Capitolo 11.

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-Ron ma che diavolo ti è saltato in mente?!-

Erano oramai le dieci di sera e Harry non si era ancora arreso: stava interrogando il suo vecchio amico ormai da tutto il giorno e non ne poteva più del suo ufficio. Non ne era uscito neanche per mangiare e i crampi della fame non facevano altro che aumentare il suo nervosismo.

-Te l'ho detto: rivoglio la mia ragazza-

-Non è più la tua ragazza!-

-Io la amo ancora! Sono consapevole dei miei errori! So quanto l'ho fatta soffrire a causa del mio lavoro, ma la amo!-

-Ma chi vuoi fregare?! Dopo due fottutissimi anni ti ripresenti da lei con il cuore in mano e quando ti rifiuta tu tenti di ammazzarla?! È questo il tuo amore?!-

-Ho perso la testa! Ok?! Non mi aspettavo di ritrovarla fidanzata con quel..quel bastardo!-

-Non sono più affari tuoi! Ma soprattutto questo non ti giustifica. Non so perché sei ritornato, ma so che non è perché la ami. Ascoltami bene adesso Ronald: se ti avvicini ancora una volta a lei ti distruggo e giuro su Merlino che scoprirò perché sei tornato. E ora sparisci-

I due si fronteggiarono per qualche secondo, poi il rosso decise di andarsene. Non era riuscito nel suo intanto, ma ci avrebbe riprovato.

Harry, dal canto suo, si afflosciò sulla poltrona, oramai esausto ma deciso a capire che diavolo stava succedendo. Hermione era una delle persone a lui più care e nessuno poteva permettersi di ferirla senza sopportare le adeguate conseguenze.

"Blaise riunisci la squadra di ricerca per domani mattina alle 10.00 a.m. Abbiamo un caso da risolvere in fretta e nella massima discrezione.

Harry Potter"

Inviata la pergamena al fidato compagno di lavoro decise di andarsene finalmente a casa.

Dal canto suo Ron fece ritorno alla Tana dove c'era sua madre ad aspettarlo in cucina.

-Mamma. Che ci fai ancora sveglia?- chiese il giovane cercando di non far trapelare la sua frustrazione

-Ti stavo aspettando. Ti va una tazza di the mentre facciamo due chiacchiere?-

-Scusa, ma sono veramente stanco e preferirei andare a dormire. Parleremo domani-

-Siediti Ronald-

Ron voleva dileguarsi nella sua vecchia camera, ma nonostante tutto non riusciva a disobbedire a sua madre quando usava quel tono.

-Ok. Di cosa vuoi parlare?-

-Di te. Sono preoccupata ragazzo: sei sempre via con la tua squadra in giro per il mondo magico e non ci scrivi quasi mai. Per sapere di te mi tocca leggere i giornali! E quello che leggo non sempre mi piace,ecco. Che cosa ti sta succedendo figlio mio? Perché ora...ora hai una vita così dissoluta? Ti prego parlami, lasciati aiutare-

-Mamma non ho nessun problema e non faccio una vita dissoluta. Sono molto impegnato e non sempre ho tempo per scriverti, ma ti prometto che da adesso in poi lo troverò. Non ti devi preoccupare, sto bene-

-Hm. Non mi convinci Ronald. Sei diverso e ciò mi spaventa-

-Tranquilla mamma-

Le diede un leggero bacio sulla fronte e si dileguò in camera sua. Non poteva certo dire a sua madre che era andato a letto con la donna sbagliata e che ora se non rimediava rischiava di perdere la testa letteralmente. E l'unico modo che aveva trovato per pararsi il culo era stato Hermione: se si fosse rimesso con lei sarebbe stato inattaccabile. Hermione era famosa e costantemente sotto i riflettori a un livello diverso dal suo. Nessuno toccava un Auror e di conseguenza nessuno toccava la famiglia dell'Auror. In più una volta rientrato nelle sue grazie sarebbe riuscito a rientrare anche in quelle di Harry e a sua volta sarebbe rientrato nel cerchio ristretto delle persone intoccabili.

Due Ragazzi Un Po' SpecialiWhere stories live. Discover now