
《Eh no signorina. Adesso è troppo. Non puoi sempre fare di testa tua, dove credi di essere? In un bordello in cui tutto ti è lecito?》
《Mamma, so che non ho ancora 18 anni e che fino a quando vivo qui devo stare a sentire le regole che tu e papà mi dettate. Ma credimi, ciò che è successo ieri sera è stato inevitabile. Papà mi aveva proibito di andare a quel concerto e tu per prima sai quanto io ci tenessi. Lo aspettavo da anni. Il rest-》
《Basta!》mi ordina di smettere.《Non serve che tu continui, tuo padre mi ha già raccontato al posto tuo. Non sono arrabbiata con te, anche io una volta disubidii a mio padre e andai ad un concerto. Io sono solo dispiaciuta per come si siano messe le cose con tuo padre, quel pover uomo non si merita tutto questo.》
《Ma certo mamma. Tu lo ami. È normale per te dire questo.》
《Potrà anche essere vero, amo tuo padre e farò sempre di tutto per difenderlo, ma so quando la gente si merita certe cose e lui non si merita tutto questo dolore. Sei sua figlia e se si comporta in un determinato modo è perché ti vuole bene. Quand'è che capirai?》
《Si certo, se mi vuol-》cerco di replicare ma mi blocca ancora.
《No Ash, ascolta. Non voglio sentire più niente, ne da parte tua ne da parte di tuo padre, voglio solo che in questa casa ci sia armonia perciò cercheremo di lasciarci questo fatto spiacevole alle spalle. È tutto. Ora va a tavola che il pranzo di fredda tesoro.》

Trovo sorprendente la rapidità che ha mia madre nel cambiare umore e discorso da così a così. Comunque, decido di chiudere il discorso lì per il momento, infondo non è con lei che ne devo discutere ma con il diretto interessato, e decido di mettere qualcosa sotto i denti. Ho una fame che non ci vedo.

Finito di pranzare salgo in bagno per una doccetta veloce. Anche se l'ho già fatta da Elle, la discussione con mia madre e il calore dei ravioli in brodo mi hanno portato a sudare peggio della corsa di ieri sera. Anche in questo caso so d'aver bisogno di una doccia. Una volta uscita dalla doccia, inizio a piastrare i capelli, che quando sono lisci mi danno un aspetto più ordinato e decido di mettermi più comoda indossando il pigiama, tanto non credo di dover uscire per oggi. Mentre mi spoglio mi ricordo che i vestiti che indosso non sono i miei ma quelli di El così la chiamo per dirle di venire a prenderli.

《Pronto Ash, dimmi.》
《Elle ho i tuoi vestiti, quando li riprendi?》
《Me li dai direttamente domani no?》
《Elle non penso di uscire domani.》
《Stai scherzando vero?》
《Eemh... no El dico sul serio. Perché che progetti avevi?》
《Ash domani c'è la festa. Dobbiamo organizzare ancora un sacco di cose, chiedere a Hope e  Sam se verranno e decidere cosa mettere...》

Per un momento smetto di ascoltare ciò che mi sta dicendo Elle.

《Non posso credere d'aver dimenticato che la festa è domani, pensavo che avrei avuto almeno due o tre giorni per stare un po' per i fatti miei, risolvere le cose con la mia famiglia e magari fare qualcosa che mi rilassi e mi tolga dalla testa tutto il casino successo tra ieri sera e questa mattina. Non si tratta d'avere paura di incontrarli di nuovo alla festa, anche se per quanto mi riguarda una festa è una cosa seria, grande. Potrebbe succedere di tutto, dall'ubriacarmi al vomitare sulle scarpe di uno di loro. Oppure avere un giramento di pressione per la musica troppo alta e svenir-》
《Ashley nessuna di queste cose accadrà perché non ti è mai successa e non penso proprio che Dio ti voglia così male da fartela capitare proprio domani che alla festa verranno anche loro.》

Solo dopo la risposta di Elle ai miei pensieri mi rendo conto che in realtà, più che pensieri, erano della parole dette a voce alta senza neanche accorgermene.

