Killer a piede libero

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P.o.v. Natan

Raggiungo i miei amici con un sorriso raggiante stampato sul volto. Ho passato la notte a pensare ad Eris... a come mi accarezzava... a come mi teneva stretto... a come riusciva ogni volta a farmi sentire vivo.
-Dal tuo sguardo deduco che è andata bene- nota Johan.
-Più che bene- puntualizzo con aria allegra.
-A me non è andate bene... Kate mi ha lanciato una lanterna accesa addosso! UNA LANTERNA! LANTERNA UGUALE FUOCO! FUOCO UGUALE MALE!- Louis è ancora traumatizzato.
La licantropa sghignazza e in risposta lo zombie le scocca un'occhiataccia.
-Volevo ringraziarvi- dico sorridendo.
-E di cosa? Era il minimo... e poi ci siamo anche divertiti- commenta Johan e gli altri annuiscono.
-Lunga vita al Bawawa!- esclama Louis.
Io scoppio a ridere mentre i due licantropi ci guardano con aria interrogativa.
-Il Bawawa è un piccolo stato dell'Africa dove non piove mai e non c'è neanche un ruscello- si affretta a spiegare lo zombie.
-Ma... il Bawawa non esiste...-
Johan è sconvolto.
Kate invece capisce al volo e scoppia a ridere anche lei.
Scorgo Eris arrivare.
-Non ti ha neanche ringraziato...- commenta la licantropa con disprezzo seguendo con lo sguardo la figlia della morte che varca il cancello della scuola in sella alla sua moto.
Io mi limito ad ignorarla.
-Ciao lupetto- mi sussurra per poi baciarmi una volta che ci raggiunge sulle gradinate.
Sorride a Johan.
Penso di star iniziando ad andare a scuola solo per ottenere i suoi baci... e per essere chiamato lupetto... e per vedere il mio branco ovvio.
-Allora Eris... a nome mio e di Kate volevamo chiederti scusa per come ti abbiamo trattata- prende la parola Louis.
-Ehi parla per...-
Guardiamo male Kate.
-Sì, ci dispiace- si scusa.
La figlia della morte li guarda impassibile ma con una nota di freddezza e il suo sguardo si indurisce.
Le do un colpetto con il gomito.
Lei mi guarda e la sua espressione si addolcisce.
Sento i suoi pensieri "Non li perdonerò... non ancora almeno"
-Ehm... scuse accettate...?- tenta Louis.
Le do un altro colpetto con il gomito.
In risposta lei lo congela con lo sguardo.
Ok, è il momento che metta in chiaro che il mio branco è dispiaciuto e non accetto che venga trattato in questo modo.
-Io e Eris dobbiamo parlare in privato- annuncio trascinandola via.
La figlia della morte rimane impassibile, ma quando mi fermo mi bacia.
-Ehi, pensi che questo riuscirà a salvarti dal discorsetto che ho intenzione di farti?-
Mi ribacia.
-Ok... devo ammettere che sta funzionando... però Louis e Kate sono veramente dispiaciuti, se li tratti così si ritorna alla situazione iniziale-
-Senti... io non alzerò un dito contro di loro te lo prometto... ma non li posso ancora perdonare...- sussurra per poi baciarmi nuovamente.
-Puoi almeno provarci?- le chiedo sorridendo.
-Per ora vedrò come si comporteranno nei miei confronti...-
Mi ribacia per poi salutarmi e andare in classe.
Ritorno dagli altri.
-Ho notizie per voi-
Johan ci consegna dei giornali e Louis spiega a Kate che il licantropo è il nostro informatore ufficiale.
-Ehi, sentite qua, un demone assassino è fuggito di prigione... dice anche che quando in passato era libero ha praticamente fatto una strage- spiego.
-E allora?- commenta Kate.
-Allora dobbiamo aiutare, non possiamo permettere che ci siano altri morti!- rispondo.
-Non dovrebbe essere compito della polizia del sovrannaturale?- commenta Johan.
-L'ultima volta per catturare un ladruncolo da quattro soldi ci hanno messo tre mesi-
Annuisco concordando con Louis.
-Che incapaci- commenta Kate.
Le lancio un'occhiataccia.
-Fanno del loro meglio... comunque mio padre a volte aiuta nella polizia del sovrannaturale posso chiedergli implicitamente se ne sa qualcosa-
Johan non sembra sicuro -Ragazzi, vogliamo veramente provare a catturarlo?-
Noi tre annuiamo risoluti: sappiamo la notizia, conosciamo il pericolo, sappiamo che la polizia non ha speranze, non possiamo starcene con le mani in mano.

