Capitolo 8 - Krankenbau 🌹

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"Il ka-be, diminutivo di Krankenbau, è formato da otto baracche, simili in tutto alle altre del campo, ma separate da un reticolato. Contengono permanentemente un decimo della popolazione del campo, ma pochi vi soggiornano più di due settimane e nessuno più di due mesi: entro questi termini siamo tenuti a morire o a guarire. Chi ha tendenza alla guarigione, in Ka-Be viene curato; chi ha tendenza ad aggravarsi, dal Ka-Be viene mandato alle camere a gas"
Testimonianza di Primo Levi.

 Chi ha tendenza alla guarigione, in Ka-Be viene curato; chi ha tendenza ad aggravarsi, dal Ka-Be viene mandato alle camere a gas" Testimonianza di Primo Levi

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Tea aprì lentamente gli occhi e sopra di lei, invece che il cielo, c'era solo il colore bianco. Guardò un punto indefinito di quel soffitto candido per qualche minuto, poi abbassó nuovamente le palpebre, fece qualche respiro profondo e, quando fu sicura di essere ancora viva, si sistemó meglio sul suo giaciglio ispezionando il luogo in cui era finita.
Era una baracca simile alle altre che aveva conosciuto fino a quel momento, con la differenza che ogni cuccetta lì presente, invece che nove o dieci persone, ne conteneva sei o sette. Per il momento Tea era la sola ad occupare quel letto e si rese conto di essere finita in infermeria solo quando vide che, attaccato con un chiodo al legno dei letti degli altri ammalati, c'era un cartellino bianco che indicava nome e cognome, numero e la situazione clinica di ciascuno di essi.
La giovane ebrea si guardò ancora intorno e, pensando di essere finita in infermeria si spaventò: aveva sentito dire da altre prigioniere che se si fosse finiti in infermeria, uscirne vivi sarebbe stato molto difficile. Notò, poi, che nella stanza c'era solo una piccola finestra, uno scaffale con sopra varie boccette che sembravano medicinali e che regnava un silenzio spaventoso, fatta eccezione per la triste musica della banda che si sentiva in lontananza e che accompagnava i detenuti al lavoro.
Improvvisamente fece la sua entrata nella stanza un soldato tedesco.

«Sei sveglia finalmente.» Le disse quest'ultimo, avvicinandosi.

Tea riconobbe ancora una volta il soldato che l'aveva trovata nel suo posto segreto e pur sapendo che lui non le avrebbe fatto del male, quando lo vide accostarsi troppo al letto e tendere una mano verso la sua fronte, istintivamente e velocemente, si allontanò.

«Voglio solo misurarti la temperatura.» Le spiegò con calma lui, prendendo poi un termometro. «Tieni, mettilo sotto al braccio.»

La ragazza, dopo essere stata rassicurata, lo afferrò e lo posizionò sotto al braccio come le era stato detto.

«Dove mi trovo?» chiese poi lei, continuando a guardarsi intorno.

«Sei nell'infermeria.» Fu la semplice risposta del soldato confermando l'ipotesi di Tea, la quale si fece prendere dal panico.

«Come in infermeria? Adesso morirò? Mi ucciderete?» Quel susseguirsi di domande, infatti, non nascondevano ansia e paura da parte della ragazza.

La rosa di AuschwitzTempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang