Pensieri sparsi

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Il locale pullulava di gente. Il rumore assordante della musica impediva scambiarsi anche le parole più elementari. Ed era questo ciò di cui lui aveva bisogno: non parlare, non pensare. Solo rumore e cocktails. E qualche avventura occasionale, giusto per sfogare la frustrazione repressa.

Gonzalo Higuaín non era il giocatore di un tempo, le luci della ribalta già non scintillavano più, i tifosi gli preferivano il nuovo acquisto poco meno che ventenne e la carriera del calciatore sembrava aver preso la parabola discendente. Così la sua vita, specchio di un decadimento che ormai sembrava non preoccuparlo più.

"Un altro giro" disse al cameriere. Il giovane lo guardò perplesso.

Gonzalo ridacchiò e appoggiò una carta da 100€ sul bancone: "Ora mi dai da bere, per favore?". Il cameriere non disse neanche una parola, afferrò il denaro e lasciò la bottiglia intera di rum in balia del calciatore.

Ma non era solo il calcio la ragione di tanta devastazione interiore: era stato ingannato. Per la prima volta nella sua vita aveva donato il suo cuore ed era stato calpestato, oltraggiato, fatto a pezzi, ridotto polvere e disperso chissà dove.

Lui era follemente innamorato di quegli occhi verdi che gli avevano ridato la vita, salvo poi toglierla di nuovo. Senza pietà, senza sentimenti, senza niente.

Chi era la ragazza di cui si era innamorato? A chi appartenevano quegli occhi verdi sotto la maschera? Possibile che quelli fossero l'unica cosa reale? Forse neanche lei era reale.

Sparita, scomparsa, svanita... come un miraggio nel deserto, come un sogno che ti lascia pieno di amore e speranza, regalandoti poi l'amarezza del risveglio e di un letto vuoto.

Era nato, morto, rinato e morto nuovamente.

E lei lo aveva seppellito.

Note d'autrice: Un attimo di ispirazione fulminante durante una pausa in questi giorni di lavoro devastanti. Spero che la vostra settimana sia migliore della mia. Un abbraccio bellissime

***

E quale fosse davvero la verità, lui non lo sapeva. Non c'era direzione, non un cartello con scritto giusto o sbagliato, vero o falso, non delle briciole di pane ad indicargli il cammino, nessuna stella cometa, nessuna tormenta a parte quella che si agitava dentro di lui e che lo lasciava ogni volta sempre più incredulo e furibondo.

Gonzalo si appoggiò al parapetto della terrazza, osservando Napoli ed il mare che si estendevano sotto i suoi occhi e per la prima volta nella sua vita realizzò di sentirsi solo.

***

Da Morgana/Luisa:

Ok, ci ho pensato. POTREI scrivere una storia su Gonzalo, ma se lo faccio, voglio essere chiara fin da subito che non potrò garantire aggiornamenti settimanali sempre puntuali. Sfortunatamente sono entrata in un tunnel di "lavori forzati" dai ritmi imprevedibili. Se a voi sta bene così, mi metto all'opera, altrimenti lasciamo le cose come stanno, nessun problema. Ditemi voi. Un abbraccio a tutte ed ancora grazie per gli auguri di compleanno.

CUPID CARRIES A GUN || HiguainWhere stories live. Discover now