Capitolo Quarto

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«starei ore a guardarlo»
«senti Nick»
«dimmi». Nick si girò verso Jess, mentre lei restava a guardare il tramonto.
«ho conosciuto una ragazza»
«ah sì? È simpatica?»
«è grazie a lei se mi sono riavvicinata a te».
Nick la guardò. Socchiuse un attimo gli occhi e poi rispose.
«chi è?»
«si chiama Maya, è una brava persona e siamo diventate molto amiche»
«Maya?»
«si, Maya». Nick sorrise leggermente, senza rispondere. Appoggiò la testa di Jess alla sua spalla e le circondò i fianchi con un braccio. Le era mancata. Rimasero lì a lungo, senza parlare. Come facevano sempre: amavano stare abbracciati, in un qualsiasi posto, senza dire niente. Dopo un po' nemmeno c'era più il tramonto, era buio, si vedeva la luna e si vedevano le stelle.
Jess sbadigliò.
«hai sonno?»
«un po'»
«andiamo allora».
Nick la prese per mano e la portò nella sua stanza. Lui si cambiò e si mise il pigiama, e lei indossò una delle maglie larghe di Nick. Si sdraiarono sul letto e si presero per mano.
Non ci volle molto che entrambi crollarono. Il giorno dopo per fortuna era domenica, e non dovevano lavorare. Al loro posto c'erano altri ragazzi, e sia Nick che Jess potevano riposare. Rimasero tutta la notte insieme. Nick si svegliò verso le due e rimase a guardare Jess, dandole piccoli baci sul collo e sul viso. Lei era sveglia ma non diceva niente, rimaneva in silenzio senza fargli notare che era consapevole degli affettuosi gesti. Erano svariati minuti che continuavano così. Poi ad un tratto qualcosa di umido cadde sulla guancia di Jess, e Nick smise di baciarla.
«perché hai smesso?» chiese lei rimanendo con gli occhi chiusi. Lui non rispondeva, Jess sentiva solo che si stava pian piano muovendo nel letto e piangeva.
«ehi, cosa c'è?». Lui non la guardava, sembrava perso. Lo abbracciò da dietro stringendolo e dandogli un bacio sulla guancia.
«perché piangi?»
«non è niente». Jess sorrise e gli passò una mano tra i capelli, per poi appoggiarsi a lui.
«mi dici cosa c'è?»
Lui si girò e la guardò per qualche minuto. Le lacrime gli rigavano il viso e lui se le asciugava con la mano cercando di non dare nell'occhio.
Jess si avvicinò al suo petto e cominciò lentamente a dargli piccoli baci. Poi si tolse la maglietta piano, coprendosi con le lenzuola.
La tolse anche a lui e prima lo abbracciò. Pian piano entrambi rimasero spogli di qualunque tipo di indumento.
«mi vergogno» disse lei. Lui le prese i fianchi e la avvicinò al suo corpo, accarezzandole i capelli.
«perché ti vergogni?»
«non sono bella»
«hai ragione, non sei bella, sei meravigliosa. E non lo dico perché una voglia matta di fare l'amore con te, lo dico perché è vero. Hai due occhi pazzeschi e sei così morbida. E sei bellissima anche senza quel rossetto rosso che ti ostini a mettere, e senza i jeans skinny. Sei meravigliosa anche col pigiama, e se non ti vedi meravigliosa non importa, io ti vedo lo stesso così». Jess aveva gli occhi lucidi, gli mordicchiava il collo ed erano così vicini, così intimi.
«sei impossibile Nick»
Lui la guardò, le accarezzò il mento e rise.
«impossibile?»
«sei lunatico, difficile, eppure guarda come siamo messi»
«te ne penti?»
Sembrava quasi offeso, ma Jess ormai lo conosceva abbastanza da sapere che stava solo fingendo, forse perché voleva un bacio o un gesto affettuoso.
«non ho detto che me ne pento, se fosse così non sarei qui»
«perché sei qui allora?»
«Nick, basta parlare ora», gli diede un bacio e si sdraiò sopra il suo fianco, e fecero l'amore, fecero l'amore tutta la notte, in modo dolce, senza volgarità, senza esagerare, si limitavano ad esprimere ciò che sentivamo, coi loro corpi, che ne formavano uno solo.
La mattina seguente erano felici di non dover lavorare, avrebbero passato tutto il giorno insieme.
Jess fu la prima a svegliarsi, sorride guardando una goccia di sudore correre sulla tempia di Nick, gli diede un bacio sulla guancia e gli sistemò i capelli, erano diventati una cosa sola quei due. Talvolta cercava di svegliarlo, ma lui era troppo addormentato per sentire la voce fragile della ragazza.
«hai intenzione di ammirare la mia bellezza ancora per molto, Jess?»
«signor Nick Madbury, lei è così fastidioso»
«come sai il mio cognome, Lewis?»
«e tu come sai il mio?»
«l'ho letto sulla targhetta» risposero in coro, e si misero a ridere dolcemente, sempre l'uno fra le braccia dell'altro.
«signora Lewis, dunque, lei è altrettanto fastidiosa. In verità non la sopporto proprio»
«vuoi che ne vada, Nick?»
Lui spalancò gli occhi e fece una smorfia divertita, continuando a guardare il corpicino di Jess.
«sei nuda»
«quindi? Credi di essere l'unico uomo che può vedermi così?»
«oh, e così mi provochi? Beh, sappi che ho dato un'occhiata alla nuova cameriera, e devo ammettere che è un bel bocconcino».
Jess prese un cuscino e glielo tirò in testa, più volte.
«ah è così? Beh perché non offri un gelato anche a lei?», sembrava infastidita.
«Jess»
«che vuoi?»
«credi davvero che avrei il coraggio di baciare altre labbra, dopo aver assaggiato le tue? Su quella panchina, credi avrei il coraggio di portare un'altra ragazza? Per quanto possa essere "un bocconcino"— Nick fece le virgolette con le dita, alzando un sopracciglio — nessuno ti supera, specialmente quando indossi quel vestito meraviglioso che portavi addosso alla festa»
«quel vestito l'ho sporcato»
«di che?»
«di rossetto rosso»
«maledetta te e il tuo inutile rossetto, stai molto meglio senza»
«non mi stufare dai, ora vestiamoci, ho voglia di fare una passeggiata». Jess si alzò e si vestì, si mise un paio di jeans, delle converse bianche e un maglioncino verde scuro.
«allora, ti vesti o no?»
«si signora». Nick si alzò ed eseguì gli ordini, si mise dei pantaloni verde militare ed una maglia bianca, con una felpa.
«andiamo al bar qua di fronte? Mi piace tanto». E così fecero, uscirono dal grande portone, fecero una passeggiata di dieci minuti fino a che, finalmente, arrivarono al bar "Croissant", si chiamava, o almeno così stava scritto sulla grande insegna rossa che si trovava proprio di fianco l'entrata.
«signora, prima lei»

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⏰ Last updated: Dec 29, 2016 ⏰

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