Capitolo Primo

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Jess era una ragazza bellissima, con lunghi capelli neri e occhi azzurri splendenti. Era molto agitata quel giorno, il primo giugno avrebbe iniziato a lavorare in un hotel di alta importanza a Parigi, città da lei molto amata. Avrebbe iniziato alle 7 in punto.
Alle 6 era già in piedi. Decise di indossare una camicia bianca, dei pantaloni di jeans neri e il grembiule dell'hotel, arrivatole per posta giorni prima. Alle 6.30 uscì di casa, chiuse la porta e si diresse verso uno dei tanti taxi parcheggiati di fronte casa sua.
«buongiorno signorina, si accomodi», le disse gentilmente il tassista aprendole la portiera.
«dove la porto?», chiese il gentiluomo accendendo la macchina.
«al Paris Grand Hotel Sophie».
Il tassista parve sbalordito dalla risposta di Jess.
«oh! Che posto incantevole. Alloggerà li?»
«in realtà ci lavorerò. Oggi è il mio primo giorno»
«bene. Buona fortuna allora»
«la ringrazio».
Entrambi erano molto imbarazzati, e non parlarono più per tutto il viaggio.
«siamo arrivati signorina, sono 13 euro».
Dati i soldi, la ragazza si girò: dietro di lei c'era il più bel palazzo che avesse mai visto. Era color rosa confetto, altissimo e con la scritta "Grand Hotel Sophie" in cima. Era molto agitata, ma allo stesso tempo emozionata di avere l'opportunità di lavorare in un posto simile.
Entrando rimase ancora più senza parole: c'era un lunghissimo corridoio con tanto di tappeto rosso, e alla fine di esso c'era la reception. Al bancone si trovavano tre anziane signore.
«oh! Eccola! Vai ad accoglierla Marie!», esclamò una di loro ad un'altra.
Marie, una delle tre signore, si diresse verso Jess a braccia aperte sorridendo. Era una bella donna.
«e tu devi essere Jess, non è così?»
«si... Sono io»
«oh ma che timidezza! Fai come se fossi a casa tua cara, qui nessuno ti giudicherà»
Marie prese Jess a braccetto e la portò di fronte al bancone.
«cara!» esclamarono in coro le signore.
«noi siamo Emilie e Marzia, e lei, come avrai già capito, è Marie. A noi puoi chiedere qualunque cosa».
Jess annuì e fece un sorriso alle tre donne.
«dove vado ora?» chiese con un po' di timidezza.
«oh! Che sbadata sono!» gridò Marie ridendo.
«Nick! Vieni subito!», disse Marzia parlando al telefono. Si sentì un leggero rumore, Jess si girò, e ciò che vide la fece emozionare ancor di più.
«Nick, lei è Jess, portala a fare un giro dell'hotel»
«subito Marzia. Jess, vuoi seguirmi?»
Jess era parecchio spaesata.
«oh sì, arrivo. Beh grazie Marie, Marzia e Emilie, ci vediamo dopo, no?»
«certo cara, a dopo». Jess si girò e vide Nick che la stava aspettando. Era un bellissimo ragazzo. Alto, con capelli color del grano e grandi occhi verdi.
«che bella donzella è arrivata. E ci dovrò anche lavorare assieme, mai stato così fortunato in vita mia»
Jess abbassò la testa e arrossì.
«bene, Jess, ti porto a vedere il ristorante».
Attraversarono un lungo corridoio colmo di quadri appesi alle pareti, e finirono in un'enorme stanza. Era piena di tavoli e sedie di legno bianco. Era un posto incantevole.
«ti piace?» chiese Nick a Jess sorridendo.
«oh... Tantissimo»
«mi fa piacere. Bene, lavorerai qui, se hai domande chiedi a me, sarò il tuo insegnante. Ora vieni, ti accompagno nella tua stanza. Sarai con altre due ragazze, non ti preoccupare, sono molto gentili. Si chiamano Lucie ed Eleonora».
Presero l'ascensore e salirono per 12 piani prima di arrivare alla camera di Jess.
«da quanto lavori qui?» chiese Jess a Nick.
«da quando ho 18 anni. Quindi... Tre anni. E tu, quanti anni hai?»
«oh, Nick. Non si chiedono queste cose alle signore»
«signore? Sei una signorina. Non dirmi che ti vergogni della tua età! Secondo me hai 19 anni»
«18 in realtà»
«c'ero quasi!».
Jess si mise a ridere, il personale non era così rigido come si immaginava.
«ecco, siamo arrivati al dodicesimo piano. La tua stanza è la 726, eccoti le chiavi. Eleonora e Lucie non ci sono ancora, arriveranno a Luglio»
«quindi sarò in camera da sola?»
«ti crea problemi? Posso risolvere se vuoi»
«no, alcun problema. Grazie»
«di nulla, Jess».
Nick baciò la mano alla ragazza, chinandosi. Lei sorrise leggermente.
Successivamente percorse il corridoio, arrivò davanti alla sua stanza e la aprì.
Rimase stupita. Era una stanza enorme. Le pareti erano colorate di beige e c'erano 3 letti singoli con 3 armadi da quattro ante ciascuno.
In fondo c'era un balcone molto ampio, da cui si vedeva bene tutta Parigi. Jess si cambiò, dato che il primo giorno concedevano a tutto il personale di uscire e fare un giro per la città. Si mise una salopette di jeans, con sotto un top rosso. Si mise degli stivali neri lunghi fino al ginocchio e abbastanza attillati. Prese la sua pochette azzurra e all'interno ci mise le chiavi della stanza, un pacchetto di fazzoletti e un mascara. Uscì e scese con l'ascensore fino al primo piano, da cui successivamente uscì.