《Lo so El, scusa. Stavo solo pensando. Erano delle ipotesi.》
《Beh allora smettila di pensare  mia cara. Trova una soluzione ai tuoi perché domani non potrai mancare e rispondi a Steven che mi sta uccidendo di chiamate per sapere che diamine di fine tu abbia fatto.》

Chiudo la chiamata con Elle dopo esserci salutate e, come mi ha ricordato lei, il mio pensiero cade a Steven. Magnifico, adesso che faccio? Sarebbe da gattamorta tenere due piedi in una scarpa. Devo risolvere la questione. Si. Ma quando?

E cosa più importante: e se poi me ne dovessi pentire?

Insomma... Steven è okay, molto più che okay. E anche Niall è molto più di un semplice okay ma se con lui le cose andassero storte? Sono io che sto qui a fantasticare che un giorno, se continueremo a vederci, possa scattare qualcosa nel suo cuore... ma tutto è davvero ridicolo. Lui è Niall Horan e per quanto a loro dia fastidio sentirsi diversi, lui lo è. È famoso e non facciamo finta che questo non cambi le cose perché in realtà le complica immensamente. Ci resterei davvero molto male se per assurdo lui decidesse d'avere una storia con me e poi sapere che per lui è solo una cosa da niente, anzi meno di niente.

Basta. Tutto questo è assurdo.

Partendo dal presupposto che mai succederà una cosa del genere perché io non amo Niall Horan veramente e lui non mi ama, non c'è pericolo che ci siano degli intoppi alla festa di domani o peggio ancora, fra me e Steven.

Fra la tranquillità che niente di tutto ciò che penso avverrà mai, mi addormento intorno alle otto di sera.

*《Ash, sono davvero felice che tu mi abbia invitato alla tua festa.
Oh Niall, sono così felice che tu sia venuto.
Come sei dolce... Ash, mi concedi questo ballo?

Prese la mia mano nella sua, poggiò l'altra sulla mia vita e iniziammo a danzare sulle note di quella romantica canzone. Ci guardammo negli occhi e a poco a poco la distanza fra noi si faceva sempre più piccola.

Ma chi cazzo è questo Ash, che stai facendo, mi tradisci?

Mi giro alla ricerca di Steven, ma non c'è nessuna traccia di lui. Poi il mio sguardo si posa nuovamente sul ragazzo che avevo davanti poco prima. Però noto che sul suo viso è comparso un grande livido all'altezza del suo occhio sinistro e ha una piccola perdita di sangue dal naso.

Opera di Steven? *

Mi sveglio impanicata a pensiero di Niall sanguinante alla festa a causa di Steven.

Avverto uno strano rumore arrivarmi alle orecchie e noto che il mio telefono sul comodino sta vibrando, così mi avvicino per prenderlo.

《Cosa ci fai ancora sul letto?》vengo distratta dalla voce di mia sorella.《Mamma è mezz'ora che ti chiama urlando e tu cosa facevi? Dormivi beatamente borbottando:
Neil, Nial, Nie-》non mi ero accorta  che fosse in piedi sulla soglia della porta della stanza.

Smetto di prestare attenzione a ciò che sta dicendo, ho capito solo che sta parlando di Niall cercando di indovinare il nome giusto.
Dopo svariati tentavi, praticamente assurdi, decido di illuminarla:

《Niall. Si chiama Niall.》
《Si ecco, lui.》afferma portando le mani sui fianchi.
《Okay, comunque mi ero solo addormentata, adesso scendo.》
《Adesso.》ripete con tono autoritario.
《Si. Dammi il tempo di una sciacquata.》

Dopo essermi liberata di lei mi diriggo in bagno per una rinfrescata, ho bisogno di svegliarmi come si deve. Dò un'occhiata al cellulare e mi stupisco dell'ora; è quasi mezzogiorno.

È il giorno.
Oggi è il grande giorno.

Una leggera ansia mi assale ma non perdo ancora tempo e corro da Elle che mi chiama dalle nove.

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⏰ Last updated: Oct 23, 2019 ⏰

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