Felice

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-Ti portiamo all'acquario della città.
Così la moglie intelligente aveva convinto una Hope vittima dei suoi demoni a staccarsi dalla guerra.
Quella donna aveva capito che si, la vita è una guerra, ma non bisogna stare sempre sul campo.
Ci vuole un momento di pausa.
Lei vedeva Hope che continuava a combattere anche quando nessuno era con lei.
Vedeva quella testardaggine che viveva in lei e la costringeva a rimanere lì.
Vedeva l'orgoglio e il glorioso rifiuto di perdere che alimentavano la sua anima inferocita e colma di coraggio e di vendetta. La vendetta contro la vita.
Un po' di pausa faceva al caso suo.
Quando Hope arrivò con i due sposini davanti al vetro che li divideva dai pesci iniziò a guardare di soppiatto Rob e Susan. Vedeva le loro mani intrecciate, come se non avessero paura che da un momento all'altro arrivassero orde di persone a chiedere foto e autografi all'attore. Vedeva il vero amore, un amore difficile da trovare.
La felicità batteva nei loro cuori ma non nel suo.
A volte vedeva tutte quelle coppie felici, vedeva i suoi unici amici che si baciavano e sentiva la mancanza di tutto ciò.
Tutto ciò che sognava e che per un momento aveva avuto era sparito, era tutto attorno a lei ma non le apparteneva.
L'invidia iniziava a farsi sentire.
Perché tutti sono felici tranne lei?
Perché tutti lottano per qualcosa e qualcosa ricevono e lei, che forse lotta più di tutti, non ottiene mai nulla se non dolore? Ma Hope ha una maledizione addosso.
-Stai bene?
Susan le prese la mano, mentre il blu del mare intrappolato da quei vetri si rifletteva sui loro occhi.
-Io non lo so.
-Ricordati cosa ti ho detto.
Rammentò l'uomo.
-Io rammento maestro della psicologia, ma sfortunatamente tu non sei me quindi non potrai mai capirmi fino in fondo.
La fiamma si era accesa.
Robert si parò davanti a lei e iniziarono gli insulti.
Dopotutto due caratteri simili al posto di aiutarsi a vicenda si fanno la guerra, con la conclusione di capire che lottare non serve, serve solo stare insieme.
Ma la guerra fra due simili distrugge tutto ciò che hanno attorno, tutti coloro diversi da loro.
Gli opposti si attraggono, forse nel sogno di Hope era così la loro storia, ma qua lei è più simile a Robert più che a se stessa.
E mai mettere contro due simili.
-Finitela, non potrete farvi la guerra fino alla morte!
-Si.
Risposero in coro, odiandosi pure per quello.
-Come ti senti?
-Maledetta.
Rob sbuffò.
-Buona a sapersi.
Susan gli ordinò di farsi un giro per evitare altri danni.
-La mia maledizione è sapere la differenza fra bene e male, e io sono nel mezzo che tento di scegliere la parte giusta.
Il discorso dell'attore poteva aver cambiato una parte di lei, ma nessuno cambia completamente.
Sarà ricaduta di nuovo? Si. Se ti rialzi ma continui a ricadere vuol dire che in basso vuoi stare.
Non vuoi aiutarti.
Hope sentì il dovere di tornare a casa, fuggire.
Ma la sua casa adesso era la villa dei suoi amici.
Non conosceva affatto Los Angeles se non l'ospedale, ed era lì che era diretta con la moto di Ryan.
Fidanzata con uno che sembrava un bravo ragazzo che si è rivelato un assassino, il suo migliore amico morto per causa sua e ora addirittura viveva con il suo idolo che a volte la aiutava e a volte la odiava e sua moglie che funge da psicologa personale.
Una bella battaglia fra bene e male.
Decise di fare visita ad Exton.
-Signorina, mi dispiace ma non può entrare.
Un medico alto due metri le bloccava la porta della stanza del figlio dei suoi amici.
-Il paziente sta subendo una particolare operazione contro...il cancro.
Ecco perché era lì il piccolino. Se Robert le aveva nascosto una cosa così, quante cose doveva scoprire?
Restò in attesa, chiedendosi come fare per scoprire i segreti del suo idolo.
Poi, la consapevolezza di non aver provato neanche un po' di dispiacere per aver saputo che Exton era malato di cancro fece rivoltare il suo stomaco.
Era più interessata a se stessa che agli altri.
L'oscurità stava davvero prendendo il suo cuore con se.
Lo stesso medico arrivò, mandato dal destino che voleva evitare i conflitti personali per continuare il suo sporco lavoro.
-Com'è andata?
-Mi dispiace, non c'è l'ha fatta.

*uuu, altra morte altro dolore. Il gran finale inizia a intravedersi signori, il treno sta arrivando alla stazione. Io ultimamente ho molto sonno, quindi credo che dormirò sogni tranquilli sapendo che in voi ci saranno i peggio dubbi su questa ff. Commentate e votate altrimenti vi crucio...*
Qua da Shinimal è tutto
Al prossimo capitolo.

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