Voleva visitare Parigi, vedere i negozi e mangiarsi un gelato in tranquillità.
Sarebbe dovuta rientrare massimo alle 15, ma Jess intendeva rientrare molto prima. Voleva semplicemente fare un veloce giro della città.
Dopo due ore si erano già fatte le 11. Decise di tornare all'hotel.
Camminando incontrò Nick.
«Jess!»
«oh ciao Nick. Io sto andando all'hotel»
«ah sì? Una bella donzella come te che non si diverte nemmeno un po'? E quanto sei stata via? Mezz'ora? Stasera alle 21 vieni con me a una festa qua vicino. Bene?»
«no Nick, non amo le feste. C'è troppa.... Gentaglia e uomini ubriachi ovunque»
«ci sono io. Starai con me. Balliamo un po', beviamo qualche whisky e ci divertiamo. Beh? Non dirmi di no». Nick sorrise maliziosamente a Jess. Non era il gentiluomo che sembrava in hotel. Era un ragazzo furbo.
«va bene. D'accordo. Ma se vedo anche solo qualche uomo ubriaco avvicinarmisi, me ne vado. Chiaro?»
«chiaro. Però vestiti carina. E... Un po' più...- Nick abbassò la salopette di pochi centimetri a Jess- scollata»
«Nick! Non azzardarti mai più».
Jess gli tirò uno schiaffo e si girò, anche se la cosa la faceva un po' ridere.
«a stasera Jess!» urlò Nick.
Jess tornò in hotel, si diresse verso il ristorante e, arrivata, si sedette al tavolo dei dipendenti. Mangiò un panino e un po' d'insalata.
Mentre mangiava si guardava attorno: quell'hotel la incantava sempre di più. Dopo un po' tornò in camera e si addormentò. Si risvegliò alle 16. Fece una doccia, sistemò tutti i vestiti nell'armadio e scelse di mettersi un vestito rosso con scollo a cuore, molto ampio e pieno di pizzo in fondo. Si mise delle scarpe col tacco nere, una collana di perle e si raccolse i capelli. Non si truccò molto, un po' di mascara e il suo rossetto rosso. Il vestito le stava d'incanto. Glielo aveva regalato sua nonna anni fa, per il suo 15esimo compleanno. Le disse di metterlo solo nelle occasioni speciali, e Jess decise di indossarlo proprio quella sera. Non certo per piacere a Nick, ma perché non era mai stata ad una festa a Parigi, per altro in uno dei locali più all'avanguardia, e voleva apparire bella.
Arrivate le 21 scese alla reception e vide Nick che l'aspettava, vestito con giacca e cravatta. Era molto elegante.
Jess si avvicinò a lui da dietro e gli picchiettò un dito sulla spalla. Quando Nick si girò, sgranò gli occhi e sorrise.
«allora? Come sto?» gli chiese Jess facendo una giravolta.
«stai... Stai magnificamente»
«ti ringrazio».
Jess passò una mano fra i capelli di Nick aggiustandoglieli un po'.
«caspita, ma tu non li sistemi mai i capelli?»
«di solito alle donzelle piacciono così i miei capelli»
«ma stasera non potrai stare con nessuna donzella all'infuori di me. Mi hai promesso di starmi vicino»
«e non sarà difficile, dato il tuo abbigliamento. Sei parecchio..... Provocante»
«non era mia intenzione esserlo, Nick. Ho cercato di essere il più elegante possibile»
«e lo sei» rispose spostando i capelli con un veloce movimento della testa.
«stai cercando di provocarmi Nick?»
«andiamo».
Nick prese Jess sottobraccio e insieme andarono nel locale. Era un bellissimo posto. Era pieno di luci soffuse color blu, la musica alta e tantissimi ragazzi e ragazze che ballavano.
Non fecero in tempo ad entrare, che un cameriere gli andò incontro con un vassoio in mano.
«whisky signori?»
«si grazie» rispose Nick.
Bevvero il bicchiere, e Jess per poco non cadeva. Non beveva da tempo.
«ehilà! Attenta!» gridò Nick prendendo la ragazza per i fianchi.
«era da tanto che non bevevo. I prossimi bicchieri non saranno così»
«quindi stai dicendo che berrai ancora? Oh, che donna coraggiosa»
Dopo nemmeno un'ora erano entrambi parecchio ubriachi. Ballarono tutta la serata, e scapparono baci fra un movimento e l'altro.
«oh Jess...» disse Nick barcollando un po'.
La prese per una mano e la portò a sedere.
«forse abbiamo.... Esagerato con tutti quei bicchieri di whisky. Quanti ne abbiamo bevuti?»
Jess non si accorse nemmeno che Nick le stava parlando, lo baciò e si tirò su la gonna, legandola come se fosse un asciugamani.
«Jess.....». Nick si alzò e ricomiciò a ballare con Jess. Erano vicinissimi, si scambiavano baci e smancerie, ma erano entrambi ubriachi. Parecchio. Alle 2 decisero di tornare in hotel. Ed essendo entrambi ubriachi, si misero a dormire su uno dei divanetti che c'erano nella reception.
La mattina dopo....

AMORE IN FRANTUMI Where stories live. Discover now