Grande? Forse no.

65 4 7
                                    

«Signorina Grande. Venga qui.» mi disse il mio assistente. Io obbedii. Una marea di gente mi stava assalendo. Quasi cadevo a terra. Non sopportavo piú tutti questi fan. Non sopportavo piú di dovermi nascondere.

Dovevo nascondermi in tutti i sensi. Non potevo rivelare al mondo il mio segreto piú grande. Non potevo e non volevo. Io ero e sono Ariana Grande. Sono una star di questo secolo. Non posso deludere nessuno. Non devo deludere nessuno. Tutti si aspettano grandi cose da me. Si aspettano che nei miei video metta in mostra tutto. Come al solito. Si aspettano che mi metta a ballare come una prostituta. Ma la verità è che io non sono una prostituta. Non lo sono e mai lo sarò. Non fa parte di me quel comportamento. Ero molto più me stessa quando recitavo in Victorious, o in Sam e Cat.

Molte fan mi adorano proprio per l'evoluzione del mio personaggio. Ma la verità è non mi sono evvoluta, sono retrocessa. Non sono una bella persona. Non sono nulla.

Salii sulla macchina assieme al mio assistente. Erano passati due tre giorni dalla pubblicazione del nuovo album: "Dangerous Woman". Un grande successo. Sarei tornata da mia madre la sera, vivevo ancora con lei. Le voglio un bene dell'anima.

Da piccola quando mio padre tornava a casa ubriaco fradicio, la mamma si impegnava, faceva di tutto pur di tenerlo lontano da me. Aveva paura che potesse farmi del male. A quell'età non capivo cosa stesse accadendo, ora sì. Mia madre si faceva picchiare pur di salvarmi la pelle. Era una donna splendida. È una donna splendida. Decise di mollarlo - per fortuna.
Vedo poche volte mio padre, mi piace dire che lo odio, ma la verità e che gli voglio ancora bene.
È mio padre. Non ho scelto di avere un alcolista come padre, ma lo è e basta. Non posso rifiutarlo. Gli voglio bene e basta. Molte volte mi manca, e vorrei che fosse stato lui a crescermi assieme alla mamma, e non che fosse stata la mamma da sola. Non è neanche definibile uomo. Deve stare lontano da me e la mia famiglia.

Porto il cognome di mia madre proprio per questo. Non voglio essere ricordata come sua figlia. Bensì, come figlia di un italoamericana. "Grande" infatti è il cognome di mia madre. Mi piace molto e ne vado fiera. Anche perché nutro un grande amore verso l'Italia. Trovo che sia un bellissimo luogo da visitare. La sua capitale - Roma - è uno dei miei luoghi preferiti. Trovo che sia una città fantastica e ricca di storia.

Da piccola sognavo di vivere là. Mi sarebbe piaciuto vivere assieme ai romani antichi, parlando in latino assieme a loro. I loro vestiti, le loro abitudini. Tutto di loro mi attraeva. Sono stata da poco a Roma. È stato un bel viaggio. Un poco deprimente. Ricordo quella donna, per strada, sporca, che piangeva. Pensare alla povertà mi fa venire i brividi. Mi fa riflettere. Perché io sono ricca, e loro sono poveri? Loro si meritano la ricchezza molto più di me, che da piccola strillavo perché pretendevo una barretta di cioccolato. Loro, poveri uomini, muoiono di fame mentre io me la spasso in discoteca. Mentre io vengo sommersa dai soldi loro vengono sommersi dai rifiuti. Loro non meritano tutto questo. Pensare a tutto questo, fa riflettere. Fa riflettere su tutto, sulle dinamiche della vita, sulla mentalità dell'uomo moderno. È tutto sbagliato. Noi tutti siamo uguali. Siamo abitanti del mondo. Siamo essere umani. Nessuno è migliore. Molte volte mi domando se sono l'unica a pormi questi dilemmi, o se invece anche gli altri ricchi - sì proprio così, gli altri ricchi - possiedano una sensibilità. Mi domando se sia normale. Mi domando se sono normale.

Forse non lo sono.

Molti desidererebbero la mia fama, la mia ricchezza. Io invece desidererei soltanto una piccola casa in riva al mare, un po' di soldi per riuscire a vivere, un pasto caldo ogni giorni, e dei vestiti. Basta.
Questo è tutto quello che chiedo. Non sopporto quando i ragazzini mi criticano.

"La Grande è una bambinetta che si comporta da troia".

No. Non è così. Io non sono una bambinetta. Sono tutt'altro. Faccio soltanto quello che mi ordinano di fare. A volte mi piacerebbe ribellarmi. Far capire al mondo che non sono come pensano gli altri. Sono migliore. Almeno credo. Almeno spero.

Concorso: ehiiris e fallenflaws [VINCITRICE]. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora