Ciò a cui gli angeli non credono.

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Introduzione.

Quando si tratta o, meglio, si trattava, della questione credere, ero una persona complicata.
Non credevo in Dio, nel paradiso, nell'inferno. Non credevo nelle superstizioni, o nella magia. Nemmeno nel paranormale. La vita dopo la morte, i fantasmi, i segni dall'aldilá.
La vedevo come una prerogativa dei bambini o delle persone mentalmente disturbate, gli schizofrenici e il signor Willis, il nostro vicino di casa, quello che mio padre definiva il pazzo per eccellenza.
Pensavo fossero storie, di quelle che i genitori raccontano ai figli per farli addormentare.
Oh, sí, non credevo nemmeno a quelle. Mio padre non me le aveva mai raccontate. Era un uomo solitario, introverso, non era nato per fare il genitore. Mamma lo ripeteva sempre e ha continuato a dirlo fino al giorno in cui se n'è andata. Avevo nove anni.
Ero solo una bambina, ma avevo già capito che lei non sarebbe tornata dal regno dei morti, come mi aveva promesso quando aveva scoperto di essersi ammalata.
Ti veglierò dal paradiso, Kathie. Sarò sempre al tuo fianco.

Stronzate. Solo un mucchio di stronzate.
Da quel giorno, il giorno in cui mia madre mi disse addio in quella saletta d'ospedale, non ho più creduto in niente che avesse a che fare con la morte e l'aldilá.
Non c'è un dopo, pensavo, non c'è più niente una volta chiusi gli occhi per sempre.

Naturalmente, mi sbagliavo.

Quando sei un adolescente pensi di conoscere ogni cosa, pensi di sapere come va il mondo, ma in realtà non è vero. Non sai niente, assolutamente niente.
E molto spesso te ne rendi conto troppo tardi.
Com'è successo a me.

Ero complicata.
Fumavo, bevevo, andavo a letto con il primo che mi capitava. Non ero una ragazza facile, anche se potrebbe sembrarlo. Serbavo il dolore in una scatolina dentro di me, ogni giorno si accumulava qualche altra briciola. Per evitare che quella scatolina esplodesse, chiusi la Katherine bambina, quella che aveva visto morire sua madre, fuori dal mondo e cominciai ad affogare il dolore nei vizi, nelle corruzioni.
Funzionò, per un po'.
Poi accadde qualcosa che rivoluzionò tutto.

Un incidente, una luce.
Sono morta.
O, almeno, così sembrava.

Trapped. Where stories live. Discover now