cap.6 - Ginny

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Nello stesso istante in cui la McGranitt ha detto che dovevano andare nel suo ufficio, decisi di dover spiare. Sarà perché sono una femmina, sarà perché sono la minore di sei fratelli, sarà l'influenza del Golden Trio, ma sono piuttosto impicciona. Mi dispiace, ma è troppo divertente! Non appena gli studenti cominciarono ad alzarsi, corsi al dormitorio e salii le scale di quello maschile. Arrivai al baule di Harry e afferrai il Mantello dell'Invisibilità. Lo indossai e corsi fuori. Andai verso l'ufficio della McGranitt, mi apppostai accanto al gargoyle e aspettai. Pochi minuti dopo arrivarono i ragazzi americani accompagnati dalla McGranitt e dai fantasmi. La Preside si guardò intorno in cerca di occhi indiscreti e disse:-Serpeverde schifo. Chiunque si azzardi a dirlo al professor Lumacorno verrà trasformato in un oritteropo.- aggiunse.
Non sapevo cosa fosse esattamente un oritteropo, ma mi promisi di dirlo a Harry una volta tornata alla torre. Salirono le scale che conducevano all'ufficio e io li seguii piano piano. Mi ritrovai di fianco al ragazzo dalla carnagione olivastra e i capelli neri di nome Nico Di Angelo. Teneva lo sguardo fisso sugli scalini. Poi tirò fuori dalla tasca una statuetta, una miniatura di un vecchio seduto su un trono, e cominciò a giocarci, girandosela tra le dita. I suoi occhi neri e freddi come vetri rotti celavano sofferenze e pensieri confusi. Sembrava il tipo che avrebbe soltanto voluto scappare dal mondo per poter essere sé stesso. Ma aveva anche paura. Paura di ciò che era. Glielo si leggeva in faccia. Immaginai che sarebbe stato bello averlo come amico. Anche se era un Serpeverde. Aveva l'aria del depresso incompreso, ma che accettava le nostre incomprensioni e cercava di ascoltare per aiutarti. Arrivammo all'ufficio e Nico si mise la statuetta in tasca. L'ufficio era identico a quello di Silente: stesse cianfrusaglie sparse per i tavoli, stessi vecchi libri sugli scaffali, stesse pergamene sparpagliate sul pavimento. Il nuovo ragazzo mingherlino di Grifondoro dai riccioli scuri e l'aria da monello, Leo Valdez, si avvicinò estasiato a una pergamena consunta piena di dati e parole, ma da cui si poteva carpire chiaramente la struttura di un drago. -Festus- mormorò incantato il ragazzo. -Scusi,- aggiunse rivolto alla McGranitt. -Non è che potrei prenderla? Sa, mi piacciono queste cose...-
-Certo! Sono mesi che cerco di capire cosa c'è qui dentro!- disse la McGranitt mentre Leo si infilava felice il foglio in tasca.
La Preside si sedette dietro la scrivania e attorcigliò le dita sul tavolo, come in attesa di spiegazioni. -Barone, ha detto che era il 1937 quando ha visto il signor Di Angelo?- chiese.
-Oh sì!- esclamò il fantasma.
-Esigo delle spiegazioni.- disse poi rivolta agli studenti americani. La ragazza bionda e abbronzata dagli occhi grigi che rispondeva al nome di Annabeth Chase spiegò:- Nico e Hazel sono figli di Ade e Plutone, perciò hanno una forte aura di morte intorno. Nico è rimasto in un hotel magico per settant'anni a Las Vegas e quando è ritornato aveva ancora dieci anni. Hazel è morta ma è stata poi riportata in vita da Nico qualche tempo fa.-
-Per questo entrambi dovreste essere morti.- concluse la McGranitt. -Lei, signorina Chase, è figlia di Atena, giusto?-
-Esattamente- rispose la biondina.
Nella testa mi vorticavano mille parole. Stavano parlando di dei, al plurale. Ed erano antichi. Hermione doveva avermi letto qualcosa al riguardo. Per una volta, mi pentii amaramente di non averla ascoltata.
-Prima che andiate devo darvi una cosa.- disse la Preside, frugando tra le pergamene e i cassetti -Ecco! È una pozione che vi fornirà veri poteri magici e vi consentirà di leggere, nonostante la dislessia, senza alcuna difficoltà.- aggiunse porgendo una dozzina di fiale contenenti un liquido azzurrino. Ognuno dei dodici ragazzi prese una fiala.
-Mi piacciono le cose blu- commentò Percy bevendo allegramente. Gli altri lo copiarono e una luce innaturale scaturì nella stanza.
Quando si dissolse completamente c'erano ancora i dodici ragazzi, tutti interi.
-Signora, esigo anch'io delle spiegazioni- disse la ragazza con la treccia di nome Reyna Arellano. -Ci sono effetti collaterali?-
-No. Beh, forse qualche conato di vomito.- aggiunse la McGranitt, vedendo Leo verde dalla nausea. Annabeth e Reyna Arellano insistettero su domande piuttosto stupide, come se c'era pericolo di morte per le pozioni. Chi può fare domande stupide come solo un babbano farebbe? Un babbano... Quei tizi erano babbani. Per questo avevano preso la pozione azzurrina. E facevano domande a caso come se non conoscessero la magia. Poteva essere una cosa comprensibile, non credere nella magia. Hermione mi aveva raccontato quando aveva saputo di essere una strega. Credeva di essere uscita di testa. E ora arrivavano lì ragazzi americani a dire: "Hey, sappiamo che avete battuto Voldemort da qualche mese quindi ora, oltre che a sistemare i vostri guai, dovremo anche preoccuparci di dei antichi e completamente folli!"
Era comprensibile che anche loro avessero certi attacchi di disperazione.
-Non dovete rivelare la vostra identità per nessun motivo. Il Ministero potrebbe creare un grosso malinteso e procurarci un altro anno di agonia. - concluse la McGranitt.
-Ora andate, o i vostri compagni dubiteranno della vostra assenza.-
Seguii gli altri mentre uscivano e lasciai la McGranitt da sola con sé stessa. A volte mi faceva un po' pena quella strega: doveva essere in grado di eguagliare Silente in tutto il suo splendore cercando di rimanere normale. E la cosa a me appariva molto difficile.
Uscimmo dall'ufficio e i ragazzi si divisero per andare nelle rispettive sale comuni. Mi tolsi il mantello e andai verso la torre di Grifondoro. La Sala Comune era vuota. Tutti erano andati a dormire. Nascosi l'abito dietro la schiena e risalii in silenzio le scale del dormitorio maschile, posai il Mantello vicino al letto di Harry e tornai nel dormitorio femminile. Prima di entrare sentii Leo, Percy e i loro compagni, due gemelli (Connor e Travis Stoll) e una ragazza corpulenta (Clarisse La Rue) attraversare il ritratto del dormitorio, parlando fitto tra loro. Entrai nel dormitorio delle ragazze e mi stesi sul letto. Avrei dovuto dirlo ad Harry? Insomma, lui era il diretto interessato, insieme a quel Jackson. Doveva sapere quello che doveva affrontare. O forse no? La testa mi pulsava, come se le risposte cercassero di uscire invano. Dovevo fidarmi di quello che avevano detto Annabeth e la McGranitt? O dovevo rivelarlo a Harry? Per il momento mi fidavo di loro. Avrei lasciato a loro i guai. Ma un solo passo falso e si sarebbero ritrovati a quel paese. Nessuno toccava Harry. Assolutamente nessuno.

Forse Tutto Finirà {SOSPESA} [Percy Jackson & Harry Potter]Where stories live. Discover now