Finita la scuola mi reco alla centrale di polizia dove lavora mio padre.
-Nate cosa ci fai qui?- mi chiede confuso quando mi vede.
-Ti ho portato il pranzo - rispondo appoggiando un panino vicino al suo computer.
-Grazie mille... però sento che questa gentilezza ha un secondo fine-
-No no, avevo solo voglia farti un favore... comunque stavo pensando che potresti insegnarmi a sparare in questi giorni...-
-Eccolo qui il secondo fine... Nate, ne abbiamo già parlato è pericoloso e non ti serve saperlo... inoltre questa settimana sono impegnato con il lavoro-
-Ci sono problemi?-
-Un ladro... niente di che... il punto è che non riusciamo a localizzarlo-
-Beh, allora ti potrei aiutare co-
-NO! Ehm... volevo dire... non serve... anzi sono sicuro che qualche mio collega sia già sulle sue tracce-
Dalla sua reazione non ho più dubbi: sta parlando del killer.
-Ok, vado a casa, ciao papà-

Prendo il cellulare e scrivo sul gruppo "Branco" -Ho parlato con mio padre: non riescono a trovarlo-
Cancello il messaggio.
Mentre cammino sento improvvisamente una strana sensazione... come se provassi dolore... un malessere...
In poco tempo capisco.
Il legame...
Il legame si è indebolito!
Il mio cuore si trasforma in un martello pneumatico e inizio a respirare affannosamente.
Mi guardo intorno con aria smarrita come se Eris potesse essere tra gli studenti umani che tornano a casa.
Devo trovarla.
Corro verso il bosco e appena arrivo mi trasformo.
Ma dove sarà...
Il legame continua ad essere debole.
Sto andando nel panico.
Sento odore di sangue...
È il sangue di Eris!
Ora sono completamente nel panico!
Mi fermo ispezionando con lo sguardo l'ambiente circostante...
Non la vedo...
L'ansia aumenta...
Giuro che se qualcuno le ha fatto del male lo dilanio!
Mi rimetto a correre...
Seguo il suo odore...
Raggiungo casa sua.
Torno umano e mi arrampico sul muro arrivando fino alla sua finestra.
È a letto, svenuta, stupenda come sempre e sta bene... o quasi... ha parecchie ferite e una gamba rotta...
Tiro un sospiro di sollievo: ho temuto il peggio.
Steve è davanti a lei e mi dà le spalle.
Improvvisamente l'allenatore con un movimento secco le rimette a posto la gamba.
Che spettacolo orribile...
Sbianco e cado rovinosamente sul giardino per lo spavento.
Mi viene da vomitare, ma mi trattengo.
Vorrei andare con tutto me stesso da lei e stringerla tra le mie braccia... ma Steve come minimo mi regalerebbe una morte lenta e dolorosa.
-Spero che starai bene... ti amo...- sussurro prima di andarmene.

Appena arrivo a casa dopo aver salutato mia mamma vado in camera mia.
Noah e Lily sono vicini alla finestra.
-Non dovreste essere a scuola?-
-Ci siamo sentiti male- si affrettano a spiegare.
-Tutti e due?-
Annuiscono per poi filarsela.
Sospiro e letteralmente mi butto sul letto.

A notte fonda vengo svegliato dalla voce di Eris che mi chiama, ma quando apro gli occhi non la vedo.
Forse me la sono sognata... mi sarebbe piaciuto così tanto vederla, abbracciarla e baciarla... già mi manca.
Ad un tratto scorgo delle mani aggrappate al bordo della finestra.
Mi affaccio...
Eris!
La guardo con un'aria da innamorato perso, ma allo stesso tempo confusa.
-Ehi lupetto... non riesco a mollare la presa-
In un attimo capisco cosa era successo: Lily e Noah avevano messo la super colla sulla finestra che avevo lasciato per tutto il giorno aperta.
Dovevo intuirlo che stavano facendo qualcosa di sospetto.
-Aspettami qui-
-Non mi sembra di avere altra scelta-
Prendo da un cassetto una bottiglietta di acido e le libero una mano.
Lei afferra la mia mentre le libero l'altra.
Non sconcentrarti Nate... non sconcentrarti.
Una volta sciolta la colla la aiuto a salire.
Credo di aver tirato troppo forte perché lei mi cade sopra.
Arrossisco.
-Ehm... scusa... ehm... credo che avrei dovuto essere io la vittima...-
Sono leggermente imbarazzato... abbastanza imbarazzato... molto imbarazzato.
Lei mi bacia, sorride e poi mi ribacia.
Sbavo un po' facendola ridere.
Rimaniamo abbracciati... distesi a terra... e ci addormentiamo insieme, spensierati, felici.

Death's daughter is my mate Where stories live. Discover now