8 - That's enough

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I genitori di Harry, non si erano neanche accorti dell'assenza del figlio durante la notte e la mattina, mentre era a casa di Louis. Il che andava bene. Era addirittura perfetto. E Louis sì senti sollevato quando lo riaccompagnò a casa e se ne rese conto.

Le cose così, stavano tornando alla normalità. Harry stava cercando di rimediare alle cose che aveva tenuto nascoste a Louis e a Louis andava bene. Louis lo adorava perché adesso ogni volta che Harry si sentiva giù non diceva a Louis di andare via o di rimanere in silenzio, no. Parlava con il suo migliore amico, gli raccontava cosa fosse successo, cosa stesse pensando e provando e quella era sicuramente la migliore sensazione del mondo per Louis. Si sentiva che avesse bisogno di lui e riusciva essere un amico migliore per Harry. Stava riuscendo ad essere presente per il ragazzo riccio come lui meritava. E Louis amava ascoltare Harry parlare. Semplicemente lo adorava perché il ragazzo più giovane aveva una voce speciale e adorabile da ascoltare. Quando le sue parole erano tristi e il suo tono morto, diceva che era come se stesse recitando delle poesie. Ma Louis sembrava non ascoltare le sue stesse parole, perché quando cercava di far sentire meglio Harry, quando diceva quelle dolci e speciali parole al suo migliore amico, piene di promesse, sembrava come se stesse dicendo ad Harry il significato dell'amore senza dire le vere parole e anche Harry lo sentiva. Si sentiva amato con Louis che gli sussurrava dolci niente e amabili promesse e non poteva vedere, non poteva fottutamente vedere quanto bene stesse facendo sentire Harry. Quanto lo facesse sentire protetto. Non poteva vedere come il ragazzo dagli occhi verdi lo stesse guardando mentre gli venivano dette quelle parole, parole che solo un bravo scrittore avrebbe potuto scrivere nel suo libro.
"Stai bene?", chiese Louis cercando di fare del suo meglio per guardare il suo migliore amico solo di lato senza venire colpito dalla luce del sole riflessa sui suoi occhi chiari.
"Si...", rispose Harry, senza fermarsi. Era una calda giornata di luglio e sapeva che se si fosse fermato si sarebbe sentito come bruciare.
"Credo", finì.
"Che succede, piccolo?", chiese con tono dolce. Il nomignolo da animale domestico ormai era usuale e Louis probabilmente non si rendeva neanche conto di quando lo usava.
"Parliamo dopo, ok?", disse Harry. "Adesso prendiamo un gelato, mmh?", suggerì mentre passavano davanti al caffè che vendeva il loro gelato preferito con i cracker.
Louis annuì perché ormai sapeva che prima poi avrebbe parlato. Non c'erano più dubbi e questo gli scaldava il cuore. Finirono per sedersi ad un tavolo fuori, sotto ad un ombrellone per proteggersi dai raggi del sole scottanti. Harry stava mangiando il suo solito gelato vaniglia e caramello, cercando di fare del suo meglio per non mangiare i cracker intorno mentre Louis stava mangiando il suo non tanto solito waffle con gelato alla fragola.
"Se vuoi puoi fermarti a casa mia stanotte. I miei genitori se ne vanno questo pomeriggio perciò avrò tutta la settimana per me", disse Harry e Louis ghignò. Erano questi i bei giorni quando Harry non era costretto a sentire le stronzate daiSarah e David. Era come se fosse la vigilia dell'estate.
"Ok. Posso dire a mia madre di fare della cena extra così la porto"
"Suona bene". A Louis piaceva il sorriso che Harry gli riservava quando era veramente felice. Non era magari molto carino da dire che la felicità di Harry combaciasse con il fatto che i suoi genitori fossero via, ma questa era la dolorosa e stupida realtà per loro.
"Hm, quindi Lou..."
"Harry?", Louis rise facendo sparire l'espressione seria di Harry.
"Sei felice di cambiare scuola e cominciare liceo?"
"Oh si, in realtà lo sono. Voglio dire, ero così stanco di quel posto. Gli insegnanti, la gente, e l'ambiente. Credo sia buono un po' di cambiamento, saprà di novità e- oh merda!", Louis imprecò appena notata l'espressione di Harry e ora sapeva perchè sembrava come se stesse pensando troppo.
"Harry, io-"
"No", provò a dire forzando un sorriso.
"No, è okay. È bello sapere che sei emozionato per questo". Forse i voti di Louis avrebbero cominciato a migliorare con il cambio di ambiente, pensò Harry. Gli sembrava figo. Gli sembrava figo perché ora Louis sarebbe stato libero da lui a scuola e avrebbe potuto finalmente farsi dei veri amici e passare più tempo con loro. Sarebbe andata bene. Per tutti e due. Forse solo per Louis. Ma Harry gli avrebbe dimostrato che sarebbe andata bene anche per lui.
"Andrà bene."
"No Harry, Dio! Mi dispiace, io non- Cristo, non pensavo al fatto che saremo in scuole diverse adesso, ma-"
"Giusto, non l'hai fatto...", sussurrò Harry e tutto d'un tratto non gli andava più di finire i suoi cracker.
"Non c'è bisogno che ti scusi Louis, sai? Era ovvio che sarebbe successo prima o poi. Voglio dire, non voglio mica legarti e non permetterti di andare a scuola", disse ma la preoccupazione era scritta sul volto di Louis.
"Lo so Harry, ma... Sarai da solo. Questo non va bene e mi fa sentire-"
"Non dirlo", Harry lo interruppe un'altra volta.
"Louis starò bene. Sto per fare 15 anni, Dio, riesco a badare a me stesso ok?"
No. Louis voleva rispondere ma non lo fece.
Invece disse: "So che puoi". Harry era il primo a non credere a quelle parole. "Ma lo sarai? Voglio dire, bene. Starai bene?"
"Si", annuì Harry con un leggero sorriso.
"Lo sarò e anche tu. E ti farai nuovi e veri amici. Promesso?"
Louis si mordicchiò l'interno della guancia. Lasciare Harry da solo in quella scuola non lo faceva sentire bene, ma:"Promesso",disse.
"E anche tu... Ti farai nuovi amici?!", ma Harry non rispose 'promesso' a sua volta.
Harry scosse la testa: "Non posso promettertelo".
Lo sapeva. Louis lo sapeva.
"Non ti lascerò in ogni caso. Non cambierà niente e continuerò a tenere gli occhi su di te. Sarà quasi come se fossi lì", Louis sorrise e questa volta Harry annuì. Harry sapeva che l'avrebbe fatto.

lost memories | l.s | by fresharold - traduzione italianaWhere stories live. Discover now