Cap. 14

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- Dunque? - Nadia stava sistemando il fascicolo con le deposizioni. - Di cosa avete parlato? -

- Non ho scoperto molto, ma pare che Suvano fosse un dongiovanni prima di mettere la testa a posto. Non lo so, forse mi sbaglio, ma credo che nasconda qualcosa. Tu che ne pensi? -

- Li hai visti, appena arrivati? Se fossi io quella ad aver perso la migliore amica, probabilmente sospetterei del fidanzato. E invece loro che fanno? Arrivano addirittura insieme. Qualcosa non torna...-

- Qualcosa potrà anche non tornare, ma la granita è sparita del tutto. Che si fa, andiamo al bar? -

Il trillo del telefono alla sua scrivania costrinse Novelli a interrompere le chiacchiere con il collega. Alzò il ricevitore e ascoltò attentamente quanto le veniva riferito.

- No, guarda, - disse dopo aver riattaccato - devo passare al laboratorio, pare che abbiano sbloccato il telefonino di Matilde. -

- Allora vengo con te. -

Gemelli gettò quel che restava della loro colazione nel cassonetto fuori dal Commissariato, si diresse verso la macchina ma si accorse che Novelli aveva preso tutt'altra direzione.

- Na'! - Urlò per farsi sentire - Novelli! Ma dove vai? -

Nadia si voltò e lo guardò in cagnesco.

- Fammi capire, vuoi prendere la macchina? Ma sarà sì e no un chilometro! Dai, pigrone, facciamo due passi. -

- Ma con 'sto caldo... E che cazzo! Aspetta, devo prendere la crema. -

- Dai, non muori se prendi un po' di colore! E non farebbe effetto in tempo, la tua adorata protezione. -

L'Ispettore si arrese all'evidenza, ma non volle dargliela vinta.

- Ehi - disse raggiungendola - quella fa sempre effetto, al primo tocco! -

Passeggiarono cercando di restare il più lontano possibile dal sole e una volta arrivati a destinazione si diressero nell'ufficio competente.

Il tecnico informatico che li fece accomodare era una giovane donna, poco meno che trentenne, bionda e pallida come la luna. Indossava una camicia smanicata e dei pantaloni color turchese che finivano appena sotto il polpaccio, mentre ai piedi portava delle scarpe di tela bianche in tinta con la camicia. Il cartellino agganciato alla cintura dei pinocchietti indicava a chiare lettere il nome e la mansione: Dott.ssa Martina Crisetti, Ingegnere Informatico.

Gemelli fu distratto dalle forme sinuose di quello che doveva essere il nuovo acquisto dei cervelloni, di cui aveva sentito parlare a grandi linee nei corridoi del Commissariato. Nadia, con un misto di invidia e gelosia prese la parola.

- Dottoressa, sono Nadia Novelli e questo è l'Ispettore Gemelli, ci siamo sentite poc'anzi al telefono. Cosa avete scoperto? -

- Ben arrivati. Accomodatevi - disse indicando due sedie alla sua scrivania - ho delle cose da mostrarvi. -

Crisetti aprì un cassetto e ne prelevò una cartella.

- Ecco, queste sono le copie dei messaggi inviati e ricevuti dalla vittima; inoltre abbiamo ritenuto opportuno stampare le foto contenute nel telefono, non erano molte, ne avrà cancellate delle altre ma i miei sottoposti stanno cercando di recuperarle dal cloud. Nel frattempo potete cominciare ad esaminare queste. Qui dentro troverete anche i tabulati telefonici. -

- E i dati del GPS? - Chiese Novelli.

- Purtroppo il sistema di posizionamento globale era disattivato, ma dovremmo riuscire a tracciarne i movimenti incrociando i dati delle celle a cui si è agganciato il telefono quella sera. Mi ci vorrà del tempo, però. -

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