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DARK

1 settimana dopo

E' già un po' che aspetto, se c'è una cosa che odio, è il fatto di essere in ritardo. Sua moglie ed il figlio stasera dovevano uscire, ne sono sicuro, gli ho spiati un'intera settimana. Cinque minuti fa dovevano gia essere fuori.

Eccoli, sulla soglia della porta, che lo salutano.

La moglie sale in auto e il figlio fa lo stesso. Aspetto solo che se ne vadano.

Dopo un po' che si sono allontanati scendo dall'auto e velocemente mi avvicino alla casa.

Mi dirigo verso il retro dove solitamente lasciano l'ingresso che da al giardino aperto.

Come speravo la porta è aperta, entro lentamente. Jaden è in salotto, sento il suono della tv accessa, nella stanza rimbomba la voce del telecronista della partita che sta guardando. Molto lentamente entro nella stanza, è sdraiato sul divano e mi da le spalle. E' in preda ad urli e proteste contro i giocatori della sua squadra.

Con un movimento rapido gli circondo il collo con il braccio e gli appoggio alla bocca il fazzoletto umido di cloroformio. Si dimena sotto la mia presa, ma il tutto dura poco, l'acido gli fa perdere i sensi quasi subito.

Lo prendo per i piedi e lo trascino verso il bagno. Lo lascio esamine a terra. Con il nastro gli lego mani e piedi e gli metto il nastro anche alla bocca in modo da impedirne ogni rumore.

Mi dirigo verso il giardino dove ho lasciato l'occorrente.

Quando torno è sempre sdraiato a terra, con mani e piedi legati, esamine. Apro l'acqua affinchè la vasca possa riempirsi. Quando è quasi all'orlo la chiudo. Ne riempo anche un secchio, e velocemente la tiro addosso al corpo.

<Sveglia! Signor Lawrence.> apre gli occhi molto lentamente, è ancora storidito dal cloroformio. Gli tiro un pugno violento, solo a quel punto si sveglia.

Spalanca gli occhi appena mi vede, si dimena sotto il nastro, ma non riesce comunque a dire nulla. Così parlo io.

<Vedi, Jaden, probabilmente tu, non sai chi sono io, ma io ti conosco bene, so cosa hai fatto in passato, e so anche che con la tua posizione da avvocato, nessuno aveva sospetti su di te, ma io... Io prima o poi scopro tutto. Come è possibile che un avvocato, rispettato ed amato come lei, si riduca a picchiare bambini, per caso ci trovava del divertimento? Sa quante famiglie ha rovinato? Sa quante famiglie soffrono ancora per questa cosa. Addirittura, il piccolo Matt è morto per mano sua, ha almeno un rimorso di quello che ha fatto? Si sente almeno un poco colpevole!?> I suoi occhi luccicano dalle lacrime, ha uno sguardo che stranamente non mi provoca sollievo come al solito, oggi è diverso.

Il suo pianto è sincero, sicuramente se potesse mi implorerebbe perdono per quello che ha fatto. Gli sfilo lentamente il nastro dalla bocca per sentire quello che ha da dire.

<Uccidimi!! Ti prego uccidimi, non merito di vivere per quello che ho fatto, non merito di veder crescere mio figlio. Uccidimi!> Mi implora. Questa è la prima volta, non mi era mai successo di sentire queste parole, quest'uomo non mi sta chiedendo venia come gli altri prima di lui hanno fatto, mi sta chiedendo di togliergli la vita.

<Non c'è bisogno che tu mi implori Jaden, è quello che farò> Dico mentre gli rimetto il nastro alla bocca <Ma non credere che sarà veloce e indolore come pensi.> Il suo sguardo si sposta sulla vasca.

<Oh no, non ti affogherò> pronuncio queste parole mentre prendo l'acido fluoroantimonico. I suoi occhi si spalancano ancora di più, nel caso fosse possibile.

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